Giahs è il programma con cui la Fao dal 2015 promuove l'individuazione, la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo dei paesaggi rurali e dei sistemi agricoli ritenuti patrimonio dell'umanità che oggi ammontano a 57 in tutto il mondo, di cui due in Italia: fascia degli oliveti da Assisi a Spoleto e i vigneti tradizionali del Soave.
Al master, che si terrà tra la scuola di agraria dell'Università di Firenze e il polo universitario di Prato, partecipano 25 studenti provenienti da 18 paesi del mondo, di cui il 60 per cento donne che si formeranno per avere le competenze per saper rispondere in maniera sostenibile alle grandi tematiche presenti in questi territori rurali: dall'identità e sicurezza alimentare al recupero delle tradizioni locali, dalle conseguenze del riscaldamento globale al rischio idrogeologico, con una visione capace di integrare economia, società, ambiente e cultura.
Per la vicepresidente della regione Toscana Monica Barni, che ha partecipato alla presentazione insieme a Yoshihide Endo, coordinatore del programma Fao Giahs, e a Mauro Agnoletti, presidente del comitato scientifico del programma Giahs e coordinatore del progetto dell'Università di Firenze, il master rientra perfettamente nell'insieme dei valori e delle priorità della Toscana, dove la storia del paesaggio rurale è la storia della propria identità.
Per la Toscana il paesaggio ha un importantissimo valore economico, per le ricadute sul versante turistico, ma anche culturale, anche per questo, per la vicepresidente, la realizzazione di un master che ha l'obiettivo di costruire capitale umano con competenze interdisciplinari è un progetto molto importante.
Sì, attualmente la Toscana non ha siti riconosciuti in questo programma Fao, ma può vantare l'inserimento della Val d'Orcia tra i patrimoni Unesco e la recente candidatura del Chianti Classico a patrimonio mondiale dell'umanità. Le potenzialità ci sono.