I frutti tropicali sono sempre di più made in Italy, una vera e propria nuova frontiera dell’agroalimentare italiano. Negli ultimi anni infatti il cambiamento climatico e l’innalzamento della temperatura hanno favorito la "naturalizzazione" di piante di banano, mango, avocado e altre colture tipiche tropicali in Italia. Soprattutto al Sud, Sicilia in testa e Calabria.
Un altro importante volano è dato dall'aumento dei consumi della frutta tropicale in Italia e in Europa, tale da convincere l'Istat - a febbraio 2018 - ad inserire mango ed avocado (dopo l'ananas) nell'elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo. Siamo davanti ad un'evoluzione nelle abitudini di spesa degli italiani. Tutto questo ha portato gli agricoltori ad investire sulla coltivazione della piante tropicali, anche come alternativa credibile alle tradizionali colture ormai in crisi.

Il mango è una delle principali referenze tropicali che hanno trovato in Italia una nuova casa. I primi studi su questa pianta esotica in Sicilia hanno origine negli anni '80, grazie al lavoro del professor Franco Calabrese dell'Università degli studi di Palermo. E' però nel 2001 che arriva la svolta grazie a Pietro Cuccio, dell'azienda Cupitur Srl, che decide d'investire su questo frutto creando il primo impianto industriale presso Caronia (Me). Qui è stato possibile coltivare le varietà più promettenti innestandole su Gomera 3, un portinnesto affermato in tutto il mondo. E da quel momento mango e Sicilia non si sono più divisi.
 

IL MANGO

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"I consumi di frutta esoticaspiega Coldiretti, in un comunicato di luglio 2019 su sondaggio Coldiretti-Ixè - sono aumentati in Italia: +17% nel Bel Paese nel decennio 2007-2016, fino a raggiungere le 840mila tonnellate all'anno. In cima alla classifica dei consumi rimangono però le banane, che l’Italia importa da secoli e tuttora rappresentano quasi l’80% della domanda complessiva. Anche in Europa la domanda è cresciuta: in 10 anni l'avocado del 146% ed il mango del 56%".

Il mango viene coltivato con successo nella provincia di Messina, la papaya a Ficarazzi in provincia di Palermo, l’avocado nel catanese e il lychee sempre nel messinese. Nell'intera isola gli ettari coltivati a frutti tropicali sono oltre 500, di cui 70 circa a mango.
"L’origine Italia sui frutti tropicali - continua Coldiretti - potrebbe fungere da volano. Oltre sei italiani su 10 (61%) acquisterebbero banane, manghi, avocado italiani invece che stranieri, se li avessero a disposizione. E il 71% dei cittadini sarebbe disposto a riconoscerne il maggior valore, tenuto conto delle maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare (con peculiare riguardo ai residui di pesticidi, qualità e freschezza, impatto sociale). La preferenza per il tropical-italiano si spiega anche con la minore distanza delle coltivazioni dai luoghi di consumo e la raccolta dei frutti in fase più prossima alla maturazione naturale".

Si segnala che anche la Calabria presenta una buona coltivazione di frutti e ortaggi tropicali. In questa regione oltre al mango, all'avocado ed al frutto della passione si coltivano la melanzana thay (variante thailandese della cultivar mediterranea), macadamia (frutta secca di pregio, il cui sapore ricorda mandorla e nocciola), la canna da zucchero e l’annona.
 

Mango, un ampio orizzonte!

"Produrre frutta subtropicale oggi in Sicilia è una realtà ed una vera opportunità per l'agricoltore - spiega Pietro Cuccio di Cupitur Srl -. Una nuova frontiera da cogliere. Siamo all'inizio di un percorso che credo sarà in futuro ancora più ampio e forte. Basta pensare che solo nel mango siamo passati da una varietà coltivata alle 17 varietà oggi coltivate (Glenn, Kensington Pride, Keitt, Osteen, Tommy Atkins, Maya, Kent, Irwin, R2E2, Mallika, Carry, Haden, Sensation, Ataulfo, Palmer, Manzanillo, Valencia Pride) che coprono un arco di raccolta che va da inizio agosto a fine novembre. E tante altre sono le varietà di mango che stiamo sperimentando, che amplieranno ancora di più il calendario di maturazione e aumenteranno la differenziazione varietale".
 
Mango made in Sicily, coltivato in Sicilia
Il mango coltivato e prodotto in Sicilia è una realtà, grande sapore ed ottima dolcezza
(Fonte foto: © Cupitur Srl)
 

Mango made in Sicily

"Il mango made in Sicily - continua Cuccio - presenta degli aspetti che lo rendono unico. Per prima cosa il nostro prodotto si affaccia al mercato europeo e mondiale in un periodo in controstagione rispetto a quello della concorrenza internazionale, creando così un'importante opportunità commerciale. Inoltre riusciamo ad ottenere elevate qualità organolettiche, date sia dall'ambiente che dalla tecnica di coltivazione e raccolta. Basta pensare che noi raccogliamo i frutti in fase molto avanzata di maturazione quando il prodotto ha già raggiunto i 16-18° brix, rispetto alla concorrenza che raccoglie anticipatamente quando il prodotto ha 7-8° brix (utile per esigenze commerciali e di trasporto). Credo che per il mango l'orizzonte sia pieno di arcobaleni. Senza dimenticare l'avocado, il lychee e le tante altre specie subtropicali che abbiamo iniziato a coltivare e che stiamo sperimentando come passiflora, papagua, carambola, passion fruit, chicozapote, mangosteen, rambutan, etc..."
 

Come coltivare il mango?

L’albero di mango è abbastanza adattabile a diverse condizioni climatiche, però per dare risultati adeguati ha la necessità di alcuni accorgimenti tecnici e colturali.
"Il mango ha dei limiti dovuti al freddo - conclude Cuccio -. E’ importante che la temperatura non scenda mai sotto gli 0 C°, pena gravi danni a vegetazione e sistema linfatico. Attenti al gelo. Viceversa la pianta di mango resiste bene alle alte temperature. Altro fattore da considerare per la scelta del posizionamento dell’albero è l’azione dei venti, soprattutto durante la fioritura e l’allegagione dei frutti (sia diretta che indiretta: venti caldi di scirocco). E’ importante quindi proteggere le piante preventivamente con dei frangivento o comunque scegliere posizioni più riparate".
La coltivazione del mango predilige terreni di medio impasto, profondi e dalla buona capacità di drenaggio. Il pH ideale è tra i 5,5 e i 6,5 (tollerato fino a 7,5). Il sesto d’impianto ideale per coltivare il mango è quello che prevede una distanza di 4 metri tra le fila e 4 metri lungo la fila. Per quanto riguarda l'acqua il fabbisogno è all'incirca quello dei principali agrumi, per cui risulta utile prevedere un sistema d’irrigazione d’emergenza.

Le prospettive sono decisamente interessanti, non solo per il mango ma anche per tutta la frutta tropicale e subtropicale. Ma attenzione a non lasciare soli questi imprenditori pionieri, per una coltivazione che può rappresentare un'interessante opportunità per l'economia siciliana e per tutto il sistema paese. Per questo motivo è importante creare una filiera coesa ed adeguati supporti finanziari ed economici.
 
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