Il 20 dicembre 2024, a seguito dell'intesa sancita in Conferenza Stato Regioni, il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha firmato il Decreto che consente anche in Italia la produzione di vino dealcolato o parzialmente dealcolato. Il Decreto, in attesa di essere vagliato dalla Corte dei Conti, è stato già pubblicato sul sito del Masaf.

 

Si tratta di una novità importante per il mondo enologico italiano, dato che con il Decreto Masaf del 20 dicembre scorso si attua il Regolamento Ue n 1308 del 2013, successivamente modificato, che già oltre 11 anni fa ha dettato le linee guida per i vini dealcolati nell'Unione Europea. Dopo un intenso confronto, è stato ammesso il termine "dealcolato" al posto di "deacolatizzato" come richiesto dalla filiera.

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Il Decreto rende possibile "ridurre parzialmente o totalmente il tenore alcolico dei vini, dei vini spumanti, dei vini spumanti di qualità, dei vini spumanti di qualità di tipo aromatico, dei vini spumanti gassificati, dei vini frizzanti e dei vini frizzanti gassificati". Questo significa che tutti i vini fermi di qualità - Docg, Dop e Igp - sono fuori dalla possibilità di venire dealcolati.

 

I prodotti vitivinicoli che sono stati sottoposti a un trattamento di dealcolazione con le tecniche ammesse dall'Unione Europea (parziale evaporazione sottovuoto, tecniche a membrana, distillazione), riportano la designazione della categoria accompagnata da un termine che varia in ragione del livello di alcol pure contenuto.

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Il vino sarà così "dealcolato" se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto non sarà superiore a 0,5% vol, mentre si userà la menzione "parzialmente dealcolato" se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto sarà superiore a 0,5% vol, mantenendosi comunque inferiore al titolo alcolometrico effettivo minimo della categoria che precede il processo di dealcolazione.

 

Come era stato chiesto al ministro, il procedimento di dealcolazione, oltre che nelle distillerie, potrà avvenire nello stesso stabilimento sede delle cantine, ma usando locali separati.

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È confermato il divieto di aumentare il tenore zuccherino del mosto e aggiungere acqua o aromi esogeni al prodotto, mentre sarà consentito il recupero e riutilizzo dell'acqua e degli aromi endogeni dalla soluzione idroalcolica derivante dal processo.

 

L'alcol estratto potrà essere destinato solo a usi industriali per la produzione di beni non destinati al consumo umano e molto finirà nella filiera del bioetanolo.

 

Del resto, il via libera alla produzione di vini dealcolati risponde alle richieste crescenti di molti produttori che, salvo qualche resistenza, hanno chiesto a più riprese al Governo di porre il sigillo sulla nuova norma. Il vino sta affrontando una situazione non facile e la possibilità di utilizzare un mercato in fase di espansione - caratterizzato da un'utenza giovane - non poteva essere più trascurata.