I suoli agricoli europei non sono in buona salute e ogni anno perdiamo una superficie pari a quella della provincia di Rimini (100mila ettari) a causa dell'urbanizzazione. In Italia, il 47% dei suoli è in cattivo stato a causa dell'erosione, della scarsa presenza di sostanza organica, delle contaminazioni da rame e della compattazione. Intervenire per invertire questa tendenza è però possibile ed è interesse di tutti, agricoltori in primis, che i suoli tornino ad essere vitali e in salute.
Di suolo si è discusso il 5 dicembre scorso, la Giornata Mondiale del Suolo, durante un evento organizzato da Syngenta per il lancio di INTERRA®Scan, un sensore utilizzabile per la mappatura dei terreni. E proprio avere le mappe dei campi è alla base di una gestione di precisione delle colture, che permette di ottimizzare gli input agricoli e di ottenere produzioni sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico.
Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta, durante la presentazione di INTERRA®Scan
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Ai suoli agricoli serve sostanza organica
Durante l'evento organizzato da Syngenta presso Cascina Cuccagna, a Milano, Livio Ferretti, Market analyst di Nomisma, ha fornito una panoramica dello stato di salute dei terreni agricoli. Prima di tutto bisogna considerare che l'Italia è un territorio fortemente soggetto a fenomeni erosivi a causa della sua orografia. Ben l'80% dei campi è infatti a rischio a causa delle elevate pendenze e dell'assenza di copertura vegetale, soprattutto durante il periodo invernale.
A questo si aggiunge il fatto che il 68% delle superfici agricole ha perso più del 60% del carbonio organico originariamente presente in condizioni naturali. Avere meno sostanza organica nel suolo, come ha spiegato Vincenzo Tabaglio, docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, significa avere suoli meno vitali, che dipendono maggiormente dagli input esterni. Ma vuol dire anche avere una minore resilienza ai cambiamenti climatici, una maggiore suscettibilità agli stress abiotici, una minore biodiversità e una più facile destrutturazione.
Lo stato di salute dei suoli italiani
(Fonte foto: Nomisma)
Insomma, il carbonio organico dà vita al suolo e dunque è necessario aumentarne la presenza. In quale modo? Come sottolineato da Nicola Gherardi, membro della Giunta Nazionale di Confagricoltura e presidente della Fondazione per l'Agricoltura Fratelli Navarra, occorre adottare nuove pratiche, che poi spesso si tratta di pratiche antiche, come l'uso di concimi organici, in primis il letame, l'uso di cover crop e sovesci, rotazioni colturali e minima lavorazione, nonché agricoltura di precisione.
In altre parole, un'agricoltura rigenerativa che metta al centro della gestione aziendale il suolo, che va considerato come il più importante patrimonio dell'agricoltore. In questo senso, tante aziende fornitrici di mezzi tecnici, come anche i capofiliera e la stessa Pac, sostengono un approccio più sostenibile all'agricoltura, anche se la strada è ancora lunga.
Un momento di dibattito durante il lancio di INTERRA®Scan
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Un aiuto importante per aumentare la sostenibilità delle produzioni può arrivare dai biostimolanti, come sottolineato da Juan Fernando Mejía De Los Ríos, biological R&D scientist di Syngenta Biologicals. I biostimolanti sono infatti dei prodotti che aiutano le piante a gestire gli stress ambientali, come quelli causati dai cambiamenti climatici, ma permettono anche una migliore gestione dei nutrienti (ottimizzando l'uso di quelli di sintesi) e una maggiore qualità delle produzioni.
E proprio Syngenta sta investendo molto per lo sviluppo dei biostimolanti, sia nel suo Centro di Ricerca della Salute del Suolo di Stein, in Svizzera, che ad Atessa (Ch), sede di Valagro, acquisita nel 2020. A questa classe di prodotti si aggiunge ora anche INTERRA®Scan, che secondo Massimo Scaglia, amministratore delegato di Syngenta Italia, permetterà a tante aziende agricole che oggi hanno una scarsa conoscenza dei propri terreni di mappare i suoli per gestirli al meglio.
Arriva INTERRA®Scan, il sensore a raggi gamma per la mappatura dei suoli
INTERRA®Scan è un sensore, montabile su un trattore ma anche su un quad, che capta i raggi gamma emessi dagli isotopi radioattivi naturalmente presenti nel terreno. Si tratta di una misurazione passiva, in quanto il sensore, sviluppato dalla canadese SoilOptix®, si limita a captare quelli naturalmente presenti in natura, risultando dunque assolutamente sicuro per l'uomo.
Attraversando il terreno, i raggi gamma vengono modificati in maniera differente a seconda delle caratteristiche del suolo, come ad esempio la sua tessitura, il pH o la presenza di sostanza organica. In altre parole, attraversando il terreno, la firma elettromagnetica dei raggi gamma muta e il sensore è in grado di leggere queste modifiche.
Come raccontato da Giacomo Purromuto, Business Innovation lead di Syngenta Italia, i dati vengono acquisiti automaticamente ed è possibile creare delle mappe con aree omogenee, ad esempio per tipologia di tessitura di contenuto di alcuni elementi chiave, come il carbonio organico. Una volta create queste mappe, è necessario eseguire dei sopralluoghi per prelevare dei campioni di suolo da analizzare in laboratorio.
Un modello in miniatura del sensore INTERRA®Scan
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Al termine di questo processo, gestito interamente da Syngenta e dai suoi partner, l'agricoltore ottiene delle mappe molto precise delle caratteristiche dei propri suoli. Ma non solo, perché per offrire un servizio chiavi in mano i tecnici possono creare anche delle mappe di prescrizione, come quelle di semina e concimazione a rateo variabile, che l'agricoltore deve solamente caricare sul proprio attrezzo smart per realizzare quell'agricoltura di precisione di cui tanto si sente parlare, ma che coinvolge meno del 10% della Sau nazionale.
Una gestione di precisione permette all'agricoltore di ottimizzare l'impiego di alcuni input, come sementi e fertilizzanti, massimizzando il rapporto tra investimenti e cibo prodotto. Questo si traduce in una maggiore sostenibilità economica per l'impresa, ma anche ambientale, in quanto si eliminano gli sprechi. Inoltre, conoscendo le caratteristiche del suolo, è anche possibile intervenire per migliorarlo.
"La scansione del terreno effettuata con INTERRA®Scan prevede ottocento punti di analisi ad ettaro, e permette di arrivare fino a ventisette livelli informativi in modo economico e veloce", ha spiegato Purromuto durante l'evento. "Il sensore non è influenzato dalla presenza di vegetazione e dunque può essere agganciato a qualsiasi mezzo che deve entrare in campo. Inoltre, una volta geolocalizzati i punti di prelievo dei campioni, negli anni successivi non c'è bisogno di mappare nuovamente i campi".
Con il lancio di INTERRA®Scan Syngenta diversifica ancora di più l'offerta di prodotti per gli agricoltori. Non solo dunque agrofarmaci e sementi, negli ultimi anni si sono aggiunti anche i biostimolanti e strumenti digitali, come ad esempio Cropwise. E oggi anche sensoristica per la mappatura dei suoli, segno che Syngenta si vuole proporre come un partner a 360° per l'agricoltore.
Leggi anche Tecnologie, alleate degli agricoltori