Nulla da fare anche questa volta: l'obbligo di assicurare i trattori e più in generale i mezzi agricoli, compresi quelli non circolanti su strada pubblica - per i quali, ricordiamo, è ufficiale dal 30 giugno 2024 -, rimane in vigore, nonostante i ripetuti tentativi di proroga.
Se con il Dl Milleproroghe si era ottenuto un primo rinvio (per i mezzi operanti in aree private) a fine giugno 2024, dalla scadenza della prima proroga i tentativi di posticipare l'entrata in vigore della norme sono stati un buco nell'acqua.
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DL Omnibus: la proroga salta ancora
Il tentativo fatto con il Dl Agricoltura ha prodotto solo lo stralcio degli emendamenti richiedenti la proroga e, uguale risultato si è ottenuto anche con il più recente tentativo fatto con il Dl Omnibus (n. 113) del 9 agosto 2024, pubblicato con modificazioni in Gazzetta Ufficiale lo scorso martedì 8 ottobre.
Anche in questo caso, nonostante l'impegno delle organizzazioni del settore agricolo capitanate da Federacma che da mesi segnala l'impossibilità del settore di adeguarsi così rapidamente al nuovo obbligo per mancanza di strumenti assicurativi adeguati, i cinque emendamenti presentati non hanno superato la fase di modifica della norma al Senato.
"Si tratta di una problematica che interessa tutti i dealer, almeno 100mila mezzi tra nuovi e usati e tantissimi agricoltori sull'intero territorio nazionale, con oltre un milione di mezzi" commenta Andrea Borio, presidente di Federacma. "Alle istituzioni chiediamo di convocare di un tavolo ministeriale tra rappresentanti della filiera e Ania, l'associazione delle imprese assicuratrici, per capire come adempiere alla nuova disposizione, definire idonei strumenti assicurativi e risolvere le complicazioni tecniche".
Il nuovo codice della strada non arriva
Nel frattempo, resta pendente in Senato il disegno di legge per la revisione del codice della strada contenete anch’esso alcuni emendamenti di proroga e una mozione per l'inserimento di una deroga speciale per i mezzi agricoli operanti solo su aree private.
La discussione al Senato per l'approvazione finale è prevista per la fine di ottobre ma, visti i pregressi, la possibilità di un ulteriore rinvio è più che probabile.