Segue da Materiali biodegradabili, 'importante contributo ambientale per l'agricoltura'
Cinquant'anni fa iniziarono gli studi sull'impiego dei feromoni.
Lo ha ricordato Stefano Maini - Dipartimento di scienze e tecnologie agroambientali dell'Università di Bologna - in apertura del suo intervento durante un recente convegno organizzato da Isagro Italia e Novamont a Bologna (a questo link, i dettagli). L'impiego dei feromoni in agricoltura, in particolare con la mating disruption (disorientamento sessuale), è stato oggetto di numerosi studi che hanno evidenziato la validità del metodo, consentendo agli agricoltori di ridurre in modo significativo il numero di interventi insetticidi. Se poi il "supporto" per l'erogazione dei feromoni è il Mater-Bi®, come nel sistema Ecodian, in uno stesso strumento di difesa dai lepidotteri si sommano i vantaggi dell'efficacia, della sostenibilità e dell'ecocompatibilità (scarica la relazione di Maini).
Oltre all'impiego nella difesa da lepidotteri nei fruttiferi, sono in fase di sperimentazione anche erogatori a filo in Mater-Bi® che consentono un approccio combinato nel controllo dei fitofagi Spodoptera littoralis e Spodoptera exigua sullo spinacio da industria (scarica la relazione di Giovanni Burgio, Dista - Università di Bologna: "Impiego di supporti in Mater-Bi® in esperienze di confusione sessuale").
I materiali biodegradabili riscontrano numerose possibilità applicative in agricoltura. Presso il Dipartimento di biologia delle piante agrarie dell'Università di Pisa sono state condotte approfondite valutazioni agronomiche dei film per pacciamatura in Mater-Bi®. Sono stati esposti i risultati di sette anni di sperimentazione, durante i quali si è potuto mettere in evidenza che, su un terreno in condizioni normali di infestazione da malerbe, i film riescono a controllare efficacemente la flora infestante. Al contempo, il condizionamento termico del terreno è apparso, con i film biodegradabili, più rispondente rispetto a quello ottenuto con il tradizionale film di polietilene nero (qui è disponibile la relazione di Galileo Magnani e Ferruccio Filippi).
Con il progetto Life "Biomass" si sono inoltre indagate ulteriori prospettive di sviluppo, sperimentando l'impiego di amido termoplastico (alla base del Mater-Bi®) per la realizzazione di vasi per il florovivaismo e di film di pacciamatura (si veda foto a destra). Flessibilità di impiego, favorevoli caratteristiche meccaniche, durata del polimero e ristretti tempi di degradazione in fase di compostaggio sono solo alcuni dei fattori positivi nell'impiego delle bioplastiche. I test hanno riguardato 80 ettari di orticoltura pacciamata con materiali biodegradabili e 130.000 vasi compostabili su ornamentali e aromatiche (la relazione è stata presentata da Giovanni Minuto del Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola di Savona).
Il Mater-Bi® è stato anche impiegato come carrier per microrganismi utili, impiegato per il controllo biologico di Aspergillus flavus, un fungo pericoloso in quanto in grado di sintetizzare aflatossine (si veda l'estratto della relazione di Cesare Accinelli, Dipartimento di scienze e tecnologie agroambientali dell'Università di Bologna).
Dalla sperimentazione alle esperienze 'sul campo'
Materiali biodegradabili per l'agricoltura: cosa ne pensa la filiera? Tecnici di cooperative, grande distribuzione organizzata, rappresentanti di enti e istituzioni si sono confrontati sul tema, nell'ambito della tavola rotonda moderata da Franco Stefani, direttore responsabile di Agricoltura.
E' Massimo Basaglia, Apo Conerpo, a raccontare per primo la propria esperienza. I teli per la pacciamatura non vengono ancora impiegati presso le aziende dell'associazione di Op; il prezzo d'acquisto dei materiali e le difficoltà applicative, insieme al necessario supporto di un'adeguata rete commerciale sembrano costituire ostacoli alla diffusione. Invece, gli erogatori di feromoni sono da tempo utilizzati in campagna. "Si tratta di un mezzo molto tecnico", evidenzia Basaglia. L'assistenza nell'impiego dei diffusori si rivela quindi particolarmente importante. "Inizia inoltre ad essere rilevante la richiesta di vaschette in bioplastica per il confezionamento dell'ortofrutta".
L'esperienza dei tecnici di Apofruit (Stefano Giunchi) e di Ortofruit Italia (Ezio Giraudo) ha riguardato in particolare le colture orticole. L'assenza di costi di smaltimento del biotelo applicato su terreni destinati a zucchine, zucche, melone, cicorie, insalate, pomodori, cavolfiore, compensa ampliamente il maggior prezzo d'acquisto del prodotto. L'impiego di macchine specifiche o adattate alla stesura di bioplastiche ha consentito in Piemonte di superare le difficoltà di applicazione riscontrate nelle esperienze di altri tecnici. Giraudo ha evidenziato anche le "nuove potenzialità del materiale" in termini sia di mezzi tecnici impiegabili in agricoltura - reti, sostegni, legacci, fili -, sia di campi di impiego: dai piccoli frutti al packaging sostenibile, in cui l'uso del Mater-Bi® viene visto come un valore aggiunto per il consumatore.
Proprio su quest'ultimo punto, Claudio Mazzini ha insistito sulla necessità di un contributo per il riciclo del Mater-Bi®, nonché sull'importanza dell'impiego di materiali biodegradabili (si veda l'esperienza di Coop Italia con gli shopper) ogni volta in cui dall'utilizzo di packaging possa derivare un rischio per l'ambiente.
A livello europeo, "oggi non vi è regolamento che non prenda in considerazione l'impatto ambientale dell'agricoltura" - ha sottolineato Luciano Trentini, direttore del Cso, Centro servizi ortofrutticoli. Una condizione fondamentale per lo sviluppo dei materiali biodegradabili è la vicinanza dell'industria alle esigenze specifiche degli agricoltori.
"Tutte quelle tecnologie che contribuiscono al benessere degli operatori e delle persone in genere" - ha evidenziato anche Stefano Masini, Coldiretti "sono ben accette dalla comunità. Basti pensare che, secondo i sondaggi di SWG, l'ambiente risulta al terzo posto nelle preoccupazioni degli italiani, dopo la disoccupazione ed i prezzi".
A "chiudere il cerchio" è il ruolo delle istituzioni. Se da una parte, il progresso tecnologico consente di introdurre sul mercato materiali bioplastici sempre più performanti e, dall'altra, l'imprenditore agricolo ha una propensione positiva al loro utilizzo, la pubblica amministrazione deve mettere in campo degli strumenti utili a supporto di queste innovazioni. Giancarlo Cargioli, responsabile del servizio sviluppo sistema agroalimentare della regione Emilia Romagna, ha elencato gli interventi a supporto dell'impiego dei materiali biodegradabili. Si tratta della ricerca e sperimentazione nell'ambito delle colture orticole, della proposta di inserimento delle bioplastiche nei piani operativi delle Op, del supporto alle innovazioni di prodotto e di processo evidenziato nel Psr e nelle leggi regionali, del progetto interregionale dedicato al post-raccolta (che comprende test sui nuovi imballaggi per la IV gamma).
Mino Taricco, assessore agricoltura della regione Piemonte, ha esplicitato due obiettivi ambiziosi:
- realizzare interventi finalizzati o promuovere con incentivi l'uso di confezioni riciclabili in bioplastica
- inserire incentivi all'impiego dei materiali biodegradabili nelle misure agroambientali del prossimo Psr.
In chiusura della tavola rotonda, Giuseppe Ciotti del dipartimento delle Politiche di sviluppo economico e rurale, presso il Mipaaf, ha ricordato come i mezzi tecnici a basso impatto ambientale, come appunto le plastiche biodegradabili, siano uno dei pilastri della produzione integrata, che secondo la nuova direttiva sull'uso sostenibile degli agrofarmaci sarà obbligatoria per tutti gli imprenditori agricoli dal 2014.
Ulteriori approfondimenti tecnici sui materiali biodegradabili sono disponibili nell'articolo precedentemente pubblicato su Agronotizie.
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Fonte: Agronotizie