Può capitare, aprendo un alveare, di trovare un grosso coleottero scuro intento a mangiare su un favo.

 

A volte può addirittura arrivare in volo e tuffarsi tra i favi di un alveare aperto, mentre l'apicoltore è al lavoro.

 

Il tutto senza che le api se ne diano minimamente cura. E alla fine non c'è veramente niente di cui preoccuparsi, anzi.

 

Si tratta di coleotteri del genere Potosia, solitamente Potosia opaca Fabr. o Potosia morio Fabr. della sottofamiglia dei Cetonoiinae (chi è appassionato di insetti noterà subito la somiglianza nella forma e nelle dimensioni con la bellissima e famosissima Cetonia aurata L.).

 

Questi coleotteri sono insetti floricoli, di dimensioni intorno ai 2 centimetri di lunghezza per 1-1,5 centimetri di larghezza e di colore nero opaco, a volte (nel caso di Potosia morio), con piccole screziature biancastre.

 

Da adulti si nutrono di nettare e di polline, alle volte anche di frutti troppo maturi e - come capita di vedere - anche di miele e di polline stivato negli alveari. 

 

Le larve invece crescono nel legno marcio o in altra sostanza organica in decomposizione. Quindi la presenza di questi insetti è indice di un ambiente ricco di alberi e poco disturbato dall'uomo. Difficile trovarle troppo lontane da boschi o da macchie alberate.

 

L'impatto che hanno sull'alveare è minimo, per non dire nullo, dal momento che si limitano a mangiare piccole quantità di polline o di miele, al limite danneggiando leggermente la cera di qualche celletta.

 

Alcuni autori sostengono che le femmine di Potosia possano anche deporre uova all'interno dell'alveare, dove le larve compirebbero il loro ciclo di sviluppo, scavando nella cera gallerie simili a quelle della tarma della cera, ma più tortuose.

 

Il fatto che le api non li attacchino invece lascia pensare ad un fenomeno di mimetismo wasmanniano, la capacità cioè di produrre segnali chimici o tattili utili a farsi accettare da un insetto sociale, in questo caso dalle api da miele.

 

Se invece vengono stimolati e disturbati dalle persone si bloccano e cadono, fingendosi morti: un comportamento di difesa tipico di molti coleotteri, chiamato tanatosi.

 

In passato la presenza di questi insetti negli alveari era piuttosto comune e veniva regolarmente segnalata anche nei manuali di apicoltura, almeno fino agli anni '60.

 

Poi l'interesse o la semplice menzione di questi coleotteri ha teso a diminuire o anche a sparire, dalla via che era sempre più raro trovarli negli alveari.

 

Questa diminuzione di ritrovamenti può essere stata causata da una riduzione di questi insetti, dovuta ad un alterazione dell'ambiente rurale meno adatto alla sua riproduzione, o semplicemente all'uso sempre più frequente delle griglie di ingresso all'apertura di volo delle arnie, che ne impediscono fisicamente il passaggio.

 

Insomma, per quanto tecnicamente sia un parassita, lo possiamo considerare un ospite pressoché  innocuo e anche un indicatore di un ambiente vario e in un discreto stato di salute.