Lo stato di emergenza regionale in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nel territorio della Regione Autonoma della Sardegna è stato dichiarato il 30 luglio 2024 dalla Giunta regionale nel corso di una seduta appositamente convocata dalla presidente Alessandra Todde.

 

Lo scopo del provvedimento, che resterà in vigore sino al prossimo 31 dicembre, è quello di poter mettere in atto i necessari interventi per la gestione dell'emergenza attraverso ordinanze di protezione civile, adottate dalla presidente della Regione, in deroga alla normativa regionale.

 

Secondo quanto è scritto in una nota stampa ufficiale di Regione Sardegna "La delibera stabilisce che, con separati provvedimenti, si procederà allo stanziamento di ulteriori adeguate risorse per la gestione dell'emergenza in atto, rinviando a successive ordinanze di protezione civile la ripartizione delle risorse medesime tra i soggetti competenti sulla base delle analitiche quantificazioni dei fabbisogni".

 

Le direzioni generali dell'Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna, dei Lavori pubblici, della Protezione Civile e dell'Agricoltura, ciascuna per quanto di competenza, predisporranno ora una specifica relazione tecnico illustrativa necessaria per attivare, qualora ne ricorressero i presupposti, la richiesta al presidente del Consiglio dei Ministri per la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale.

 

Dopo la Sicilia, la Sardegna potrebbe così essere la seconda regione italiana a chiedere lo stato di emergenza nazionale a Palazzo Chigi, già deliberato il 6 maggio 2024 per la Regione Siciliana su richiesta della Giunta di Palazzo d'Orleans, presieduta da Vito Schifani, assessore regionale all'Agricoltura ad interim.

 

"Sulla base delle informazioni e dei dati, anche climatologici, disponibili e delle analisi prodotte dai competenti uffici, che identificano uno scenario in atto che può evolvere in una condizione emergenziale, e allo scopo di assicurare maggiore efficacia operativa e di intervento in relazione al rischio derivante da deficit idrico - ha spiegato la presidente Todde - vi è l'urgenza di ricorrere a prime e immediate misure di mitigazione del rischio volte a contenere gli effetti della crisi idrica in atto, che richiedono l'attivazione di procedure straordinarie come quella della dichiarazione dello stato di emergenza. In questo modo - ha spiegato Alessandra Todde - saremo in grado di mettere in atto i primi interventi urgenti, che adotteremo attraverso ordinanze di protezione civile, anche in deroga alla normativa in vigore".

 

Situazione di pericolo già a fine giugno

La decisione della Giunta Todde non arriva all'improvviso. Infatti, l'ultimo bollettino dell'Autorità di Bacino della  Regione Autonoma della Sardegna riportava che al 30 giugno 2024 erano presenti nel sistema degli invasi 1.048 milioni di metri cubi d'acqua, pari a circa il 57,5% del volume utile di regolazione autorizzato.

 

Il valore del volume idrico invasato al 30 giugno 2024 aveva poi subìto un decremento, pari a 98 milioni di metri cubi, rispetto al volume invasato al 31 maggio 2024. Per quanto riguarda l'indicatore di stato per il monitoraggio ed il preallarme della siccità dell'intera isola relativo al mese di giugno 2024, si registrava una condizione di "pericolo" o "allerta", con un valore dell'indicatore pari a 0,23.

 

Ma probabilmente la decisione della Giunta capitanata dalla Todde è scaturita da informazioni ulteriori ancora riservate, che indicano un ulteriore prevedibile peggioramento della situazione, dato che la pubblicazione dei dati sugli invasi al 30 luglio 2024 è attesa nei prossimi giorni, ma già in avanzata fase di elaborazione.

 

Non appena presa la decisione, non sono mancati i commenti delle organizzazioni agricole, che nelle ultime settimane avevano lanciato ripetuti appelli alla Giunta regionale, data la situazione verificatasi in molte parti dell'isola.

 

Confagricoltura: "Ora la Regione ci coinvolga nelle scelte"

"Bene ha fatto la Giunta Todde ad approvare oggi la dichiarazione di stato di emergenza regionale per siccità che sta interessando diversi territori della Sardegna e a prevedere inoltre lo stanziamento di risorse straordinarie per affrontare la crisi. Ora la Regione ci coinvolga rapidamente per aggiornarci su quali sono stati gli esiti della delimitazione territoriale dei comuni interessati dal fenomeno o, qualora non siano stati ancora completati, come si intende procedere per definirli in tempi celeri". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, nel commentare la delibera approvata il 30 luglio scorso dalla Giunta regionale sarda.

 

"Siamo pronti a sederci ai tavoli regionali - ha proseguito Mele - già da subito per definire gli interventi finanziari e di somma urgenza a sostegno delle aziende agricole e affinché si possa lavorare quanto prima nell'individuare i progetti infrastrutturali utili a risolvere le criticità che vanno dalle perdite delle condotte idriche, spesso sopra il 50%, alla interconnessione tra le dighe della Sardegna".

 

"Non è più accettabile che invasi quasi vuoti non possano riceve l'acqua da invasi, vicini poche decine di chilometri, che superano l'80% di riempimento, come sta accadendo questa estate tra il 'Maccheronis sul Posada' e 'Pedra e Othoni sul Cedrino'", ha concluso il presidente regionale di Confagricoltura.

 

Coldiretti: "Subito interventi per le aziende in difficoltà"

Coldiretti Sardegna plaude alla dichiarazione dello stato di calamità naturale che la Regione ha approvato nell'ultima seduta di Giunta ma ora "ci aspettiamo che arrivino subito gli interventi conseguenti e che le imprese agricole e di allevamento si aspettano per superare la crisi in atto", sostengono presidente e direttore Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba.

 

"Al momento sono ingenti le perdite subite dai nostri agricoltori e allevatori a causa della mancanza d'acqua tra aumento dei costi di produzione e di reperimento delle risorse idriche - aggiungono - ma di giorno in giorno la situazione si fa sempre più difficile. Gli interventi dell'Assessorato dell'Ambiente che si è speso per sostenerci non sono sufficienti - spiegano - adesso serve la parte più importante dell'aiuto con il coinvolgimento degli altri assessorati per rispondere alle esigenze delle nostre aziende ormai allo stremo".