Per anticipare i termini di avvio delle attività, e rispondere ad una delle prescrizioni della Commissione Ue che ha imposto una complessità di azioni, dovevano ripartire ad agosto scorso i monitoraggi: questi costituiscono la necessaria maglia di controllo e presidio del territorio, con l'obiettivo di individuare, con la migliore precisione possibile, il margine più settentrionale del contagio. Il ritardo, per altro, aveva innescato in Puglia nei giorni scorsi una polemica politica molto forte. Intanto, la selezione dei professionisti era stata avviata solo con l’avviso pubblico del 18 settembre 2018 emanato da Arif e comunque senza ancora la necessaria liquidità di copertura, assicurata ora dalla convenzione appena firmata. Le procedure di selezione verosimilmente sono ancora in corso di espletamento, visto che l'avviso ha previsto il 29 settembre scorso come termine ultimo per l'invio delle istanze di partecipazione.
"Non dimentichiamo che i monitoraggi riguardano le zone di contenimento, cuscinetto e indenne – ricorda il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – mentre non attengono la zona infetta. In quest'ultima area chiediamo che i costi delle analisi sugli alberi ai fini dell'espianto, che nel caso dei secolari vanno effettuati su ogni singola pianta, non vadano a ricadere sulle spalle degli olivicoltori, che già pagano un caro prezzo per tempi e modi con cui è stata gestita la calamità Xylella".
Per questo Coldiretti Puglia auspica che il decreto del ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, ancora in fase di elaborazione, punti direttamente all'obiettivo di agevolare e blindare le misure di contenimento, sostenga percorsi di riconversione e stanzi risorse per indennizzare gli olivicoltori senza reddito da quattro anni, disponendo misure ad hoc anche per frantoi e vivai.
"La Xylella è certamente la peggior fitopatia che l'Italia potesse conoscere, che cammina ad una velocità impressionante, considerato che in cinque anni gli ettari colpiti sono passati da 8mila a 770mila. Va costruito un solido cordone di difesa delle aree indenni - aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - oltre a stanziare risorse opportune per monitoraggi e ricerca, per dare respiro alle imprese agricole, a cooperative, frantoi e vivaisti che da anni sono senza reddito e non vedono alcuna prospettiva di futuro".
Servono comunicazione istituzionale chiara e indiscutibile, sistema di interventi che non sia messo in discussione da nessuno - sostiene Coldiretti Puglia - anche dalla giustizia amministrativa, per dare corso alle indispensabili misure di contenimento, perché la tutela di interessi privati non può ledere interessi della collettività e del bene comune.
La sperimentazione e gli innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei - conclude Coldiretti Puglia - sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza, sviluppati fino ad oggi grazie all'impegno volontario di iniziativa privata e ricercatori che vanno supportati in modo tangibile.