E' un bilancio positivo quello del primo anno di Agrinsieme Emilia Romagna, il sodalizio che è riuscito ad aggregare diverse “anime” dell'agricoltura, un'eccezione nel panorama delle rappresentanze agricole, frammentate e sovente in disaccordo. E dopo un anno non solo è tempo di bilanci, ma anche di passaggio del testimone al vertice, come previsto dallo statuto che affida il coordinamento a rotazione fra le organizzazioni che di Agrinsieme fanno parte. Così Antonio Dosi (Cia Emilia Romagna), che ha sin qui guidato questo nuovo organismo, ha ceduto il timone per i prossimi 365 giorni a Guglielmo Garagnani (Confagricoltura Emilia Romagna). Il bilancio delle attività è stato presentato da Dosi ad un incontro con la stampa che si è tenuto a Bologna l'11 luglio. In evidenza i risultati sui temi del credito e delle assicurazioni, la posizione unitaria su Natura 2000, la pressione per un'applicazione dell'Imu non penalizzante per l'agricoltura e poi il grande capitolo della riforma Pac e della definizione dei criteri di intervento dei prossimi Psr. Una sottolineatura Dosi l'ha voluta dedicare alla difesa del Consorzio del Parmigiano Reggiano, la cui importanza per il reddito delle stalle supera qualunque problema legato a vicende, vere o presunte, di chi ne è ai vertici.
 



Antonio Dosi e Guglielmo Garagnani


Oltre l'agricoltura
Ora gli impegni che attendono Agrinsieme superano il perimetro dell'agricoltura e si spingono sino ai temi ambientali, come la tutela delle acque, le emissioni in atmosfera, l'applicazione della direttiva nitrati. Lo ha ricordato lo stesso neo coordinatore Garagnani, che si è detto convinto del sentimento positivo che anima Agrinsieme, “contenitore dove discutere di agricoltura e di agroalimentare in tutta Italia”, per usare le sue parole. Capitolo importante è poi quello dell'applicazione dei Psr dove sono recepite molte delle indicazioni provenienti dalla stessa Agrinsieme nella fase di concertazione. Ora si attende l'approvazione da parte dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna. Nessun timore che i tempi non siano rispettati (entro il 23 luglio il progetto deve essere trasmesso a Bruxelles) in conseguenza delle dimissioni del Governatore Vasco Errani. Lo ha confermato l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni intervenendo all'incontro di Agrinsieme. Rabboni ha poi evidenziato la positiva esperienza di questo primo anno di attività di Agrinsieme, che al tavolo di confronto sui Psr si è sempre presentata con una posizione unica. Le 677 pagine che compongono il progetto di attuazione dei Psr sono il frutto di questa condivisione con il partenariato agricolo, favorito dal contributo di una rappresentanza unitaria come quella di Agrinsieme, che ha ridato impulso ai processi di concertazione.

I progetti
Nel concludere l'incontro Garagnani ha confermato che il suo coordinamento sarà orientato al consolidamento di Agrinsieme, anche attraverso uno snellimento dei processi decisionali. I risultati conseguiti in questo primo anno di attività confermano che il futuro impone un ripensamento del modello di rappresentanze agricole che sin qui abbiamo conosciuto. Divisione e frammentazione appartengono al passato, mentre il futuro impone sistemi organizzativi aggregati di cui Agrinsieme è un esempio. Sotto questa sigla troviamo infatti riunite Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare. Nell'insieme ciò si traduce in 40.000 imprese con oltre 92.000 persone impiegate, un sistema che rappresenta la quasi totalità delle imprese cooperative per un fatturato di 13,6 miliardi di euro.