Rivedere la Politica Agricola Comunitaria (Pac) per il settore lattiero caseario.

Smantellare il castello di bugie sull'impatto ambientale della zootecnia e ripristinare la verità sui valori nutrizionali del latte.

Aiutare lo sviluppo degli allevamenti, in particolare nelle aree interne.

 

Questi i tre pilastri sui quali si è articolato il dibattito andato in scena nel quartiere fieristico di Piacenza in occasione del Dairy Summit, una sorta di Stati Generali del Latte.

Ricco il programma di interventi, impossibile ricordarli tutti, con esponenti della ricerca, del mondo politico e di quello imprenditoriale, come pure delle organizzazioni agricole e di settore.

 

I limiti della Pac

Ma andiamo con ordine a iniziare dalle proposte per una revisione della Pac, che necessita anzitutto di profondi interventi per snellirla da una burocrazia ridondante ed eccessiva.

Proposito che sentiamo ripetere a ogni occasione e che trova tutti concordi, ma che resta ogni volta disatteso.

Differenti invece le posizioni sugli aiuti per sostenere il settore, da una parte chi vorrebbe aumentare la soglia minima degli aiuti diretti e chi invece è contrario. Un insperato aiuto a chi preferisce lasciare le cose come stanno.

 

Interessante la proposta di Ettore Prandini (Coldiretti) e condivisa da Stefano Bonaccini (europarlamentare), di agganciare le risorse all'inflazione.

Proposta forse troppo esosa per le casse di Bruxelles. Più verosimile l'accoglimento del suggerimento (sostenuto fra gli altri da Alberto Statti, Confagricoltura) di incentivare le assicurazioni per i rischi da eventi ambientali avversi.

 

Una Ocm per il latte

Sui temi della Pac è proseguito il dibattito, iniziato in precedenza dal mondo cooperativo, per l'introduzione di una Ocm, Organizzazione Comune di Mercato, per il latte, come anticipato da AgroNotizie®.

Il modello è quello già collaudato per il settore ortofrutticolo e fra i suoi vantaggi annovera quello di favorire l'aggregazione dei produttori in forme organizzate.

Ne trarrebbero beneficio anche le aziende di minori dimensioni che avrebbero più facile accesso alle risorse comunitarie.

 

Gli ostacoli da superare sono infatti aumentati con il rafforzamento delle condizionalità, in particolare sul tema ambientale e del benessere animale, con la necessità per le aziende di aderire al sistema Classyfarm per ottenere i premi previsti dagli Ecoschemi introdotti con la nuova Pac.

Un tema, questo della complessità, affrontato da Cristiano Fini (Cia) che ha puntato il dito contro criteri di accesso alle risorse comunitarie non sempre chiari e applicabili.

 

I numeri del latte

Alle criticità di una Pac che appare distante dai problemi degli allevamenti e incline a sacrificarli sull'altare di un ambientalismo distorto da una visione ideologica, il settore lattiero caseario risponde con i numeri di un comparto strategico per l'approvvigionamento alimentare.

A confermarlo sono i dati di Nomisma, che parlano di un valore di circa 25 miliardi di euro, circa il 15% dell'intera spesa alimentare in Italia.

 

Numeri destinati a progredire insieme alla crescita della produzione. Per il 2024 le consegne di latte potrebbero raggiungere e superare i 13 milioni di tonnellate, in prossimità dell'autosufficienza. Solo pochi anni fa ci si fermava intorno al 60%.

 

Export a gonfie vele

Un settore in salute grazie soprattutto al buon andamento dell'export, specie di formaggi, che supplisce al calo dei consumi sul mercato interno.

Sulle esportazioni pesano tuttavia le incertezze generate dalle tensioni sui mercati mondiali.

A queste si aggiungono le preoccupazioni sollevate da Paolo Zanetti (Assolatte) per le politiche che spingono verso una riduzione dei consumi.

 

Vanno in questa direzione le proposte di introdurre il Nutriscore (l'etichetta "a semaforo") e altre scelte attente all'ambiente, ma non ai riflessi sociali ed economici, che rappresentano pericoli reali ai quali il settore deve saper dare una risposta.

 

Parola d'ordine, comunicare

La comunicazione e una corretta informazione sono gli strumenti sui quali fare affidamento per contrastare le fandonie diffuse sull'impatto ambientale degli allevamenti e i tentativi di disconoscere le qualità nutrizionali del latte.

 

Un impegno che richiederà uno sforzo collegiale da parte di tutta la filiera e ben venga il turismo gastronomico proposto dall'incontro piacentino (Cesare Baldrighi, Origin Italia), come pure l'introduzione di programmi di educazione alimentare nelle scuole (Gianpiero Calzolari, Granarolo).

La mole di lavoro è molta e c'è da augurarsi che non scoraggi chi la deve attuare.

 

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