Animale eclettico il coniglio. La sua carne è considerata fra le migliori, anallergica e povera com'è di sodio, colesterolo e grassi. E ovviamente ricca di proteine, come si conviene a tutte le carni. Le sue caratteristiche produttive sono eccellenti, superiori a quelle di altre specie. Una femmina e la sua prole può produrre in un anno il doppio di una possente e pesante vacca. Quest'ultima al massimo ci darà un vitello all'anno, di circa 50 chili. La nostra coniglia, insieme alla sua prole, può arrivare a 100 e passa chili di carne. E non è finita qui. Il coniglio può fare a meno dei cereali e dunque non entra in competizione, dal punto di vista alimentare, con l'uomo. Non è un caso se molti progetti di lotta alla fame nel mondo si sono affidati al coniglio.
Troppo bello
Ma il coniglio ha un problema. Più morbido di un peluche, suscita tenerezza e simpatia. Non è un caso se fra i più amati protagonisti dei cartoons troviamo per l'appunto conigli. E allora non c'è da stupirsi se in molte case ha preso il posto di un gatto o di un cane. Ma quando un coniglio entra in casa esce, ovviamente, dalla cucina.
Contro gli allevamenti
Ecco spiegate le iniziative che vorrebbero assimilare i conigli agli animali da affezione e vietarne l'allevamento a fini nutrizionali. Con la consueta efficacia anche la Lav, Lega Antivivisezionista, ha lanciato una campagna che va in questa direzione. Campagna che rischia di mettere sul lastrico le migliaia di allevamenti che producono circa 40mila tonnellate di carni di coniglio ogni anno. Ma le sole motivazioni economiche e sociali, si dirà, non sono una giustificazione.
Due ruoli
Ma il coniglio è un animale da compagnia o un ottimo produttore di carne? Entrambe le cose, ma senza fare confusione. Alcune razze di piccola taglia, come l'Ermellino o l'Ariete nano, ad esempio, possono adattarsi alla vita in appartamento, mentre le razze da carne e gli ibridi oggi allevati nei moderni allevamenti, non si troverebbero altrettanto bene fra le mura domestiche. In ogni caso non bisogna dimenticare che anche questi “mini-conigli”, al pari dei loro fratelli più grandi, dispongono di denti aguzzi e unghie affilate. E che la proverbiale timidezza di questi animali può lasciare il posto ad una imprevedibile aggressività.
C'è benessere negli allevamenti
Chi ama i conigli non dovrebbe allora demonizzare chi li alleva, ma semmai pretendere, come avviene di regola, che siano rispettate le norme sul benessere. Norme che gli stessi allevatori hanno interesse a osservare. Perché un coniglio trattato male o muore o si ammala. E se va bene non cresce, mandando in fumo i già magri guadagni dell'allevamento.
11 gennaio 2016 Zootecnia