Si è svolto a Torino, in occasione dell’Assemblea nazionale di Fiper (Federazione italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili) il convegno dal titolo “Energia locale, rinnovabile e pulita a tutela del territorio – il ruolo del teleriscaldamento a biomassa e del biogas agricolo”.
“La scelta di Torino come sede del convegno è emblematica – ha affermato il presidente Fiper, Walter Righini –: è il Comune più teleriscaldato d’Italia con 500.000 utenti serviti su 900.000. Le potenzialità del teleriscaldamento e biomassa e del biogas agricola sono una realtà ma, solo attraverso un’azione sinergica dei diversi attori della filiera e delle Istituzioni, sarà possibile impiegare il petrolio verde italiano, le biomasse solide per la produzione di energia termica ed elettrica”.

Secondo una ricerca di Fiper, sono 801 i Comuni in fasce climatiche E ed F (alta collina e montagna) non ancora metanizzati che potrebbero riscaldare i propri cittadini attraverso il calore prodotto da centrali di teleriscaldamento alimentate a biomasse legnose frutto della gestione dei boschi locali, creando centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.
“Purtroppo – ha detto Righini - la sindrome Nimby ha contagiato un po’ tutti. Ma oggi la tecnologia garantisce la pulizia e la bontà dell’energia prodotta con il teleriscaldamento e il biogas, al punto che stiamo sviluppando, con il Distretto agroenergetico lombardo e l’Università di Milano, nuovi concimi biologici ammendanti prodotti dalle ceneri di combustione delle biomasse e dai residui della digestione nel processo di produzione del biogas”.

Il presidente nazionale Slow Food, Roberto Burdese, ha lanciato l’idea di dare vita ad un tavolo di studio con Fiper sui temi della produzione energetica e la sostenibilità ambientale.
“Il recentissimo sequestro di 1 miliardo e 300 milioni di euro in Puglia – sottolinea Burdese - è la riprova che le denunce inascoltate di Slow Food per segnalare che lì c’era qualcosa che non andava, e che si stava devastando il territorio e l’attività agricola a soli fini speculativi ci hanno proposto all’opinione pubblica come 'quelli che non vogliono le rinnovabili', ma non è così. A noi preme tutelare il territorio per consentire un suo sviluppo sostenibile in armonia con le esigenze di produzione di energia da fonti rinnovabili e in questo senso con FIPER può nascere un percorso condiviso”.

A conclusione dei lavori, Righini ha sottolineato l’assurdità dell’attuale normativa italiana che non consente di utilizzare le potature del verde urbano e il legname recuperato dagli alvei fluviali a fini di produzione energetica: “Milano produce 800 mila tonnellate di potature che deve smaltire come rifiuto a 60 euro a tonnellata. Se noi uniformassimo la nostra normativa a quella di altri paesi europei, il Comune potrebbe veder tramutata in un’entrata un costo. E il teleriscaldamento potrebbe ritirare le potature a 20 euro la tonnellata”.