
Emergenze fitosanitarie: aggiornamento di febbraio 2025
Riguarda trentadue sostanze attive, di cui cinque non approvate nella Unione Europea
Riguarda trentadue sostanze attive, di cui cinque non approvate nella Unione Europea
Varietà di lampone giallo con ciclo di maturazione precoce e regolare. La pianta presenta portamento semi-eretto, di buona rusticità e rifiorente.Frutto di forma conica, colorazione gialla e dal buon sapore delicato.
Insetticida a base di Spinosad. Codice IRAC: 5.
Fungicida sistemico e di contatto per l'impiego su vite, agrumi, olivo, lattughe e insalate, erbe fresche e fiori commestibili, kaki, avocado, frutti di piante arbustive, piccola frutta e bacche, ananas, patata, pomodoro, melanzana, peperone, fragola. Meccanismo d'azione: FRAC P 07.
Prodotto ad azione specifica (con azione sul suolo) - Inoculo di funghi micorrizici
Concime organo-minerale NPK(CaO-SO3)+C 3-12-5(16-6)+18
Prodotto | Tipologia | Descrizione |
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Rubus idaeus
Il lampone è il frutto delle piante di Rubus idaeus (lampone europeo), in genere ha frutti rossi, ma anche gialli e neri o violacei. Vi sono anche le seguenti tipologie: Rubus strigosus, Rubus occidentalis, Rubus neglectus. Possono essere uniferi o rifiorenti. Appartiene al gruppo commerciale dei piccoli frutti. E’ tipico del sottobosco. I lamponi sono molto apprezzati per la loro capacità energetica e dissetante, ma anche per essere una buona sorgente di vitamine. Sono inoltre impiegati per fare liquoiri, bevande, prodotti dolciari e nel settore farmaceutico come correttivi dell'odore e del sapore. I polifenoli presenti conferiscono ai frutti ottime proprietà antinfiammatorie. Il loro valore cresce grazie agli aspetti legati alla differenziazione colturale, all’elevata redditività, alla valorizzazione delle aree marginali e alle preferenze dei consumatori sempre più attenti alla salubrità e alle proprietà nutraceutiche. Fra le varietà più diffuse: Heritage, Tulameen, Malahat, Rossana.
FONTE DATI: QdC® - Quaderno di Campagna®
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L'applicazione dei fertilizzanti azotati sulla base del Nitrogen Nutrition Index (NNI) consente un risparmio importante di concime, a parità di produzione di granella. Ce ne parla Carolina Fabbri, ricercatrice dell'Università degli Studi di Firenze che ha condotto uno studio di quattro anni in Toscana
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