Continua a consolidarsi la riduzione del passivo della bilancia commerciale cerealicola italiana. Secondo i dati di Anacer, relativi ai primi sette mesi del 2024 (gennaio-luglio), rispetto allo stesso periodo 2023, si è registrato un lieve incremento del valore dell'export (3.542,7 milioni contro i 3.486,9 del 2023), ma soprattutto un forte calo dell'esborso per l'import (5.151,7 milioni contro i 5.736,7 del 2023).

 

La combinazione di questi due fattori porta il deficit strutturale netto a 1,6 miliardi di euro rispetto ai quasi 2,25 del periodo gennaio-luglio 2023. L'import vede un forte calo in valore (-585 milioni di euro), nonostante il consolidamento della crescita quantitativa, trainata dal grano tenero (+796mila tonnellate) e dal mais (+620mila tonnellate). Lievi aumenti anche per grano duro (+88.500 tonnellate) e orzo (+55.800 tonnellate). Scendono gli arrivi di riso (-18mila tonnellate), mentre continua il trend positivo dell'import di farine proteiche vegetali (+41.500 tonnellate).

 

Positivo sia in valore (+55,7 milioni di euro) che in quantità (+344mila tonnellate) il dato tendenziale dell'export. Ottime performance per i prodotti a valore aggiunto, ovvero pasta (+132mila tonnellate) e prodotti trasformati (+36,7%). Crescono anche le farine di grano tenero (+23.500 tonnellate), dei mangimi a base di cereali (+16mila tonnellate) e del riso (+46.600 tonnellate). Stabili le quantità di semola di grano duro, mentre scendono le vendite dirette estere di cereali in granella (-24mila tonnellate).