La neve portata da Burian e caduta fino a ieri sera sulle regioni del Mezzogiorno d’Italia, con punte di un metro sulle alture del Gargano, in Puglia, non sta solo arrecando disagi alle popolazioni rurali e danni alle aziende agricole. C’è un immancabile rovescio positivo della medaglia: le riserve idriche, ridottesi al lumicino fino agli ultimi mesi del 2017 per effetto della siccità, stanno ora crescendo ancor più velocemente.
Tuttavia occorreranno ancora robuste piogge su marzo e aprile per mettere al sicuro la stagione irrigua, e il bilancio di queste ore è immancabilmente provvisorio per via del persistente innevamento delle montagne, che solo con il disgelo delle prossime settimane sarà possibile contabilizzare come acqua presente negli invasi.
 

Sicilia, servono almeno altri 15 giorni di pioggia

Una prima buona notizia arriva dalla Sicilia, regione in crisi idrica, che nelle prossime ore dovrebbe pubblicare i valori dei volumi di acqua invasata al primo marzo 2018, a cura dell’Osservatorio delle acque della Regione Siciliana. Le costanti piogge delle ultime tre settimane, con punte fino a 100 millimetri in un sol giorno in alcune località, consentono di guardare con ottimismo alle prossime settimane, anche se permane una certa preoccupazione per la stagione irrigua ormai prossima, e restano sul tappeto i danni a grano duro e agrumeti provocati dall'assenza di piogge in gennaio.

“La pioggia aiuta le colture in Sicilia occidentale, ma è ancora troppo presto per esultare. Nella diga Rosamarina tre milioni di metri cubi d'acqua saranno rilasciati per la pulizia degli organi di scarico. Intanto il rischio siccità non è ancora scongiurato per l'uso irriguo – così Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia, il quale spiega come per esser fuori dall'emergenza - ci vogliono ancora almeno altri 15-20 giorni di pioggia”.
 

Sardegna, 117 milioni di metri cubi d'acqua in più a febbraio

La regione Sardegna ha pubblicato oggi, 1 marzo 2018, come ogni primo giorno del mese, il "Bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna": in sintesi, riporta che al 28 febbraio 2018 erano presenti nel sistema degli invasi 948 milioni di metri cubi d'acqua, pari al 57,3 % della capacità complessiva autorizzata. Il valore del volume idrico presente ieri ha subito un aumento, pari a 117 milioni di metri cubi, rispetto al volume invasato al 31 gennaio 2018.

Per quanto riguarda l’indicatore di stato per il monitoraggio ed il preallarme della siccità dell’intera isola relativo al mese di febbraio 2018, si registra una condizione di "allerta". I sistemi idrici che invece sono in emergenza, sono quelli del Basso Sulcis e dell’Alto Cixerri.
 

Puglia, in crescita le risorse dell'invaso di Occhito

Altra area di crisi in netta ripresa con i livelli degli invasi è la Puglia, dove la diga di Occhito sul fiume Fortore ha raggiunto oggi - secondo il Consorzio per la bonifica della Capitanata - i 125.6 milioni di metri cubi, in crescita di 19,1 milioni di metri cubi sui 106,5 milioni registrati dallo stesso Consorzio solo il 21 febbraio scorso, prima dell’arrivo di Burian, anche se ancora molti in meno rispetto a quanto invasato nella stessa giornata del 2017: 208,7 milioni.
 

Basilicata, "Non si prevedono criticità"

Ancora meglio vanno i bacini gestiti dall’Ente per l’irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia: sulla sezione “Bollettini volumi dighe“ del sito web ufficiale dell’ente, dal 26 febbraio 2018 campeggia la scritta “Per la stagione in corso non si prevedono criticità essendo i valori in linea con i volumi dell’anno precedente”.
Qui il lago più grande conteneva il 26 febbraio 2018 – data dell’ultimo bollettino pubblicato – 149,7 milioni di metri cubi d’acqua, ben 18,9 in più dei 130,8 milioni registrati appena il 19 febbraio scorso.