Il cambiamento climatico e il cambiamento nella domanda alimentare a livello mondiale stanno creando gravi criticità negli equilibri sociali ed economici sia in Italia sia nei paesi in via di sviluppo. La perdita di agrobiodiversità crea perciò rischi materiali per le filiere agricole, con crescenti rischi e volatilità nella produzione agricola e zootecnica. La grave siccità del 2017 nel Mediterraneo, il divieto dell’uso dell’acqua ai fini agricoli negli Emirati Arabi, la crescente domanda di una alimentazione più completa nei paesi africani sono alcuni esempi di questi cambiamenti.
Il modello di sviluppo rurale della Romagna è già stato al centro degli studi dell’Osce, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, e della Commissione europea, Direzione generale della Politica regionale, quale caso di studio al fine di individuare i nuovi modelli di sviluppo sostenibile, in particolare partendo dal rapporto fra territorio urbano e territorio rurale. Da questo modello parte ora la risposta anche alle nuove criticità internazionali quali l’esigenza di fornire modelli di sviluppo sostenibili alle popolazioni dei paesi africani per ridurre i flussi migratori verso l’Europa.
L’integrazione del potenziale dell'agrobiodiversità nelle catene di approvvigionamento, rappresenta un potenziale per le imprese agroalimentari e per gli investitori per aumentare la produttività e la qualità della nutrizione migliorando allo stesso tempo anche la resilienza, la salute del suolo e la qualità dell'acqua.
Il Forum internazionale riunirà esperti e rappresentanti dell'agrobusiness, del Governo, delle Organizzazioni internazionali, degli investitori e dei media in una discussione interattiva con un pubblico invitato sui vantaggi, opportunità e modi di utilizzare la diversità dalla produzione agricola per diete sane e sistemi agroalimentari sostenibili. Sarà introdotto un indice di agrobiodiversità che può essere utilizzato per sostenere investimenti finanziari sostenibili nell’agribusiness. Sarà perciò presentato per la prima volta in Italia il nuovo Piano europeo per gli investimenti esterni per l'Africa e i paesi del vicinato dell’Ue. Per il triennio 2018-2020, il Piano rende disponibili finanziamenti e garanzie per 4,1 miliardi al fine di generare investimenti per un valore presumibile di 44 miliardi. E’ previsto un suo ampliamento nel bilancio Ue 2020-2026, con disponibilità che potrebbero essere fino a dieci volte superiori. Le aree di investimento individuate sono: Energia sostenibile, sostegno alle Pmi, Agricoltura sostenibile e agroindustria, Città sostenibili e Digitale per lo sviluppo.
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Fonte: International Rural Show