"La passione per questo mestiere - conferma Mirko - mi è venuta da ragazzino, quando accompagnavo le nostre frisone in giro per le mostre di razza, e d'estate passavo le mie giornate in stalla a mungere, oppure nei campi sul trattore e a irrigare. Frequentavo ragioneria, ma ho sempre pensato che da grande avrei fatto l'allevatore".
Attualmente l'azienda munge 310 vacche, ma grazie alle ottime performance riproduttive, all'uso del seme sessato e alle minime mortalità in vitellaia, alleva in totale 700 capi
E così è stato: dopo i primi passi mossi in famiglia, nel 2012 Mirko si mette in proprio acquisendo un ramo della Società agricola Ronchi: "come primo step - osserva - ho investito nelle agroenergie, dotandomi di un impianto di biogas da 190 kWp funzionante a sole deiezioni, e di pannelli fotovoltaici su tetto di potenza complessiva 99 kW, il cui posizionamento mi ha per altro consentito di smaltire il vecchio ethernet".
L'impianto di biogas viene alimentato con i reflui della stalla e con un po' di pollina proveniente dai vicini allevamenti avicoli. 2Si è ammortizzato in fretta e mi ha permesso di compensare le cadute del prezzo del latte" dice Mirko
"Adesso sono alla fase due, ovvero all'ampliamento dell'effettivo: dopo i primi investimenti, si è trattato infatti di stabilire quale poteva essere, in base alle strutture che avevo a disposizione, la capienza massima del mio allevamento: ero partito con 200 vacche in mungitura, ma praticando un'alimentazione costituita in larga maggioranza da insilati, avevo anche dei fienili inutilizzati, dove avrei potuto stabulare una parte della mandria, come poi in effetti è avvenuto. Comunque l'obiettivo che mi sono posto è raggiungere le 400 vacche in mungitura, con una cinquantina di asciutte e 250 manze. Oggi, con la sola rimonta interna sono arrivato alle 310 vacche in lattazione, per un totale di 700 capi. Ma tra un anno conto di arrivare all'obiettivo".
Le cuccette, presenti in tutti i reparti della stalla, sono riempite con il separato delle deiezioni
Ulteriori ampliamenti, infatti, sono rimandati a un futuro per ora lontano: "dovrei costruire nuove stalle, e sarebbe troppo oneroso oltre che complicato sul fronte dei permessi. Mi piacerebbe pensarci quando i miei figli saranno cresciuti, e qualora almeno uno dei due vorrà, come mi auguro, rimanere in azienda".
In vitellaia l'impiego dei destratificatori, azionati per tutto l'anno inverno incluso, ha fortemente ridotto le esalazioni ammoniacali, le forme respiratorie e i casi di mortalità
Agricoltura di precisione
Nel frattempo il team della Begnoni Farm - Mirko, suo padre Antonio e i sei dipendenti - sta lavorando sodo per rendere l'azienda sempre più funzionale ed efficiente. E qui, in stalla come in campagna, entra in gioco la passione di Mirko per la tecnologia, ma soprattutto l'apertura a quanto di nuovo conosciuto in occasione di convegni e visite tecniche: "sugli appezzamenti coltivati dalla nostra famiglia - suggerisce ad esempio Mirko - insieme a mio cugino Paolo e a mio zio Giuseppe pratichiamo la minima lavorazione dei terreni. Una tecnica che ci sta dando buoni risultati, ma per la quale abbiamo dovuto rinnovare il nostro parco macchine. Di qui l'acquisto, ad esempio, della nuova macchina per la semina a rateo variabile, che in base alla fertilità del terreno stabilisce la distanza di semina ideale".
Attraverso lo smartphone Mirko viene costantemente aggiornato sull'avanzamento dei lavori in campagna. In azienda viene praticata, con ottimi risultati, la minima lavorazione del terreno
A sinistra: per Mirko il raffrescamento diretto delle vacche è una priorità, e anno dopo anno investe nell'acquisto di nuovi ventilatori sempre più efficaci. A destra: i terreni aziendali sono coltivati in larga prevalenza a miscugli foraggeri per l'insilamento, in doppio raccolto
Ma l'hi-tech è protagonista anche in stalla: ecco, sempre a titolo di esempio, l'intensive cooling delle vacche durante l'estate o l'impiego dei destratificatori in vitellaia. Per non parlare del robot di alimentazione, a cui si devono in larga parte i miglioramenti messi a segno nell'ultimo anno: "la scorsa primavera - spiega Mirko - mi ero deciso a cambiare il vecchio carro miscelatore, un mezzo che in una stalla da latte svolge, a mio avviso, un ruolo ancor più importante dell'impianto di mungitura. Avevo già visto in funzione l'Afs della Lely, prima in Olanda e poi qui in Italia, in una decina di allevamenti, e così ho deciso di acquistarlo. È in funzione dallo scorso luglio e per ora sono più che soddisfatto: mi è costato un po' di più di un buon carro semovente, ma mi è valso un risparmio di 10mila euro di gasolio all'anno, ma soprattutto un risparmio di 4-5 ore di manodopera al giorno. E siccome il più delle volte ero io a dover fare il carro e a distribuire la razione, ho potuto investire il tempo risparmiato in altri lavori di fondamentale importanza per l'azienda, come dare applicazione al nuovo protocollo di visite post-parto, seguire il nuovo sistema di alimentazione del gruppo in pre-parto, imparare a usare il Dairy Comp, e dedicarmi a un nuovo progetto di commercializzazione del mio latte".
La cucina del sistema di alimentazione automatizzato. L'impiego dell'Afs ha impresso una svolta in positivo alle performance aziendali
"In più ci sono i vantaggi sul fronte tecnico: fra questi, l'azzeramento degli scarti alimentari, la possibilità di calcolare con precisione l'ingestione e l'Iofc gruppo per gruppo, la possibilità di scaricare la razione anche 4-5 volte al giorno, la possibilità di suddividere la mandria in più gruppi alimentari per offrire razioni ancor più calibrate. Oggi, infatti, le vacche in lattazione sono divise in quattro gruppi (freschissime, primipare fresche, pluripare fresche e avanti), le asciutte in due gruppi (asciutta e preparto), e le manze in due gruppi (entro l'anno e oltre l'anno), e ciascun gruppo ha la propria razione, adatta ai propri fabbisogni".
"Certo, la produzione di latte sta tornando su buoni valori, ma dallo scorso luglio a oggi è soprattutto aumentato, in modo davvero evidente, il tasso di rilevamento dei calori e quindi anche il pregnancy rate: nel ciclo di fine febbraio/inizio marzo è arrivato al 32%. Ma con l'impiego del Dairy Comp, l'utilizzo di un nuovo protocollo di sincronizzazione (double ovsynch), del nuovo programma alimentare del preparto basato sulla differenza cationi anioni, e del nuovo protocollo di monitoraggio sanitario delle malattie post-parto, conto di migliorare ulteriormente. Idem per ciò che riguarda la produzione".
Nel ciclo di fine febbraio il pregnancy rate aziendale è arrivato al 32%
Le bovine della Begnoni Farm dispongono in media di 13 centimetri di abbeveratoio per capo. Anche d'estate, in uscita dalla sala di mungitura, le vacche trovano acqua tiepida
Un occhio alla fitness
La corsa alla crescita coinvolge naturalmente anche le scelte in materia di genetica: "nell'azienda della nostra famiglia - prosegue infatti Mirko - utilizzavamo in prevalenza genetica nordamericana da tipo, ma negli ultimi anni abbiamo posto maggiore attenzione alla fitness. Oggi il primo aspetto che guardo in un toro è il net merit, ma con un occhio di riguardo alla produzione e un po' anche alla morfologia. L'uso del sessato è già una realtà, perché lo uso sulle manze e su un 30% di vacche; per un altro 30% di vacche ricorro al convenzionale e sul rimanente 40% utilizzo il seme da carne. La genomica? L'80% del seme Holstein che acquisto è di tori genomici, mentre ho iniziato a genotipizzare anche le femmine con l'obiettivo di impiegare come donatrici il miglior 3-4% della mandria e di impiantare gli embrioni sul peggior 20% delle manze, oltre che sulle repeat breeder".Robot di mungitura
E tra gli obiettivi del mirino c'è anche un ritorno al passato: "la nostra famiglia - conclude infatti il nostro interlocutore - è stata tra le prime in Italia a dotarsi di un robot di mungitura. Ma all'epoca la tecnologia non era matura, né eravamo maturi noi per gestirla. Oggi credo che le condizioni ci siano su entrambi i versanti, per cui sto pensando di acquistare due o più stazioni di mungitura robotizzata.Ma solo nel 2019, quando dovremo rinnovare la nostra sala, una 12+12 a spina di pesce, e avremo da mungere un centinaio di vacche in più. Per questo ipotizzo due robot, ma sarà il mio consulente economico-finanziario a propormi il numero più congruo".
Non ha torto, il ragionier Begnoni: prima di fare un investimento, occorre guardare a costi e benefici. E i conti devono tornare.
Mirko usa le nuove tecnologie anche per muoversi rapidamente da un punto all'altro della stalla
In stalla con...
Mirko Begnoni
- Località Palazzina Nuova, Villafranca di Verona (Vr) - Info: mirko.begnoni@virgilio.it
- Superficie disponibile: 140 ettari, coltivati per il 90% a miscugli foraggeri
- In stalla: 310 vacche in lattazione di razza Frisona
- Produzioni medie giornaliere (aprile 2018): 34,5 litri di latte al 4,05% di grasso e al 3,38% di proteina; cellule somatiche sotto le 200mila unità/ml
- Età media al primo parto: 23 mesi
- Manodopera dipendente: 6 unità
- Destinazione del latte: cooperativa di raccolta "Scaligera Latte"
- Altre produzioni: biogas (impianto a sole deiezioni da 190 kW di potenza) e fotovoltaico (99 kWp)