Che il meteo sia la grande incognita che pesa come la "spada di Damocle" sui risultati delle aziende agricole è qualcosa che si dà per scontato, gli ultimi dati Istat del 2023 però dicono che lo scorso anno produzione e valore aggiunto del settore agricolo sono calati, in termini reali, dell'1,8% e del 2,5% rispettivamente. Dati dettagliati indicano -17,4% per la produzione di vino, -11,2% per la produzione frutticola, -3% per l'olio. Bene invece le piante industriali e i cereali. La produzione è stata fortemente condizionata dall'andamento meteo. In generale, secondo Ismea, fra il 2012 e il 2022 la produzione in volume per le coltivazioni ha avuto un trend in calo del 4%. L'agricoltura vale il 2,2% del Pil complessivo italiano ma è imprescindibile motore per l'economia fiorente delle Dop/Igp e per l'agroalimentare in generale.
Per proteggere le produzioni gli agricoltori hanno a disposizione fra gli strumenti di gestione del rischio le assicurazioni agevolate. Il termine "agevolate" ha ovviamente un significato preciso, si dicono tali perché gli agricoltori che si assicurano ricevono un contributo pubblico sul premio agevolato, che può arrivare fino al 70%.
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Lo strumento, confermato anche dal Piano Strategico Nazionale che declina la Pac a livello Italiano, è previsto con il codice intervento SRF 01 (questa la pagina per scaricare la scheda). Non è ovviamente sufficiente a mettere al riparo le aziende agricole da tutti i potenziali rischi, ma va visto come componente di un ventaglio di possibilità previste dal Piano Strategico e a corredo della gestione attiva del rischio. Anche per la gestione attiva del rischio e la prevenzione sono a disposizione fondi stanziati con risorse Pac. Per coprire la spesa per contributi per le assicurazioni agevolate sono stati messi a disposizione (2023-2027) 1 miliardo e 486 milioni di euro, il 51,7% della spesa pubblica prevista per la gestione passiva del rischio in agricoltura.
Se la possibilità di un contributo pubblico fino al 70% del costo della polizza è allettante, bisogna essere però realisti e sottolineare che, negli ultimi anni, causa disponibilità economiche delle finanze pubbliche, il contributo tende a ridursi. Invece il costo delle polizze tende a salire, anche se il 2023 ha visto un segnale di riduzione dei prezzi. Il costo assicurativo risente infatti da un lato dell'aumentare degli eventi avversi che si verificano e dall'altro dell'effetto della platea ridotta di agricoltori assicurati.
Per un'azienda agricola assicurarsi diventa ogni anno di più un'urgenza ma è fondamentale, quando si decide di investire in questo senso, capire cosa si sta acquistando, quanto costerà, in quali casi la compagnia assicurativa effettivamente risponderà del danno subìto e in che proporzione. Il linguaggio assicurativo non è però di immediata comprensione ed ecco perché, per riuscire a interpretare i principali termini tecnici inseriti in una polizza, ci siamo fatti aiutare da esperti del settore.
L'Abc delle assicurazioni
Area Broker Agricoltura è un broker assicurativo specializzato nel settore agricolo, in particolare vitivinicolo. È controllata da Area Broker & QZ Spa, società che ha diverse sedi in Italia e che da qui a fine 2024 prevede di intermediare premi assicurativi per 200 milioni di euro. Per quanto riguarda invece specificamente Area Broker Agricoltura, nel 2023 la società ha intermediato 31 milioni di premi, lavorando con 1.700 clienti.
"Abbiamo un cliente medio piuttosto grande - ci ha raccontato Dario Soldat, amministratore delegato di Area Broker Agricoltura - dai 6mila ettari fino ad arrivare anche al cliente più piccolo, purché faccia parte di un gruppo d'acquisto come può essere una cooperativa o una cantina sociale". Il lavoro di un broker assicurativo è proprio quello di fare da consulente e saper consigliare al cliente la polizza migliore per il suo caso specifico.
Per capire meglio come interpretare una polizza, l'idea era partire dall'Abc. "Gli elementi essenziali - ci ha detto ancora Soldat - sono il prezzo della polizza, se ci sono franchigie, limiti di indennizzo, se ci sono o meno scoperti. Paragonare le polizze fra di loro è il nostro mestiere ma è sempre bene che l'agricoltore capisca cosa sta comprando nei dettagli, per non avere sorprese quando viene colpito da un evento avverso. E sempre e solo l'agricoltore, attraverso un'analisi delle casistiche personali degli ultimi cinque anni, può sapere che cosa ha intaccato, in passato, la produttività potenziale della sua azienda".
Intanto ricordiamo che per poter accedere ai fondi pubblici per la gestione del rischio occorrono alcune caratteristiche: essere agricoltore attivo e imprenditore agricolo ai sensi dell'articolo 2135 del Codice Civile e essere iscritto al Registro delle Imprese, aggiornare il fascicolo aziendale con dettagliato piano di coltivazione, predisporre il Piano di Gestione Individuale del Rischio (documento che sostituisce dal 2024 il conosciuto Pai) e inoltrare manifestazione d'interesse entro centoventi giorni dalla sottoscrizione della polizza, in via telematica, sul sistema Sian.
Per comodità, le avversità dalle quali ci si può proteggere sono state accorpate in pacchetti: catastrofali, ovvero alluvione, siccità, gelo-brina; di frequenza, cioè grandine, vento forte, eccesso di pioggia; accessorie, ovvero colpo di sole, vento e caldo, ondata di calore, sbalzo termico.
Ed ecco che Dario Soldat di Area Broker Agricoltura ci ha chiarito alcuni termini tecnici fondamentali per capire le condizioni di una polizza assicurativa.
Cos'è il valore assicurato
Siamo partiti dal valore assicurato. "È il prodotto aritmetico fra i quintali di un certo prodotto assicurati e che quindi l'agricoltore si attende come resa e il valore, al quintale, attribuito al prodotto, per quest'anno. Attenzione, perché sia la resa, sia il valore del prodotto possono essere al massimo pari a quello che, in gergo, è chiamato 'Standard Value' e che è deciso ogni anno attraverso il Pgra, il Piano di Gestione del Rischi in Agricoltura (in questa pagina quello per il 2024). Ipotizziamo che io valuti che produrrò 100 quintali di Prosecco a, poniamo, 90 euro che corrispondono anche allo Standard Value. Il valore assicurato è così 9mila. Quel valore assicurato vale però come base sia per calcolare quanto pagherò di premio assicurativo, quindi quanto mi costa essere assicurato, ma è anche la base di calcolo in caso di danno al raccolto. Se dichiaro di pensare di produrre meno, poniamo 80 quintali, ottengo 7.200 euro di valore assicurato, ma se durante la campagna la compagnia dovrà pagarmi un danno, poniamo del 30%, quella percentuale sarà calcolata sempre su 7.200 e non su 9mila, ottenendo un rimborso inferiore".
Il prezzo della polizza
Venendo al prezzo della polizza e quindi al costo. "Ogni compagnia assicurativa esprime circa 4mila tassi per ogni provincia, sono il frutto di un incrocio fra comune interessato, prodotto e garanzie scelte dall'agricoltore. Se assicuriamo 100mila euro di valore a un tasso del 9%, il premio, ovvero il prezzo della polizza, è 9mila. Il prezzo di una polizza cambia - ci ha spiegato Soldat - perché ogni compagnia propone i propri tassi".
Va tenuto però sempre presente che l'agricoltore non pagherà effettivamente l'intero costo della polizza. Alla fine ciò che sborserà è il costo meno il contributo pubblico sull'assicurazione agevolata che gli sarà riconosciuto. Il valore del contributo pubblico sarà sempre noto ex post e potrà essere pari, al massimo, nel caso migliore, al 70% del costo della polizza agevolata.
Quindi, se si assicurano 100mila euro di prodotto e viene riconosciuto il 100% di danno dal perito, la compagnia assicurativa pagherà all'agricoltore, appunto, 100mila euro? "No - ci ha spiegato ancora Dario Soldat - va sempre tenuto conto che ci sarà una franchigia, poi ci possono essere anche limiti d'indennizzo o scoperti".
Focus sulla franchigia
La franchigia è la parte di danno che resta a carico dell'agricoltore e che non è risarcita dalla compagnia assicurativa.
"Normalmente possono essere il 10%, il 15%, il 20%, fino anche al 30% o più su, è sempre bene essere consapevoli. Facciamo un esempio, se è stato riconosciuto il 30% di danno dal perito e la polizza stabilisce il 10% di franchigia, il risarcimento è il 20% del valore assicurato. Ci sono poi anche le franchigie a scalare, solitamente sono più alte ma mano a mano che cresce la percentuale di danno riconosciuto dal perito si viene rimborsati di più. Poniamo per esempio una franchigia a scalare del 20%: fino al 20% di danno riconosciuto la compagnia non rimborsa nulla, ma se il danno è il 21% la compagnia potrebbe riconoscerti il 22%".
A ridurre il diritto al rimborso da parte della compagnia possono poi esserci il limite d'indennizzo o uno scoperto. "Se la franchigia taglia l'indennizzo verso il basso, il limite di indennizzo lo taglia verso l'alto. Significa che la compagnia non va oltre un certo indennizzo prestabilito. Una volta sottratta la franchigia, se si è sopra quel limite al massimo la compagnia rimborsa fino a lì. Lo scoperto funziona invece diversamente, si calcola dopo che il perito ha stabilito quanto è il danno, al netto della franchigia. Ad esempio, ho un danno del 50% e una franchigia del 10%, teoricamente dovrei ricevere il 40% dei famosi 100mila euro di valore assicurato, quindi 40mila euro. Invece no, se c'è uno scoperto per esempio potrei riceverne solo 35mila. Lo scoperto taglia una parte del risarcimento, a importo di indennizzo determinato".
Ma è forse la "soglia di danno" ad essere più insidiosa per l'agricoltore. Si tratta della percentuale di danno che si deve superare per poter accedere al risarcimento. Si deve considerare tutta la specie del prodotto assicurato, all'interno dello stesso territorio comunale. Per poter ricevere un indennizzo però ci sarà da sottrarre sempre l'eventuale franchigia.
"Poniamo il caso che io assicuri 90mila di uva in Friuli, 30mila euro per il Tocai, 30mila di Cabernet Franc e 30mila di Merlot, nello stesso comune. Arriva il danno che colpisce però solo il Merlot. Il perito stabilisce che c'è il 45% di danno, togliamo il 30% di franchigia che era stabilita, dovrei ottenere un indennizzo per il 15%. A causa però della soglia di danno al 20%, non ottengo nulla. La soglia infatti si calcola sull'intero comune e Tocai e Cabernet non sono stati colpiti. Con il 20% di soglia di danno devo arrivare a 18mila euro di danno complessivo sullo stesso territorio, ma il 45% di 30mila euro di Merlot assicurato fa solo 13.500, non ho quindi accesso al risarcimento".
Hai subìto un danno? Ecco i passi da compiere
Una volta accettata la polizza e pagato il premio occorre ricordare che, quando si ritiene di avere subìto un danno che possa essere risarcito, bisogna agire tempestivamente e non sbagliare la procedura.
"Entro tre giorni lavorativi - ci ha spiegato Soldat - va solitamente denunciato alla compagnia l'evento subìto. Molte compagnie accettano la denuncia telefonica, altre seguono vie più formali, occorre verificare caso per caso. A questo punto arriverà il perito della compagnia e l'agricoltore deve concedere l'accesso al campo colpito. Dovrà farsi trovare a casa il giorno stabilito, c'è poco margine per contrattare la data della visita del perito. Nello sfortunato caso in cui il campo debba essere, per esempio, trebbiato, occorrerà lasciare un campione regolamentare. I campioni vanno tracciati normalmente a croce nel campo, attraversando l'intero appezzamento. Il consiglio però è, potendo, di evitare questa procedura. È bene che il perito abbia a disposizione tutto il campo interessato. La perizia va accettata dall'agricoltore. In caso non concordi con quanto stabilito dal perito della compagnia assicurativa andranno coinvolti due periti di parte che dovranno trovare un accordo. Se l'accordo per una perizia congiunta proprio non si riesce a trovare - ha concluso Dario Soldat di Area Broker Agricoltura - allora interviene il presidente del Tribunale della Provincia dove si trova l'azienda agricola che nomina un terzo perito del Tribunale, il cui giudizio sarà vincolante per le parti".