Negli ultimi anni la gestione della difesa del melo dalle avversità è in continua evoluzione. Importanti sono la riduzione dei prodotti disponibili, le novità recentemente introdotte, tra cui, da evidenziare, l'introduzione di nuove varietà resistenti alla ticchiolatura, e le inevitabili ripercussioni derivanti dal cambiamento climatico.

 

Venturia asperata

Come ci ha segnalato Riccardo Bugiani, del Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna, va innanzitutto segnalata la Venturia asperata, tenuta normalmente sotto controllo dai trattamenti contro la ticchiolatura, che si sta progressivamente diffondendo sulle cultivar resistenti alla ticchiolatura e che, proprio in virtù della resistenza a questa malattia, avevano portato ad un ridimensionamento dei trattamenti chimici nella fase primaverile.

 

Questa avversità, probabilmente era già stata osservata nel secolo scorso, in prove ad Altedo (Bo) del gruppo del professor Augusto Cesari; in quel momento non era stata ben classificata, ma si evidenziava quando si andavano a ridurre i trattamenti contro la ticchiolatura, con strategie di difesa impostate su prodotti curativi. Si è poi manifestata dapprima in Francia nella prima metà del decennio scorso e subito dopo in Emilia Romagna, in coincidenza con l'introduzione della varietà Modì, resistente alla ticchiolatura.

 

Venturia asperata si sta ora manifestando in maniera importante in Trentino a seguito della riduzione dei trattamenti fitosanitari, determinata della positiva diffusione di cultivar resistenti alla ticchiolatura. 

 

Nei comprensori melicoli italiani si manifesta tra luglio e agosto.

Per controllarla, occorre ora riequilibrare la difesa.

Certamente non sarà necessario ripristinare anche sulle cultivar resistenti la tradizionale e consolidata difesa dalla Venturia inaequalis, ma sarà opportuno studiarne in maniera approfondita la biologia per trovare il corretto posizionamento di alcuni trattamenti specifici.

 

Colletotrichum

Anche nel 2024 si è presentata in maniera diffusa nell'areale frutticolo del melo.

Come ci ha precisato Riccardo Bugiani, per tutto il 2024 i tecnici hanno seguito con particolare attenzione la sua evoluzione.

Fino alla fine di luglio la situazione era rimasta sotto controllo, con sporadiche avvisaglie un po' in tutte le regioni, ma poi il problema si è sviluppato in maniera importante negli areali melicoli di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli Venezia Giulia

 

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Danni da Colletotrichum sui frutti

(Fonte: Riccardo Bugiani - Servizio Fitosanitario della Regione Emilia Romagna)

 

Le calde estati degli ultimi anni, caratterizzate da lunghi periodi di siccità, accompagnate da efficaci strategie di difesa dalla ticchiolatura, che avevano consentito di chiudere le fasi primarie di difesa dalla ticchiolatura, hanno portato a limitare l'impiego di fungicidi a fine primavera.  

 

Purtroppo, questa strategia di difesa, accompagnata da un clima caldo con precipitazioni molto intense e concentrate in poche ore nella fase estiva, sta ora favorendo la diffusione di diverse specie di Colletotrichum

 

Due le manifestazioni sintomatiche che si sono maggiormente presentate:

  • la Glomerella Leaf Spot (Gls), favorita da temperature alte e piovosità, caratterizzata da una intensa filloptosi, è comparsa precocemente (dalla metà di luglio) ed ha colpito prevalentemente le cultivar Gala, Pink lady®, Rosy Glow e, in minor misura, Granny Smith;
  • la Apple Bitter Rot (Abs), favorita da cardinali termici più bassi, ha confermato di manifestarsi prevalentemente sui frutti, ed è comparsa più precocemente da metà giugno-luglio, soprattutto in Veneto ed ha colpito prevalentemente le cultivar Story® Inored e Gala in ambito biologico.

Sufficientemente efficaci le strategie di difesa disponibili con prodotti, quali ad esempio captano, fluazinam e dithianon, registrati ed efficaci contro la ticchiolatura; da non sottovalutare l'effetto indiretto, specie nella fase di pre raccolta, di alcuni corroboranti a base di argille acide. 

 

Purtroppo, questa emergenza provoca un rafforzamento del numero complessivo dei trattamenti con prodotti fungicidi ed impegnerà non poco i produttori anche in un periodo dell'anno nel quale era possibile abbassare la guardia e limitare l'impiego dei prodotti fitosanitari in aree frutticole che sono spesso frequentate da turisti poco attenti ai cartelli e alle segnalazioni degli agricoltori.

 

Afidi, l'afide lanigero in particolare

Da non sottovalutare la problematica del controllo degli afidi. In un contesto, nel quale si va progressivamente a ridurre il numero delle sostanze attive disponibili, al momento ancora sufficienti per garantire un loro adeguato controllo, diventa sempre più critico il controllo dell'afide lanigero.

 

Come è stato rilevato anche nel 2022 e 2023, le temperature miti invernali hanno facilitato lo svernamento dell'afide lanigero in chioma e non solo al colletto, come abitualmente si poteva osservare in passato.

Nel 2024 in Friuli Venezia Giulia, come ci ha segnalato Luca Benvenuto del Servizio Fitosanitario locale, le prime infestazioni con colonie attive al colletto sono state segnalate a inizio marzo, mentre nella parte alta della pianta sono state osservate, con largo anticipo, già a metà marzo, trend questo già riscontrato nelle ultime due stagioni. 

 

Continua a rimanere problematica la parassitizzazione da parte dell'Aphelinus mali, che negli ultimi anni appare costantemente in ritardo rispetto alla diffusione dell'afide lanigero.

 

In evoluzione le strategie di difesa ed in questo senso appare molto importante la possibilità di poter disporre di un modello previsionale che individui correttamente la migrazione delle neanidi verso la chioma, consentendo così il corretto posizionamento di interventi specifici con prodotti fitosanitari.

 

Cimice asiatica

Non si può certamente considerare risolto il problema della cimice asiatica, ma è indubbio che si sta osservando un progressivo adattamento dell'ecosistema a questo problema e complessivamente si stanno osservando miglioramenti nel suo contenimento.

 

Certamente in alcuni meleti particolarmente colpiti, le strategie impostate sull'accanimento terapeutico possono favorire risoluzioni al momento soddisfacenti, ma possono ritardare il riequilibrio biologico che è l'unico percorso vero attraverso il quale il problema potrà essere risolto.

Da non sottovalutare in questo senso l'apporto derivante dal diffuso lancio di predatori che è stato condotto dalle regioni con la regia e il supporto di Crea Difesa e Certificazioni.

 

In questo contesto va poi sottolineato il problema che potrà derivare dal ridimensionamento del residuo massimo ammesso (Rma) stabilito per l'acetamiprid, che costituisce al momento la sostanza attiva di riferimento impiegata nella difesa.

 

In questo preoccupante quadro evolutivo, vanno invece sottolineata come siano sostanzialmente sotto controllo le avversità più tradizionali del melo, quali la carpocapsa e la ticchiolatura, che comunque continuano a richiedere particolari attenzioni e numerosi trattamenti specifici.

 

Carpocapsa

Grazie ad una sinergica integrazione delle diverse strategie di monitoraggio, un razionale impiego della trappole e un efficace impiego di modelli previsionali che hanno consentito di ottimizzare il posizionamento della confusione sessuale e l'impiego di prodotti biologici e di sintesi, la carpocapsa è normalmente sotto controllo.

 

Ticchiolatura (Venturia inaequalis)

Grazie ad un clima primaverile con un ridimensionamento del numero delle precipitazioni, che ha determinato una positiva concentrazione dei voli delle ascospore, molto efficaci si sono dimostrate le strategie di difesa contro le infezioni primarie; positiva anche la crescente diffusione di varietà resistenti alla ticchiolatura che hanno consentito di ridurre considerevolmente il numero dei trattamenti contro questa avversità (ad esempio Modì).

 

La coltivazione del melo continua quindi ad essere al centro delle attenzioni dei produttori e degli stessi ricercatori che hanno interessanti stimoli per studiare e promuovere nuove strategie di difesa sostenibili ed in grado di garantire ai produttori produzioni adeguate.

 

In conclusione, va segnalato che la Regione Emilia Romagna sta organizzando un convegno, dal titolo "Glomerella - nuova emergenza del melo: diffusione e conoscenze attuali" che si terrà a Bologna il 16 gennaio 2025 dalle 14:00 alle 17:30 nella "Sala 20 maggio 2012" Regione Emilia Romagna, viale della Fiera 8

 

Per partecipare ci si può iscrivere entro le ore 12:00 del 15 gennaio 2025 compilando il form dedicato.

 

Articolo realizzato in collaborazione con Mirco Casagrandi, esperto fitosanitario.