In Campania è scattata la corsa contro il tempo, per mandare in vigore al più presto la legge di riordino del comparto: necessaria per ridare efficienza ed efficacia agli enti, riducendone numero e poltrone, e al tempo stesso a chiudere con le passate gestioni, spalmando un’ingente posizione debitoria – 450 milioni di euro – su mutui ventennali, che dovranno essere contratti con le banche dai consorzi, ma con la garanzia di Regione Campania.
In Puglia, dove invece la legge di riordino è stata approvata nel gennaio 2017, continua la lotta delle organizzazioni agricole per scongiurare lo scorporo del servizio irriguo, che potrebbe finire direttamente nelle mani di Acquedotto pugliese. Con l’aggravante di aggiungere al prezzo dell’acqua il costo dell’Iva, dal quale sono esenti per legge i consorzi di bonifica e irrigazione.
Campania, agire subito per fermare i debiti
La giunta regionale della Campania ha approvato il disegno di legge n. 540 “Nuove norme in materia di bonifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica” che è stato inoltrato al Consiglio regionale per l’approvazione con la procedura abbreviata con dichiarazione di urgenza di cui all’art. 54 dello Statuto regionale. L’esame è iniziato il 4 settembre nelle commissioni consiliari competenti, che non lo hanno ancora inviato al Consiglio per il voto finale. Ma il presidente ed assessore all’Agricoltura della Campania, Vincenzo De Luca, è impaziente: da quanto è dato sapere intende pervenire all’approvazione del disegno di legge entro la fine dell’anno, ma le commissioni ora stanno tentando di costruire un testo coordinato tra il disegno di legge della giunta e altri tre progetti che giacevano in Consiglio regionale. Cosa che rallenterebbe l’iter di approvazione del provvedimento. Recentemente, il capo della segreteria di De Luca, Franco Alfieri, ha riferito che il presidente della regione potrebbe “pur nel rispetto delle prerogative del Consiglio regionale, invitare i consiglieri ad accelerare l’iter”.La fretta è dovuta ad un elemento essenziale: la nuova legge consente agli enti di chiudere con il passato debitorio, contraendo mutui ventennali con il sistema bancario - garantiti dalla regione – per fare fronte ad una massa debitoria lievitata da 300 a 450 milioni di euro in pochi mesi, stando alle stime che circolano a Napoli. Una mina vagante il debito dei consorzi, che va subito disinnescata, anche se restano tanti dubbi sul come funzionerà la riforma. Intanto la riduzione degli enti: non è chiaro come avverrà, la legge detta solo i criteri per gli accorpamenti, ma non dà indicazioni precise sul quali soggetti fondere tra loro.
Intanto, si fa sempre più urgente por mano alla riforma: perché troppo spesso l’acqua per irrigare o arriva in ritardo – come accaduto in alcuni comprensori irrigui del Consorzio Destra Sele e del Consorzio del medio e basso Volturno – o addirittura manca del tutto, come raccontato da AgroNotizie la scorsa estate: a lamentarsene gli agricoltori dell comprensorio della Valle del Peccia e della sinistra Garigliano, di competenza del consorzio aurunco di bonifica.
La realtà campana è molto complessa e potrebbe esserci spazio per emendamenti migliorativi, anche per la gestione da parte delle Comunità montane, di piccoli impianti irrigui non legati ad opere di bonifica, come proposto dal presidente dell’associazione Valli del Peccia, Domenico Iardino. Ma il tempo stringe, i debiti dei consorzi aumentano e la dirigenza regionale ha fretta di chiudere la partita.
Puglia, Coldiretti vuole Aqp fuori dalla cabina di regia sull’acqua
"Passando la gestione dell'acqua dai consorzi di bonifica all'Acquedotto pugliese i pugliesi continueranno a pagare i consorzi, perché i servizi non sono scorporabili, nei fatti non scompariranno gli oneri di contribuenza, perché i canali assolvono la duplice funzione di scolo ed irrigua. Chi osteggia la modifica della legge sui consorzi di bonifica commissariati deve avere il coraggio di dire agli agricoltori, che già pagano servizi di cui beneficiano gratuitamente anche i fondi urbani, che se dovesse passare questa inaccettabile linea, dovranno pagare ad Aqp un prezzo dell'acqua maggiorato del 10% di Iva". Così il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, in audizione alla IV Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale della Puglia, illustrando gli emendamenti di modifica alla legge regionale n. 1 del 3 febbraio 2017 sui consorzi di bonifica commissariati, al presidente Donato Pentassuglia.Corsetti ne ha per tutti e su tutto: "Sul fronte della bonifica integrale, ricordiamo con fermezza che i debiti dei consorzi di bonifica non sono stati fatti dal mondo agricolo, si sono accumulati nei 20 anni di gestione dei commissari, nominati dalla Regione, e non possono ricadere sulle spalle degli agricoltori, gli unici ad essere gravati dagli oneri di contribuenza".
Coldiretti teme che un ulteriore aumento del prezzo dell'acqua per gli agricoltori, che già i consorzi acquisiscono a caro prezzo dall'Acquedotto pugliese, che la vende a metro cubo e a prezzi variabili da zona a zona, possa ripercuotersi negativamente sulla competitività e sul reddito delle aziende agricole.
“Oggi va esclusa la presenza dalla cabina di regia sull'acqua di Aqp, per evitare un aggravio dei costi a causa dell'Iva – ha ribadito Corsetti - per scongiurare politiche della tariffazione che prenderebbero il posto di quelle della contribuzione, per riaffermare la necessità dell'autogoverno delle attività consortili e della partecipazione trasparente dei consorziati alla vita di questi Enti".
Intanto, servono nuove opere di manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica in puglia. Coldiretti, in particolare chiede che quanto annunciato anche al convegno alla Fiera del Levante dall'assessore Leonardo di Gioia si concretizzi e che dei 50 milioni del Patto per la Puglia, vadano al consorzio di Bonifica del Centro-Sud qualcosa come 14 milioni per opere di manutenzione ordinaria e straordinaria.
"Chiediamo che si agisca subito perché le attività del futuro consorzio di bonifica del Centro-Sud vengano affidate all'autogoverno del mondo agricolo entro la fine dell'anno – ha concluso Corsetti - stanziando risorse per fronteggiare la debitoria pregressa per 5 anni, con un personale che andrà riorganizzato e meglio qualificato e riavviando un'attività visibile e concreta di manutenzione del territorio”.