I modelli previsionali confermano sul lungo periodo un mese piuttosto freddo, come quelli di una volta, tant'è che le prossime settimane si preannunceranno assai dinamiche con frequenti perturbazioni influenzate da cospicui apporti nordatlantici.

 

Con il primo giorno di dicembre inizia ufficialmente l'inverno meteorologico e percepiremo con buone probabilità il passaggio di testimone tra le due stagioni. L'assetto barico sul continente europeo verrà difatti conteso da un lato dalle gelide correnti in scorrimento sulle aree più settentrionali, mentre dall'altro condizionato da una serie di perturbazioni pronte a investire gli Stati occidentali e parte del bacino del Mediterraneo, predisponendo tutti gli elementi essenziali per un contesto esplosivo.

 

In prima battuta assisteremo difatti ad un profondo affondo depressionario in discesa dal Polo Nord, indicativamente all'interno della prima decade di dicembre, il quale investirà l'Europa centrale e successivamente anche l'Italia, provocando una netta flessione delle temperature con valori al di sotto delle medie tipiche del periodo.

 

Inizio dicembre molto movimentato

Nei primi giorni del mese, quindi già nel corso di questa settimana, è attesa una nuova perturbazione accompagnata da correnti più fredde, le quali provocheranno una diminuzione termica portando le temperature su valori leggermente al di sotto della media, quindi tipicamente invernali. Avremo pertanto un po' di freddo e di maltempo accompagnato anche da nevicate oltre 600-1.000 metri sui rilievi del Nord e a quote un po' più alte lungo la dorsale appenninica del Centro.

 

Una breve tregua, con tempo più stabile e temperature in rialzo, caratterizzerà il periodo tra il 6 e il 7 dicembre. Tuttavia, sarà ben presto interrotta da un'altra perturbazione fredda, che culminerà proprio per l'Immacolata con una nuova flessione termica, soprattutto al Centro Nord, momenti piovosi in tutta Italia e nevicate sulle zone montuose, anche a quote collinari sulle Alpi.

Ma l'inverno potrebbe il meglio di sé nella fase successiva.

 

Condizioni da pieno inverno: neve in pianura?

Nel corso della seconda decade, tra 9 ed il 15 dicembre, una serie di vortici depressionari potrebbero approfondirsi sul Mediterraneo, innescando parentesi di maltempo con precipitazioni diffuse su diverse delle regioni italiane.

 

Ecco che la nostra penisola si ritroverà in una sorta di morsa, stretta tra il freddo da una parte e una perturbazione dall'altra. Attenzione perché il contesto termico lasciato dai precedenti affondi freddi potrebbe potenzialmente portare la neve fino a quote molto basse o addirittura al piano. Tutto dipenderà dall'assetto barico sullo scacchiere europeo, in particolare dall'esatta collocazione dei minimi depressionari e dalla dinamica delle correnti intorno ad essi.

 

La fase più fredda del mese sarà quindi probabilmente quella tra mercoledì 11 e sabato 14 dicembre, quando un flusso di correnti gelide in discesa dall'Artico colpirà il Paese innescando un brusco calo delle temperature e anche diffuso maltempo, ove la neve potrebbe imbiancare Alpi e Appennino fino a quote di bassa collina o pianure limitrofe. L'inverno sembra quindi far sul serio.

 

Durante le giornate che precederanno le festività natalizie, tra il 15 e il 22 dicembre, sarà invece probabile una fase più stabile con una generale assenza di fenomeni e soprattutto relativamente mite, con temperature in linea con le medie del periodo o poco oltre.

 

Natale e Santo Stefano

Al momento lo scenario più probabile per le feste natalizie propende per una fase relativamente asciutta e mite: quindi, se dovesse essere confermata questa tendenza, anche per quest'anno niente Bianco Natale. Tuttavia, l'inverno potrebbe ripresentarsi nell'ultima parte di dicembre, quando gli indici tendono verso un'altra poderosa ondata di freddo nordatlantico. Le proiezioni, infatti, vedono la possibilità di una nuova irruzione di correnti fredde nei giorni precedenti il Capodanno, per un fine 2024 all'insegna di gelo e neve.

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