Anche la Toscana ha aperto il bando per gli impegni per l'apicoltura, per fornire contributi ad alveare in aree specifiche della Regione dove l'attività di impollinazione delle api da miele è ritenuta importante per la flora locale.

 

Il bando, attivato sulla misura Sra-Aca18 del Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027, mette a disposizione 600mila euro all'anno per i 5 anni di impegno, e quindi un totale di 3 milioni di euro per il quinquennio 2025-2029.

 

Al bando possono partecipare tutti gli apicoltori e gli enti pubblici, in regola con l'Anagrafe Apistica, che conducano almeno 11 alveari nelle zone ammesse al bando.

 

L'obiettivo dichiarato del bando infatti non è quello di sostenere gli apicoltori, ma quello di sostenere l'attività pronuba delle api da miele in certe zone per determinate specie botaniche

 

E quindi i contributi sono riservarti solo a chi ha, o porta con l'attività di nomadismo, gli alveari in queste zone nei periodi di fioritura delle piante da tutelare indicate dal bando.

 

Zone che tuttavia sono diffuse pressoché in tutti i comuni toscani, come visibile anche nella cartografia di riferimento qui sotto.

 

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In giallo le zone ammesse per l'attuazione della misura Sra-Aca18 in Toscana

(Fonte: Geoscopio - Regione Toscana)

 

La domanda di contributo, infatti, può essere richiesta o per gli apiari stanziali o per quelli nomadi.

 

Il contributo consisterà in una somma forfettaria annua che andrà in base al numero di alveari impegnati e al tipo di attività: stanziale o nomade. 

 

Nel dettaglio per gli apiari stanziali:

  • da 11 a 80 alveari: 2.502,50 euro/anno;
  • da 81 a 120 alveari: 5.527,50 euro/anno;
  • da 121 a 160 alveari: 7.727,50 euro/anno;
  • da 161 a 200 alveari: 9.927,50 euro/anno;
  • da 201 a 240 alveari: 12.127,50 euro/anno;
  • da 241 a 280 alveari: 14.327,50 euro/anno;
  • da 281 a 320 alveari: 16.527,50 euro/anno;
  • oltre 320 alveari: 17.655,00 euro/anno.

Per gli apiari nomadi:

  • da 11 a 80 alveari: 2.821,00 euro/anno;
  • da 81 a 120 alveari: 6.231,00 euro/anno;
  • da 121 a 160 alveari: 8.711,00 euro/anno;
  • da 161 a 200 alveari: 11.191,00 euro/anno;
  • da 201 a 240 alveari: 13.671,00 euro/anno;
  • da 241 a 280 alveari: 16.151,00 euro/anno;
  • da 281 a 320 alveari: 18.631,00 euro/anno;
  • oltre 320 alveari: 19.902,00 euro/anno.

Per poter accedere ai contributi gli apicoltori e gli enti pubblici devono impegnarsi a mantenere il numero degli alveari dichiarati nelle zone dichiarate e fornire annualmente una relazione tecnica che indichi il tipo di attività svolta e verso quali piante di interesse ambientale servirà l'attività pronuba delle api.


Le domande e tutta la documentazione richiesta devono essere inviate su Artea entro il 15 maggio 2025.

 

Una volta ricevute le domande la Regione stilerà una graduatoria che darà priorità a chi ha un numero elevato di  alveari impegnati, a chi fa biologico e a chi esercita l'apicoltura come attività prevalente.

 

Nel caso poi le domande siano comunque più alte della disponibilità economica stanziata, i contributi potranno essere ridotti fino al 50%.

 

Per tutti i dettagli si rimanda alla pagina ufficiale del bando.