La coltivazione di fragole è il fiore all'occhiello dell'Azienda agricola Michieli, una realtà nata nel 2016 a Crespino, in provincia di Rovigo, con il fine di fare agricoltura in un'ottica giovane e innovativa.

 

Fin qui potrebbe sembrare una classica azienda agricola, ma la peculiarità che la contraddistingue è che le fragole sono coltivate in una serra tecnologica e innovativa con sistema up and down, ovvero un sistema di movimentazione che permette di alzare e abbassare le canaline di coltivazione in modo alternato.

 

A raccontarci come funziona è Sofia Michieli, una Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie all'Università degli Studi di Padova e tanta voglia di innovare in modo sostenibile. "Le fragole - ci spiega - sono coltivate in serra fuorisuolo: sono alte da terra su canaline di coltivazione dove sono adagiati dei panetti, cioè dei sacchi di coltivazione contenenti fibra di cocco e perlite lunghi 1 metro dove sono inserite le piantine. Le canaline - continua Sofia - sono sospese e portate al tetto con dei fili di ferro e sono mobili; apparentemente è un unico piano posto ad un'altezza di circa 2 metri, ma poi con un motore si muovono e si creano due piani: praticamente una fila sale e una scende, una sale, una scende, una sale, una scende".

 

Un piano è ad un'altezza di circa 1 metro e mezzo, dove si svolgono le operazioni colturali e si raccolgono le fragole, l'altro invece arriva fino a circa 3 metri rimanendo in attesa di essere invertito con quello rimasto più in basso.

 

Le canaline si muovono e si creano due piani: una fila sale e una scende

Le canaline si muovono e si creano due piani: una fila sale e una scende

(Fonte foto: Azienda agricola Michieli)

 

Questo sistema up and down consente di aumentare la densità di piante coltivate per unità di superficie: in azienda hanno infatti raddoppiato il numero di piante per unità di suolo impiegata. C'è quindi un risparmio di suolo, un controllo di "apporti e sgrondi dell'acqua di irrigazione, una gestione delle nutrizione con precisione e una gestione in parte della temperatura e dell'umidità al fine di favorire l'ambiente di coltivazione", precisa Sofia Michieli.

 

Una sostenibilità ambientale che ben si sposa con quella sociale dal momento che la qualità del lavoro è migliore perché le attività si possono svolgere in piedi con maggiore comodità; col fatto che una canalina sale e una scende si crea lo spazio fisico affinché gli operatori possano passare in mezzo con un carrellino per raccogliere le fragole.

 

Sofia Michieli ha scelto di coltivare in serra in quanto quest'ultima si presta al controllo puntuale dei fattori produttivi

Sofia Michieli ha scelto di coltivare in serra in quanto quest'ultima si presta al controllo puntuale dei fattori produttivi

(Fonte foto: Azienda agricola Michieli)

 

Coltivazione in serra: focus sui vantaggi

Ma accanto a tutta questa innovazione, quali sono i vantaggi della coltivazione in serra rispetto al pieno campo? "I vantaggi si riconoscono nella possibilità di controllare i parametri della produzione che si riflettono in un'ottimizzazione della produttività della pianta e della qualità del prodotto", ci spiega Sofia.

 

La serra permette inoltre di allungare il periodo di raccolta, arrivando a raccogliere le fragole da fine aprile a fine giugno in primavera/estate e da fine settembre a fine novembre in autunno/inverno.

 

Dall'altro lato, lo svantaggio della serra è dato dal "costo iniziale dell'investimento: economicamente i costi di impianto e di gestione sono maggiori in serra" racconta Sofia. "L'investimento iniziale è molto importante e si aggira attorno ai 50 euro/metro quadro, ma grazie alla qualità del prodotto e ai mercati a cui questo può ambire, l'investimento è in grado di ripagarsi in diverse annualità".

 

Certo, la resa poi dipende da molti fattori, tra i quali "il clima delle stagioni, più nello specifico dalle temperature e dalla luminosità. Considerando varietà rifiorenti - precisa - una resa indicativa si aggira attorno ai 700 grammi/pianta".

 

Oggi presso l'Azienda agricola Michieli sono coltivate in 8mila metri quadri circa 50mila piante della varietà rifiorente Vivara che vengono poi vendute direttamente ai vari mercati ortofrutticoli.

Nel 2020 è stato anche registrato il marchio "Le fragole di Sofia" per "tutelare e valorizzare la sostenibilità del sistema di coltivazione della fragola con up and down".

 

Nel 2020 Sofia Michieli ha registrato il marchio 'Le fragole di Sofia'

Nel 2020 Sofia Michieli ha registrato il marchio "Le fragole di Sofia"

(Fonte foto: Azienda agricola Michieli)

 

Non solo fragole, sostenibilità anche nell'allevamento

L'azienda è nota principalmente per la coltivazione di fragole, ma si occupa anche di coltivazioni estensive (grano, mais e soia) e di allevamento avicolo.

 

Gli animali vengono allevati a terra rispettando tutti i canoni del benessere animale. "Hanno tutti gli accorgimenti: ventilazione, riscaldamento, raffreddamento, tutto quello che serve all'occorrenza in base alla stagione per mantenere il livello ottimale di benessere dell'animale. Tutto quanto - spiega Sofia - per creare l'ambiente migliore per l'animale affinché stia bene e di conseguenza cresca".

 

E nel futuro? Sofia Michieli non ha dubbi: "aumentare l'efficienza del sistema, ossia migliorare la produzione qualitativamente e quantitativamente, riducendo gli input produttivi grazie ad un controllo più puntuale dei parametri ambientali reso possibile con il monitoraggio, la raccolta dati e l'interconnessione".

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Azienda agricola Michieli - Le fragole di Sofia

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Via San Cassiano, 112 45030 Crespino Ro, Italia
Cellulare: 349 643 5660

Email: sofia.michieli@icloud.com


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