“C'è da chiedersi a che siano serviti un intero anno di negoziazioni supplementari - rinvio che ha portato al procrastinarsi delle decisioni in merito al regolamento europeo di vinificazione biologica provocando un danno non irrilevante ai produttori europei - nonché le montagne di analisi e di prove sperimentali effettuate, se ieri lo Scof, Standing committee on organic farming ha ricevuto una bozza di regolamento, su cui andrà a dibattere e votare, che riprende tutto l'impianto della bozza dello scorso anno, ma anziché che risolvere la questione dei solfiti acuisce la discriminazione tra zone viticole”.

Con queste parole Andrea Ferrante, presidente nazionale di Aiab, commenta il tormentato iter istituzionale del regolamento europeo per la vinificazione biologica.

 
La bozza presentata prevede due parti sconcertanti, entrambe legate all'uso dei solfiti:

1. limiti d'uso legati alla zona: sui vini secchi (rossi e bianchi) -50mg/l rispetto ai limiti del convenzionale per i vini prodotti con uve della zona C (ovvero Italia), ma -30mg/l per i vini delle zone A e B (ovvero Germania, Francia centrale e settentrionale ecc.). Tutti gli altri vini rimangono a -30mg/l (rispetto al convenzionale) in tutte le zone;

2. oltre ai deboli limiti proposti, possibilità di ulteriore deroga in caso di condizioni climatiche avverse, concesse dagli Stati Membri anche su singole aziende e solamente comunicate a Commissione ed altri Stati.

“In pratica le aree dove davvero si produce il vino, Italia, Spagna, Portogallo e Francia del Sud - spiega Cristina Micheloni del Comitato scientifico Aiab - dovranno subire limiti più restrittivi, che per altro son ben disposte ed in grado di accettare, mentre il resto d'Europa farà solo finta di porsi delle limitazioni”.

“Sottolineamo inoltre – denuncia Micheloni - come la zonizzazione nell'uso della solforosa non abbia alcun fondamento tecnico o scientifico. Infatti la necessità d'uso è legata non tanto alla zona ed al suo clima, ma alla tipologia di vinificazione e di vino che si vuole ottenere. Se è vero che lo scorso anno la proposta venne ritirata perché ritenuta già al limite della decenza, ci chiediamo come mai quest'anno il decoro della Comunità europea abbia così ceduto da consentire la presentazione di tale aberrante documento”.