La ricaduta della cenere ha infine raggiunto anche la zona di produzione agrumicola della provincia di Catania, “Senza però allo stato determinare danni – dice ad AgroNotizie Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia. “E causando, solo in alcuni casi lungo la fascia costiera, l’arresto delle operazioni di raccolta dei frutti – aggiunge Donato Maugeri, presidente dell’Associazione di produttori limone dell’Etna.
“Dai primi sopralluoghi svolti in Calabria dai tecnici e da imprenditori della nostra organizzazione risulta che la cenere ha creato due tipologie di problemi – è scritto in un comunicato stampa della Coldiretti - su una buona parte degli agrumi ha bloccato il processo di maturazione mentre su altri sono stati bruciati i frutti, quando erano già maturi, e presentano delle macchie nere che, pur non inficiandone la bontà e la qualità, inducono i consumatori a non acquistare, con un indubbio riflesso negativo sul mercato”.
“E’ evidente – aggiunge la Coldiretti - che tale situazione, sta creando anche problemi di competitività agli agrumi, che rappresentano uno dei beni economici più importanti del territorio”. Inoltre, la Coldiretti ricorda: “L’infausto evento calamitoso, non è assicurabile e quindi è necessario predisporre tutti gli atti idonei, affinché possa essere riconosciuta la calamità".
La caduta della cenere lavica nella piana di Catania in Sicilia non ha invece creato problemi: “Da Paternò a Lentini fino a Scordia il fenomeno pur presente non è rilevante – spiega Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia che aggiunge – al momento non si segnalano danni a colture agrumicole e speriamo che l'attuale fase effusiva dell’Etna possa essere superata positivamente”.
“Tra le aziende della Costa orientale della Sicilia è stata fermata la raccolta degli agrumi per evitare l’abrasione ai frutti - spiega Donato Maugeri, presidente dell’Associazione produttori Limone dell’Etna, che chiarisce “La raccolta è stata interrotta in alcune aree tra Acireale e Giarre al solo fine di evitare che lo sfregamento tra i frutti nelle cassette, una volta raccolti, possa creare danni da abrasione, ma le operazioni riprenderanno non appena vento favorevole o pioggia avranno rimosso la cenere lavica che si presenta con la consistenza di una sabbia”.