Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.
Il progetto Combi Mais ha spento dieci candeline e molta strada è stata fatta da quando si è deciso di elaborare un protocollo di produzione innovativo che permettesse agli agricoltori della Pianura Padana di produrre mais di qualità in quantità, con un occhio alla sostenibilità ambientale.
"Dopo dieci anni di lavoro abbiamo affinato la tecnica e i risultati parlano da soli: in media abbiamo raccolto 176 quintali di granella ad ettaro, con punte di 190", ci racconta Mario Vigo, titolare della Società Agricola Folli, che ospita il progetto Combi Mais, a cui partecipa anche Bayer con le sue sementi a marchio Dekalb, gli agrofarmaci e le soluzioni digitali di FieldView.
"Il mais è e sarà sempre una coltura cruciale per il made in Italy, in quanto è alla base della filiera zootecnica, ma è impiegato anche nell'industria alimentare, senza contare le bioenergie. Per questo motivo è necessario fare ricerca e innovare per rilanciare la sua coltivazione".
La sostenibilità e la produttività di Combi Mais
2023, un anno più favorevole per il mais
Certo, l'annata 2023 è stata molto più favorevole dal punto di vista climatico rispetto al 2022, quando le produzioni si sono fermate a 135 quintali ad ettaro. Quest'anno invece le piogge sono state abbondanti per tutto il periodo estivo e sebbene si sia dovuto ricorrere all'irrigazione il mais non è mai entrato in stress.
Il clima ha permesso alle genetiche Dekalb di potersi esprimere al meglio. Accanto agli ibridi sperimentali di nuova concezione, sono stati seminati il DKC6715 e il DKC5432. "Il primo è un ibrido classe FAO 600, ideale per terreni fertili e ben gestiti. È pensato per spingere sulla produttività del campo e in questo 2023 si è comportato molto bene", ci racconta Michele Colaluce, Product specialist di Dekalb.
"Il DKC5432 è invece un nuovo ibrido, classe FAO 400, che è stato seminato in secondo raccolto dopo l'orzo. E anche in questo caso ha avuto ottime performance".
Il clima ha permesso alle genetiche Dekalb di potersi esprimere al meglio
Una gestione agronomica corretta, unita ad una genetica all'avanguardia, hanno permesso di tenere sotto controllo le micotossine. Nello specifico le analisi rivelano che le aflatossine erano del tutto assenti, mentre le fumonisine, che si avvantaggiano di stagioni più umide, erano ben al di sotto dei limiti per il consumo umano.
Granella ottenuta con l'ibrido DKC5432 in secondo raccolto
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Un approccio a 360° per arrivare alla sostenibilità
Il consumatore, l'Unione Europea e i legislatori (nazionali e regionali), domandano agli agricoltori di essere sempre più sostenibili. Al contempo, il mercato chiede produzioni di qualità e non sempre è disposto a remunerare adeguatamente gli sforzi degli agricoltori. Le aziende si trovano così schiacciate nel mezzo e solo grazie alla ricerca e all'innovazione si può trovare una via d'uscita.
Lo ha dimostrato il progetto Combi Mais su più fronti, a partire dalla nutrizione e dall'uso dell'acqua. "Grazie all'impiego di biostimolanti e di concimi di ultima generazione siamo stati in grado di diminuire il consumo di azoto, arrivando ad impiegare appena 240 unità ad ettaro, con un livello di efficienza d'uso pari al 90%", ci racconta Vigo, che come tutti i maiscoltori è alle prese con i limiti stringenti della nuova Politica Agricola Comune (Pac).
Grazie alle mappature delle rese e alla gestione dei dati effettuata tramite la piattaforma FieldView, i diversi appezzamenti sono stati gestiti in un'ottica di precisione. La semina, ad esempio, è stata effettuata a rateo variabile, adattando il numero di piante per m2 alle reali potenzialità del campo.
E anche sull'uso dell'acqua sono stati fatti grandi passi avanti. Nei 28 ettari destinati al progetto sono state adottate diverse tecnologie, compresa l'irrigazione a goccia e la subirrigazione. "L'uso di strumenti innovativi ci ha consentito di ottenere un risparmio di acqua del 30-35%, che di questi tempi è molto importante".
Nutrizione, irrigazione, genetica e ovviamente anche difesa. Per consentire alle piante di esprimersi al meglio il progetto Combi Mais ha adottato una gestione integrata delle infestanti, che ha visto l'uso di Adengo® Xtra in pre emergenza precoce e della miscela di Laudis® ed Equip® alla quarta foglia per eliminare del tutto i problemi di sorghetta resistente.
Innovare per un mais produttivo e sostenibile
L'Italia ha bisogno di mais, ma ha bisogno anche che la produzione avvenga in maniera sostenibile, nel rispetto dei territori e grazie ad un uso accorto delle risorse. "Fare ricerca sul mais e innovare il modo in cui lo produciamo è un passo importante per raggiungere la sostenibilità economica e ambientale", conclude Mario Vigo. "All'inizio di questo progetto avevamo come obiettivo primario la produttività. Dieci anni dopo siamo riusciti a coniugare anche la qualità e la sostenibilità ambientale".
Adottare le ultime innovazioni permette non solo di ottenere produzioni di elevata quantità e qualità, che ripagano l'agricoltore degli investimenti fatti, ma permette anche di rispettare la normativa e l'ambiente, con ricadute positive per tutto il territorio. Per questo è l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.
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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento a novembre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus