Il ciliegio dolce è soggetto al fenomeno del cracking ("spacco"), ovvero una fisiopatia che causa la rottura meccanica dell'epidermide dei frutti, quando in concomitanza con la fase di maturazione ci sono piogge molto intense e umidità atmosferica elevata.

 

Basti pensare che quest'anno in Italia si sono registrati 61 eventi estremi tra nubifragi, tornado, grandinate, ondate di calore e tempeste di vento dopo un inverno estremamente siccitoso. Tali condizioni per esempio hanno distrutto il 60% della produzione di ciliegie solo in Campania che sono "esplose" per l'eccesso di acqua.

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Essendo il cracking riconosciuto come la problematica principale nella difesa in ceraseto, i frutticoltori devono adottare metodi di prevenzione efficaci per poter mitigare i danni e non incorrere in ingenti perdite economiche.

 

Meglio prevenire che curare

La protezione dal cracking prevede l'utilizzo di diversi sistemi: chimici, tecnico fisici e genetici.

 

I sistemi chimici utilizzano prodotti a base di calcio, solfato di alluminio e rame. Ma anche prodotti con ormoni ed inibitori del metabolismo, antitraspiranti e bagnanti. I sistemi tecnico fisici invece prevedono principalmente l'utilizzo di teloni antipioggia. Infine, i sistemi genetici usano varietà di ciliegio resistenti o tolleranti alla fisiopatia.

 

Vediamo nel dettaglio alcune delle metodologie più tradizionali usate nel ceraseto per i ridurre i danni da spacco.

 

Coperture protettive

Prove sperimentali svolte in campo hanno evidenziato che l'utilizzo di tre diversi sistemi antipioggia, applicati su filari composti da una varietà mediamente sensibile (Grace Star*) ed una sensibile (Lala Star*) al cracking, ha portato in tutti e tre i casi ad una significativa riduzione dei danni alla ciliegia con differenze minime fra un sistema e l'altro.

 

Inoltre, le coperture permettono un adeguato passaggio della radiazione luminosa, senza quindi incidere negativamente sulla fotosintesi e sulla resa finale. Da un punto di vista qualitativo però si potrebbero verificare conseguenze alle caratteristiche organolettiche delle ciliegie delle varietà più moderne.

 

Per esempio, una riduzione della colorazione della ciliegia o una variazione nel contenuto di antiossidanti potrebbe far perderle parte delle caratteristiche per cui quella determinata varietà è stata selezionata.

 

È perciò necessario valutare bene l'influenza che questi sistemi di difesa hanno nei confronti delle caratteristiche organolettiche e nutrizionali dei frutti, in quali areali possono essere utilizzati e tenere in considerazione che i frutti delle cultivar suscettibili possono spaccarsi anche con un'elevata umidità atmosferica senza la presenza di piogge.

 

Infine, i teli antipioggia si rivelano funzionali anche nel proteggere il ceraseto dagli attacchi di Drosophilla suzukii. Una doppia protezione che rende ancora più giustificabile gli alti costi iniziali di impianto.

 

Trattamenti fogliari minerali

La distribuzione per aspersione sulla chioma dei prodotti a base di cloruro di calcio viene consigliata quando la ciliegia si trova nella fase di indurimento del nocciolo, perché è in questo momento che è più suscettibile alla fisiopatia.

 

L'obiettivo dei trattamenti è quello di ridurre l'assorbimento di acqua attraverso la cuticola del frutto, oppure rendere più elastici i tessuti aumentando così la resistenza meccanica del frutto stesso.

 

Il calcio non solo mitiga gli effetti del cracking ma migliora anche la qualità e prolunga la shelf life delle ciliegie dopo la raccolta.

 

Per proteggersi dai danni causati dallo spacco i cerasicoltori possono fare affidamento su diversi sistemi

Per proteggersi dai danni causati dallo spacco i cerasicoltori possono fare affidamento su diversi sistemi (Foto di archivio)

(Fonte foto: © hyper - Adobe Stock)

 

Tuttavia, il calcio, pur essendo economico e di rapida applicazione, risulta poco efficace perché facilmente dilavabile; quindi, non adatto in tutti gli areali di coltivazione. Inoltre, il suo impiego può comportare l'imbrattamento dei frutti aumentando i costi aziendali.

 

In passato si utilizzava come metodo preventivo anche i sali di rame che presentava un'ottima riduzione dell'incidenza da spacco, ma la fitotossicità dell'elemento ne ha sconsigliato l'utilizzo.

 

Gli svantaggi di questi metodi hanno portato il settore a trovare nuove molecole minerali come, ad esempio, il silicato di sodio.

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Le prove sperimentali hanno messo in evidenza che il silicato di sodio riduce il cracking del ciliegio in maniera analoga, se non superiore, al cloruro di calcio. Si dimostra soprattutto una strategia di difesa molto efficace se si usa in zone di coltivazione caratterizzate da piogge poco frequenti nelle fasi di pre raccolta.

 

L'efficacia del silicato di sodio è riconducibile a un miglioramento delle proprietà meccaniche del frutto, in particolare dell'elasticità delle cellule che compongono la cuticola. Inoltre, il silicio ha proprietà idrofobe e i depositi di questo minerale sulla cuticola limiterebbero di molto l'ingresso dell'acqua nei tessuti interni.

 

Miglioramento genetico e innovazione varietale

Rispetto al passato il panorama varietale del ciliegio si sta ampliando e diversificando sempre di più per fare fronte alle vecchie e nuove esigenze del settore.

 

Le cultivar di ciliegio, a prescindere dal loro periodo di raccolta, vengono classificate in molto suscettibili, mediamente suscettibili e tolleranti al cracking.

 

Impiantare varietà tolleranti rappresenta ancora una delle opzioni migliori per ridurre le perdite economiche, nonostante l'introduzione di portainnesti nanizzanti che consentono ai cerasicoltori di utilizzare gli impianti antipioggia che però non sono funzionali in tutti gli ambienti.

 

Pertanto, è in corso un intenso lavoro di miglioramento genetico su cultivar già esistenti, cioè che sono state selezionate in passato, per ampliare la disponibilità futura di piante tolleranti alla fisiopatia.

 

Non essendoci ancora protocolli fenotipici attendibili i genetisti possono osservare il carattere della resistenza, accumulando negli anni dati e osservazioni negli areali dove le piogge sono più intense, e valutando poi i programmi di incrocio.

 

Attualmente la scelta varietale per il carattere della tolleranza al cracking è rappresentata soprattutto da Black Star*, Regina, Adriana, Starblush® e Stardust®.

 

Ma perché esiste lo spacco?

Il cracking è un fenomeno altamente complesso e non di facile soluzione perché concorrono diversi fattori ambientali, genetici, fisiologici e agronomici.

Per spiegare a livello fisiologico cosa scatena questa fisiopatia ci sono due teorie principali: il "turgore critico" e la "cerniera lampo".

 

La prima teoria, quella del "turgore critico", spiega che il cracking è causato dall'assorbimento eccessivo di acqua da parte delle cellule che compongono la polpa del frutto. Quest'ultime aumentando di volume, ovvero di turgore, superano la soglia di elasticità dell'epidermide causando delle macrofratture più o meno estese ai tessuti esterni.

 

La seconda teoria, quella della "cerniera lampo", spiega che il cracking è causato da un assorbimento eccessivo di acqua, che si infiltra grazie alla presenza di microfratture, da parte delle cellule che compongono la polpa. La rottura delle cellule causa la fuoriuscita di acido malico che porta al collasso dell'intera struttura del tessuto.

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Bibliografia

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Bertelli, Mattia. "Effetto della copertura con reti protettive monofila su un impianto ad alta densità di ciliegio (Prunus avium L.)". 2018

Sorrenti, Giovambattista, et al. "Efficace l’impiego di silicato di sodio e cloruro di calcio per ridurre lo spacco dei frutti". Rivista di frutticoltura e di ortofloricoltura, 2008, 3: 8-12