Sfide climatiche senza precedenti, riforme cruciali e proteste che hanno fatto rumore: il 2024 è stato un anno imprevedibile, tumultuoso e ricco di eventi per il mondo agricolo.
Abbiamo provato a selezionare, secondo il nostro umile giudizio, quelle che sono state le notizie più importanti dell'anno. Sono tutte importanti a modo loro, ma le abbiamo ordinate in un piccolo conto alla rovescia per restare in tema con lo spirito di fine anno.
Per ricordare fatti che sembrano lontanissimi ma non lo sono, per approfittare del proverbiale senno di poi, per ripercorrere vicende durante mesi, per capire cosa ci aspetta nel futuro.
Non abbiamo la pretesa di essere esaustivi, né che tutti condividano le nostre scelte: si accettano, come sempre, suggerimenti e idee all'indirizzo redazione@agronotizie.it.
10 - Elezioni europee e nuova Comagri: l'agricoltura che verrà
Le elezioni europee 2024 si sono tenute dal 6 al 9 giugno; per la precisione in Italia si è votato sabato 8 e domenica 9 giugno.
Hanno riguardato l'elezione di 720 eurodeputati (quindici in più rispetto allo scorso mandato), di cui quarantotto membri della Comagri, ovvero della Commissione parlamentare che si occupa di agricoltura.
Il 27 novembre il lussemburghese Christophe Hansen e l'italiano Raffaele Fitto sono stati confermati, rispettivamente, commissario all'Agricoltura e vicepresidente esecutivo con delega al Coordinamento delle Politiche Agricole.
Ma cosa aspettarsi ora? I temi chiave includono la revisione della Pac per gli anni 2028-2034, nuove normative per la sostenibilità e la gestione delle risorse agricole.
La nuova Comagri è quindi chiamata a prendere decisioni che definiranno il futuro del budget agricolo europeo, la riduzione della burocrazia e il ruolo dell'Europa nella sovranità alimentare. Senza lasciare in secondo piano le sfide del cambiamento climatico e l'inclusione di nuovi Stati membri.
9 - Peste suina africana, emergenza senza fine
Nel 2024, la peste suina africana ha continuato a rappresentare una grave emergenza in Italia, con oltre 1.600 casi nei cinghiali e diversi focolai in allevamenti. Il virus, trasmesso da fauna selvatica e prodotti contaminati, minaccia l'intera filiera suinicola.
Il nuovo commissario Giovanni Filippini ha avviato misure straordinarie, come il depopolamento dei cinghiali, barriere fisiche e protocolli di biosicurezza, per arginare il virus. Basteranno?
8 - Addii definitivi
Il 2024 è stato l'anno dell'uscita di scena di molecole chiave come il dimetomorf, utilizzato contro la peronospora della vite, e l's-metolachlor, erbicida per il mais.
Continua dunque, e continuerà anche nel 2025, il trend di riduzione delle molecole di sintesi: un problema per gli agricoltori, che vedono diminuire le opzioni per difendersi da patogeni e infestanti, aumentando il rischio di resistenze e riducendo la flessibilità nei programmi di difesa.
La transizione verso metodi alternativi richiede tempo e investimenti, lasciando gli agricoltori in difficoltà nel breve termine.
7 - L'inverno dello scontento
Sembra lontanissimo, ma in realtà non è passato nemmeno un anno: in gennaio l'Italia è stata teatro di una grande mobilitazione agricola, riflesso del profondo malcontento di una categoria in forte difficoltà.
Gli agricoltori italiani, esasperati dalla nuova Pac e da politiche percepite come penalizzanti, sono scesi in strada con migliaia di trattori e un messaggio forte e chiaro: "Siamo arrabbiati".
Tra le criticità principali l'aumento dei costi di produzione, il ritorno dell'Irpef agricola, la volatilità dei prezzi e regolamenti ritenuti inapplicabili e troppo distanti dalla realtà vissuta quotidianamente dagli agricoltori.
Manifestazioni che riflettono una tensione diffusa in tutto il comparto europeo, dove problemi simili hanno acceso proteste anche in altri Paesi, come Spagna, Germania, Francia e Olanda.
Gli esiti, seppur parziali, hanno portato all'apertura di tavoli di discussione con il Governo e all'impegno di rivedere alcune misure, come per esempio l'abolizione del 4% di terreni lasciati a riposo (vedi più sotto). Rimane però evidente il disagio di una categoria troppo spesso "dimenticata" da chi governa e legifera. Questo primo grande caso mediatico dell'anno ha sottolineato il ruolo cruciale degli agricoltori e la loro capacità di catalizzare l'attenzione.
Ma alla fine cosa hanno ottenuto gli agricoltori? In questo video di meno di cinque minuti il nostro inviato a Bruxelles, Alessio Pisanò, spiega in modo molto semplice cosa è cambiato a seguito delle proteste agricole.
Tutto (in breve) sulle proteste degli agricoltori
6 - AgriCat, tra promesse e delusioni
È nato nel 2023 e già nel 2024 ha fatto parlare di sé: il Fondo AgriCat è uno strumento mutualistico per proteggere gli agricoltori italiani da rischi come gelate, siccità e alluvioni.
AgriCat prometteva di garantire ristori tempestivi e semplificare l'accesso agli aiuti. Si rivolge agli agricoltori percettori dei pagamenti diretti del Primo Pilastro: in quanto percettori di aiuti diretti Pac, questi agricoltori sono automaticamente anche coperti dal Fondo AgriCat per i rischi catastrofali (gelo e brina, siccità e alluvione), e sono quindi soci di diritto e di fatto del Fondo.
Finanziato con il 3% dei pagamenti Pac e integrato da risorse pubbliche, garantisce una copertura automatica per circa 730mila agricoltori, utilizzando indennizzi calcolati su valori tabellari e non al valore di mercato del prodotto, come per il mondo assicurativo (i valori AgriCat sono un po' inferiori).
Tuttavia, a settembre ci sono stati problemi significativi che hanno suscitato le ire del mondo agricolo: ritardi nei pagamenti, mancanza di trasparenza nei calcoli, errori nella delimitazione delle aree colpite e difficoltà nell'uso della Carta dei Suoli.
Una delle questioni da dirimere, oltre ai problemi nella raccolta dei dati sui danni, sembra essere il rispetto delle norme di demarcazione tra i vari strumenti di gestione del rischio, cioè da quanto coperto dalle polizze incentivate e quanto assicurato dal Fondo AgriCat: è infatti importante evitare forme di sovracompensazione che sarebbero sanzionate dalla Unione Europea. Una questione che forse potrebbe aver portato ad errori ed a respingere in tutto o in parte anche pratiche pagabili.
5 - Salute mentale degli agricoltori: non è più un tabù (finalmente!)
Stress, isolamento, burocrazia e pressioni economiche pesano sulla categoria, con episodi di burnout e, nei casi più estremi, suicidi: la salute mentale degli agricoltori è un tema di cui si è sempre parlato poco e malvolentieri. Ma finalmente nel 2024 ha iniziato a emergere dall'ombra e a entrare di diritto nel dibattito pubblico.
È fondamentale riconoscere il peso di questi problemi e affrontarli, senza vergognarsi. Come? Parlare apertamente e coinvolgere istituzioni e sindacati può aiutare a trovare soluzioni concrete per difendere l'unica categoria che produce cibo, essenziale per la vita e la salute dell'intera società. Difficile sì, ma non impossibile.
4 - Trattori, assicurazioni e burocrazia
Quest'anno la normativa sulle assicurazioni dei trattori ha portato agli agricoltori un altro capitolo pieno di grattacapi e burocrazia.
Che nel 2024 cambiassero le regole si sapeva, ma il come è meno chiaro. Il Decreto Legislativo 184/2023, recependo una direttiva europea, ha esteso l'obbligo di assicurazione anche ai mezzi agricoli non circolanti su strada, utilizzati esclusivamente in aree private.
In febbraio il Decreto Milleproroghe ha posticipato l'applicazione al 30 giugno 2024, ma le ambiguità rimangono.
Ad alimentare la confusione, interpretazioni discordanti su concetti come "rischio statico" e l'assenza di polizze dedicate per mezzi non targati o fermi in azienda.
3 - Pac: un anno di sfide
Nel 2024 gli agricoltori hanno iniziato a prendere dimestichezza con la nuova Pac, entrata in vigore il primo gennaio 2023. Ma se lo scorso anno è stato un anno di rodaggio, nel 2024 i giochi si sono complicati, anche perché molti obblighi introdotti dalla nuova Pac hanno valenza biennale e dunque eventuali infrazioni si sono fatte sentire quest'anno.
Tuttavia quest'anno abbiamo anche visto un'importante riforma all'insegna della semplificazione: gli Stati membri ora avranno la possibilità di cambiare i piani strategici nazionali e concedere deroghe temporanee sulle Bcaa.
E l'ondata di proteste di gennaio ha portato altri cambiamenti: con retroattività già dal primo gennaio 2024, troviamo l'abolizione del 4% di terreni lasciati a riposo (Bcaa 8), un ammorbidimento della rotazione colturale obbligatoria (Bcaa 7) e lo stop ai controlli per chi ha meno di 10 ettari.
Il 2024 è stato però anche l'anno della delusione per i pagamenti per gli Ecoschemi 4 e 5, minori del previsto.
Per garantire il rispetto delle norme e semplificare i controlli è stato introdotto il sistema satellitare Ams, che monitora le aziende agricole.
Questi cambiamenti segnano un passo verso una Politica Agricola Comune che cerca di coniugare attenzione verso l'ambiente e necessità degli agricoltori. Tuttavia, il settore lamenta che l'attuale Pac richiede troppi sforzi da parte degli agricoltori, che si trovano a faticare per ottenere un giusto reddito dal loro lavoro.
E rimane ancora molto da fare sul fronte della semplificazione: rimangono infatti le difficoltà legate alla complessità burocratica e agli impegni ambientali più stringenti.
In altre parole, nell'attuale Pac gli agricoltori, per avere gli stessi soldi della scorsa programmazione devono rispettare molte più regole. E dal 2026 scatta anche l'obbligo di comunicare digitalmente alla Commissione Ue, tramite gli Organismi pagatori e i Caa, tutte le attività svolte in campo.
2 - Cambiamento climatico, agricoltori al limite
Il cambiamento climatico ha riscritto nel 2024 le regole dell'agricoltura italiana.
In Sicilia, la siccità ha messo in ginocchio il settore con bacini idrici a secco, animali morenti per la sete e viti bruciate dal sole. A distanza di mesi, quelle immagini sono ancora negli occhi di tutti.
In Emilia Romagna invece le alluvioni dell'autunno hanno sommerso campi e devastato infrastrutture, azzerando i raccolti e aggravando una situazione già critica dopo i danni ancora irrisolti dell'alluvione 2023.
L'esasperazione degli agricoltori cresce: molti si chiedono se valga la pena proseguire in un lavoro sempre più incerto, sentendosi abbandonati dalle istituzioni e impotenti davanti agli stravolgimenti di un clima impazzito.
Serve un cambio di passo: sistemi irrigui più efficienti, prevenzione idrogeologica, ottimizzazione della gestione delle acque, investimenti nella ricerca di varietà vegetali resistenti alla siccità, pratiche sostenibili per adattarsi al clima che cambia. Solo così si potrà garantire un futuro per l'agricoltura italiana.
1 - Tecnologia: adattarsi per sopravvivere
Il 2024 è stato un anno ricco di innovazione tecnologica in agricoltura: tecnologie che fino a qualche anno fa erano purissima fantascienza oggi sono usate in campo ogni giorno.
Agricoltura di precisione, droni, sensoristica, intelligenza artificiale, robotica e vertical farming promettono di ottimizzare le risorse, ridurre l'impatto ambientale e aumentare la produttività. Tuttavia, limiti come i costi elevati, la complessità di implementazione e il consumo energetico sono difficoltà che gli agricoltori si trovano spesso ad affrontare.
Ma è necessario trovare un modo per superare questi ostacoli. Innovare non è infatti solo una necessità per garantirsi un futuro, ma può essere anche - perché no - un modo per partecipare alla creazione di quel futuro: basta guardare ai progressi avvenuti nel 2024 per immaginarsi l'accelerazione tecnologica dei prossimi anni. Fa quasi girare la testa.
Fine anno, tempo di bilanci. AgroNotizie® non fa eccezione: abbiamo deciso di guardare indietro ai dodici mesi appena trascorsi per fare il punto sul 2024 e provare a indovinare quello che ci attende nel 2025.
Nel mese di dicembre faremo un viaggio in dieci articoli attraverso i momenti più significativi dell'anno. Combinando dati, storie e analisi, ogni articolo si concentra su un tema specifico per offrire un punto di vista diverso sul settore agricolo nel 2024.
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