La lotta alla flora infestante in vigneto, atta a contenere le specie vegetali spontanee del sottofila, rimane un punto cruciale per un'ottimale gestione dell'impianto viticolo.

L'approccio chimico rimane, nonostante le limitazioni ambientali al numero di molecole ammesse e al numero di applicazioni previste dai Programmi di Sviluppo Rurale Regionali, una carta che può essere sfruttata in un approccio integrato volta alla semplificazione dell'attività agricola.

Nella viticoltura, in particolar modo quella piemontese, si osserva sempre più un ampio utilizzo di mezzi meccanici di varie tipologie atti al contenimento delle malerbe (rincalzatori, diserbatrici meccaniche, erpici rotativi, ecc.), ma tale orientamento tecnico è da ricondursi prontamente a due motivazioni:

  • La maggior incentivazione alle aziende agricole per approcci più integrati nella gestione del sottofila del vigneto.
  • Una minore efficacia delle molecole chimiche a seguito di fenomeni di minor suscettibilità e resistenza delle infestanti stesse, in particolare Conyza canadensis e Lolium multiflorum.


A queste motivazioni tecniche si aggiunge l'avversione dell'opinione pubblica all'approccio chimico, che non apprezza dal punto di vista paesaggistico le fasce ingiallite a seguito dei trattamenti e non vede di buon occhio l'impiego del glifosate.

Il diserbo del vigneto, infatti, fino a pochi anni fa ha sempre visto l'impiego quasi esclusivo di prodotti commerciali a base di glifosate, il quale veniva ripetuto due volte a campagna agraria, accompagnati talvolta da un'applicazione primaverile di flazasulfuron per prevenire nuove emergenze. Ad essi si poteva aggiungere un'applicazione di principi attivi con funzione spollonante in prossimità della spollonatura (lunghezza dei polloni di circa 10 centimetri), portando ad un massimo di tre trattamenti erbicidi il piano di lotta della flora infestante.

In questo panorama si inserisce la pratica di diserbo autunnale all'inizio della caduta delle foglie. Già impiegata negli anni Novanta e ad inizio 2000, tale pratica si è andata lentamente a perdere, a causa anche del modificarsi della gestione del suolo avvenuta nei tempi recenti.

Si è visto difatti come le aziende agricole siano lentamente ritornate a praticare lavorazioni autunnali con turni sempre più stretti, addirittura annuali, legati alle operazioni di concimazione. Ciò ha fatto sì che il diserbo chimico andasse in secondo piano. Il diserbo autunnale del vigneto risulta, tuttavia, un approccio interessante per una gestione integrata del sottofila, che potrebbe anche conciliare tutte quelle problematiche legate alla prassi primaverile.

Agricola 2000 nel novembre 2020 ha avviato una sperimentazione biennale a Costigliole d'Asti (At) al fine di valutare l'effettiva efficacia di un'applicazione autunnale e i possibili risvolti pratici per un approccio aziendale.


Vigneto: efficacia alla ripresa vegetativa
Vigneto: efficacia alla ripresa vegetativa


Le tesi sperimentali hanno visto confronti tra glifosate e lo stesso in miscela con alcuni principi ad azione residuale ed in particolare diflufenican, propyzamide, flazasulfuron, isoxaben e penoxsulam. 
Essendo un'esperienza annuale non è possibile dare valutazioni certe, tuttavia è possibile affermare che l'andamento climatico dell'inverno 2020-2021 ha permesso a tutte le molecole appena citate di esprimere al meglio la loro funzione, permettendo un controllo ottimale della flora fino alla primavera del 2021 inoltrata, compresa la saeppola canadese (Conyza canadensis L.) e il loietto (Lolium multiflorum).

La flora rinvenuta poi nella primavera successiva, al momento coincidente alla spollonatura, è stata ricondotta a poche specie, quali il vilucchio (Convolvulus arvensis L.), l'aspraggine (Picris echioides L.) e la piantaggine lanciuola (Plantago lanceolata L.).


Vigneto: efficacia alla ripresa vegetativa
Vigneto: efficacia alla ripresa vegetativa


Questo risultato permetterebbe da una parte di conciliare quegli aspetti paesaggistici richiesti dall'opinione pubblica (l'ingiallimento del sottofila risulterebbe più graduale, nonché più naturale, e quindi di minor impatto durante l'autunno), dall'altra di poter migliorare dal punto di vista organizzativo il carico di lavoro all'interno dell'azienda agricola.

A questo si aggiunge il fatto che nell'ultimo biennio il Piemonte è stato caratterizzato sempre più da una scarsità di precipitazioni in concomitanza col trattamento erbicida primaverile antecedente al germogliamento dei vigneti. È stato possibile valutare, infatti, una minore efficacia di tutti i prodotti residuali a causa di tali finestre di siccità, che potrebbe essere ovviata con i trattamenti autunnali.

Vigneto: efficacia alla ripresa vegetativa
Vigneto: efficacia alla ripresa vegetativa

 

A cura di Andrea Borio e Simone Lavezzaro, Field agronomist Crop Protection Services Department Agricola 2000


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