A quasi sei anni da quel 27 novembre 2017, in cui al Comitato di Appello si raggiunse con fatica un compromesso per il rinnovo del glifosate, si ripresenta una situazione di stallo che si tenterà di risolvere ancora una volta nello stesso consesso, a metà novembre, non essendo politicamente e forse tecnicamente percorribile un'ulteriore proroga dell'attuale scadenza di metà dicembre.
Non è bastato introdurre la più completa trasparenza e la discussione preventiva del quasi totale contenuto dei dossier dei prodotti fitosanitari per comporre quella frattura tra istituzioni europee e Paesi membri che puntualmente si ripresenta quando si deve decidere sul glifosate.
Cerchiamo di capire cosa è successo.
La proposta
Come riportato da tutti i mezzi di informazione, la proposta della Commissione prevede il rinnovo dell'approvazione Ue del glifosate per 10 anni, durata ridotta rispetto ai 15 previsti per i principi attivi non candidati alla sostituzione ma pur sempre il doppio del misero compromesso raggiunto nel 2017. Non si prevede l'imposizione immediata di restrizioni, eccetto quella di limitare l'impiego del glifosate al solo uso come erbicida, pratica desueta ma giudicata necessaria per scongiurarne l'uso come accelerante della maturazione dei cereali a paglia e non solo.
La risoluzione delle ancora numerose criticità è stata invece interamente demandata agli Stati membri che dovranno dirimere i dubbi su coformulanti, esposizione del consumatore, protezione delle acque superficiali e sotterranee nelle zone vulnerabili, protezione dei piccoli mammiferi erbivori (con già una restrizione nei dosaggi), protezione delle piante non bersaglio dagli effetti della deriva del prodotto, effetti indiretti delle interazioni a livello trofico sulla biodiversità (quando sarà disponibile una linea guida), uso non professionale, rispetto degli intervalli di sicurezza per proibire l'uso come disseccante in pre-raccolta (ma come, non bastava la limitazione al solo uso come erbicida?).
Altra cosa curiosa è l'imposizione d'ufficio di misure minime di mitigazione da adottare nella ri-registrazione dei formulati: buffer zones di almeno 5-10 metri e ugelli antideriva di almeno il 75%.
Ma se la valutazione è stata praticamente già fatta, perché è stata demandata agli Stati membri, che tra l'altro potranno richiedere studi di monitoraggio e proibire l'uso del glifosate nelle zone vulnerabili previste dalla direttiva sugli usi sostenibili dopo aver rilasciato le autorizzazioni nazionali? Ma la cosa più singolare è la richiesta ai notificanti di presentare dati sugli effetti indiretti dell'uso del prodotto sulla biodiversità, entro tre anni da quando sarà disponibile la relativa linea guida. Gli Stati membri, cui è stata richiesta la stessa cosa, non potranno che aspettare gli esiti della valutazione dei dati confermativi richiesti a livello europeo per licenziare la valutazione dei formulati, con conseguente allungamento dei tempi e del periodo di protezione dati per gli studi presentati dai notificanti, che mediamente raddoppia rispetto ai 30 mesi concessi dal regolamento 1107/2009 (ma questa è un'altra storia, sulla quale ritorneremo). Insomma, un bel pasticcio!
I contrari
Croazia, Austria e Lussemburgo, pari a poco più del 3% della popolazione Ue, hanno votato contro la proposta. Nel 2019 il parlamento austriaco si era pronunciato contro il glifosate, ma nel database curato dal Baes risultano 23 formulati autorizzati. In Croazia sono 26 le registrazioni a base del celebre erbicida e nel Granducato del Lussemburgo 6.
Gli astenuti
Ma la principale criticità è la pesantissima astensione di Francia, Bulgaria, Belgio, Germania, Malta e Olanda, che sommati totalizzano il 41,96% della popolazione Ue.
Due di questi (Francia e Olanda) fanno parte, assieme Ungheria e Svezia, del quartetto di Stati relatori che si è preso l'incarico di valutare l'amplissimo dossier di rinnovo.
La Germania, invece, è il relatore della prima approvazione Ue del glifosate, quella che ha principalmente combattuto, attraverso il suo istituto Bfe, contro l'opinione Iarc sulla cancerogenicità del prodotto.
Quali sono allora le motivazioni dell'astensione di questi importantissimi Stati, sia dal punto di vista dell'agricoltura che dal punto di vista dell'autorevolezza scientifica? Per quello che è stato possibile recuperare in rete la Francia non è contraria al glifosate ma lo vedrebbe utilizzato solo dove non esistono alternative e avrebbe preferito che le restrizioni, già ben delineate ma demandate agli Stati membri nella valutazione dei formulati, fossero state comminate con più rapidità, magari – interpretiamo noi – assieme alla restrizione al solo uso come erbicida, che entrerebbe in vigore pochi mesi dopo l'entrata in vigore dell'eventuale rinnovo, anziché gli anni che occorrerà aspettare per il termine della valutazione dei formulati.
Per quanto riguarda la Germania, ci è noto il disappunto del ritardo con il quale verrà affrontata la questione biodiversità, che ben che vada comincerà ad essere presa veramente sul serio solo tra qualche anno (secondo noi 4-5). L'Olanda solitamente rende pubblica la propria posizione alle votazioni dello Scopaff, ma in questo caso si è pronunciata su tutto, riservando di condividere la propria posizione sul glifosate in una comunicazione separata, ancora non disponibile. Indubbiamente gli Stati membri sono presi tra due fuochi: da una parte gli agricoltori che temono per questo importantissimo mezzo tecnico e dall'altra l'opinione pubblica fomentata, spesso a sproposito, dagli ambientalisti. Un'imposizione piovuta da Bruxelles avrebbe fatto comodo a tutti.
E adesso?
Siamo in attesa della data in cui si terrà a novembre il comitato di appello dove i rappresentanti dei paesi membri si troveranno a votare una proposta, non sappiamo quanto modificata. La commissione potrà non applicare la proposta solo in caso di maggioranza qualificata contraria, eventualità che appare improbabile, mentre potrà andare avanti anche senza maggioranza qualificata favorevole, eventualità che, a meno di colpi di scena come sei anni fa, sembra la più probabile.
Le altre decisioni
Oltre alla votazione sul glifosate, sono state approvate le seguenti proposte:
Benthiavalicarb
Il mancato rinnovo del fungicida è stato approvato all'unanimità. Gli Stati membri dovranno revocare le autorizzazioni dei prodotti contenenti questa sostanza attiva entro 6 mesi dalla pubblicazione del relativo regolamento e potranno concedere sino a 12 mesi, sempre dall'entrata in vigore del regolamento, per lo smaltimento delle relative scorte. Come sempre occorrerà attendere i provvedimenti nazionali che possono essere più restrittivi del regolamento Europeo.
Metiram
Mancato rinnovo all'unanimità anche per il celebre fungicida, con le stesse tempistiche per revoca (entro 6 mesi dal regolamento) e smaltimento scorte (entro 12 mesi dall'entrata in vigore del regolamento).
S-metolachlor
Non c'è 2 senza 3: terzo non rinnovo all'unanimità con una tempistica più restrittiva. La proposta che abbiamo visionato prevede la revoca dei formulati entro tre mesi dall'entrata in vigore del regolamento e soli 6 mesi per lo smaltimento delle scorte dei formulati revocati, sempre a partire dall'entrata in vigore del provvedimento.
Triflusulfuron-methyl
Quarto non rinnovo ma con l'astensione di Repubblica ceca e Slovacchia. La proposta che abbiamo visionato prevede revoca dei formulati 3 mesi dopo l'entrata in vigore del regolamento e smaltimento scorte dopo 9 mesi.
Proroghe proroghe proroghe
La proposta della proroga della scadenza dell'approvazione di 29 sostanze attive (1-naphthylacetamide, 1-naphthylacetic acid, 2-Phenylphenol (incl. its salts such as sodium salt), 8-hydroxyquinoline, amidosulfuron, bifenox, clofentezine, dicamba, difenoconazole, diflufenican, dimethachlor, esfenvalerate, etofenprox, fenoxaprop-P, fenpropidin, fenpyrazamine, fluazifop P, lenacil, napropamide, nicosulfuron, due tipi di oli di paraffina, penconazole, picloram, spiroxamine, sulphur, tetraconazole, tri-allate e triflusulfuron) è stata approvata col voto contrario di Francia e Svezia.
Altri punti in discussione
Non sono ancora stati resi noti gli esiti degli altri punti in votazione, alcuni sono stati probabilmente rimandati alla prossima riunione, altri verranno probabilmente resi noti nelle prossime settimane.
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
Sito della commissione Ue sulle riunioni dei comitati.
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Fonte: AgroNotizie