Si è aggiudicato il Superior taste award, il premio conferito dall'International taste & quality di Bruxelles, l'organizzazione internazionale indipendente che si occupa della qualità organolettica di bevande e alimenti.

Ma Luca Finocchio, titolare dell'omonima azienda apistica non è nuovo a premi e riconoscimenti, posizionandosi tra i pochissimi apicoltori italiani a far conoscere e apprezzare il miele italiano nei concorsi internazionali.

Un'azienda, quella di Finocchio, nata negli anni '70 in Abruzzo nell'incantevole borgo di Tornareccio, città del miele. Una attività avviata dal padre Aquilino che decise di riprendere l'idea imprenditoriale di suo nonno, ed iniziare l'attività con appena trentacinque alveari, sotto il consiglio dello zio Emilio e del cugino Amedeo.

Dal 1987, in seguito ad una visita ad alcune aziende apistiche francesi tramite l'Associazione apicoltori professionisti italiani inizia la modernizzazione dell'azienda, con un percorso di innovazione culminato nel '95 con l'installazione di una catena semiautomatica per la smielatura, la trasformazione delle arnie da fondo chiuso a fondo in rete e la palletizzazione degli alveari.

Alveari che oggi sono più di mille, che vengono spostati in varie zone del Centro Sud Italia tra Abruzzo, Marche, Lazio, Molise, Basilicata, Puglia, producendo un vasto assortimento di mieli che vanno dal rosmarino, al ciliegio, e poi arancio, sulla, acacia, ailanto, castagno, girasole, marruca, coriandolo, melata di bosco, millefiori e millefiori delle montagne d'Abruzzo.

Lo abbiamo intervistato per chiedergli il 'segreto' del suo successo, ma soprattutto le motivazioni che lo spingono a promuovere così bene il suo prodotto.

Quindi, dicevamo, quale è il segreto del suo successo?
"Quando mi fanno questa domanda mi piace rispondere così: per fare un miele di qualità bisogna essere esageratamente attenti ai particolari, ai dettagli. Tornareccio, il mio paese è la città dei mosaici e fare miele è come realizzare un mosaico: se sbagli il più piccolo tassello rischi di rovinare tutto. Ma l'attenzione ai dettagli non basta, servono la giusta esperienza e, soprattutto, una grande passione: le api sono la mia vita e sono felice del mio lavoro. Per quanto concerne le motivazioni, diciamo che a me piace mettermi in gioco, e i feedback che ricevo positivi o negativi che siano, sono uno stimolo per migliorami".

Quando ha iniziato l'attività di apicoltura?
"Sin da bambino andavo dalle api con mio padre, poi dopo aver compiuto i 18 anni, sono entrato a pieno titolo nell'attività".

E da quando ha iniziato a partecipare a concorsi?
"Il primo concorso nel 1998 in un concorso a livello regionale".

Fino ad oggi quali e quanti ne ha vinti?
"Ho vinto moltissimi premi, a livello regionale il 'Rosone d'oro' ed il 'Premio qualità Abruzzo'.
A livello nazionale ho diverse targhe 'Tre Gocce d'oro' del concorso Grandi mieli d'Italia - Giulio Piana, oltre diversi primi posti nel concorso 'Roberto Franci' di Montalcino ed ancora nel 'Premio Città di Lazise - Ape d'Oro' dove sono risultato il primo classificato per diversi anni.
Il 2016 è stato un anno d'oro per i riconoscimenti Sofi Award 2016 di New York, l'oscar internazionale delle eccellenze culinarie, 1° posto oscar d’oro categoria marmellate, conserve, miele e burro di arachidi con il Cioccomiel, oscar d’argento nella medesima categoria per il miele italiano di sulla, il primo posto in assoluto a parimerito al Concorso nazionale dei mieli "Roberto Franci" di Montalcino con il miele di Arancio, le Tre Gocce d'Oro con il miele di Coriandolo, miele rivelazione 2016, e altri sei riconoscimenti al Concorso nazionale Giulio Piana. Ed infine sono stato premiato a Montecitorio come una delle cento eccellenze italiane in rappresentanza delle aziende agricole, dove il miele ha rappresentato il settore agricolo italiano.
Nel 2017 altro prestigioso premio internazionale 'Superior Taste Award' di Bruxelles, conferito dall'International taste & quality di Bruxelles due, sono state le stelle assegnate al miele di arancio, e una al Mieraviglie al peperoncino"
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Che cosa è che piace nel suo miele, che viene riconosciuto dalle giurie?
"Credo sia la qualità, che poi viene declinata nei cinque sensi.".

Partecipare ai concorsi, e vincere, è solo una soddisfazione personale o è anche uno strumento importante di promozione?
"Soprattutto una soddisfazione personale, poi è anche utile come strumento di promozione".

A livello di vendite, lei ha clienti esteri? E dopo questi premi, sono aumentati?
"il nostro mercato di riferimento per il mercato estero sono gli Stati Unti, ma esportiamo anche in altri paesi europei. Essendo la mia azienda in un momento di forte crescita aziendale, le vendite sono aumentate non so se il tutto è dovuto ai premi, in quanto abbiamo molti agenti ed importatori. Ad oggi invasetto circa il 40% della produzione aziendale, l'obiettivo è invasettare il 100% della produzione".

Il miele italiano è un ottimo prodotto che nulla ha da invidiare al vino, all'olio ai formaggi e agli altri prodotti del nostro agroalimentare, cosa manca secondo lei per renderlo famoso nel mondo?
"Devo dire che la richiesta c'è, ma a mio avviso manca la promozione di questo fantastico prodotto".

Quale sarà ora il prossimo concorso?
"Vedremo".

Può ringraziare qualcuno, oltre a sé stesso, per questo successo?
"La mia è un'azienda principalmente a conduzione familiare e devo ringraziare soprattutto le mie figlie dei passi avanti compiuti negli ultimi anni. Ringrazio prima di tutto mio padre, che ha iniziato l’attività e mi ha trasmesso questa passione, anche se lui non approvava molto la mia voglia di innovare l'azienda, ma mi lasciato sempre fare, io d'altro canto ho cercato di seminare questa passione nelle mie figlie coinvolgendole sin da piccole. Sempre in forma di gioco: per stimolare il loro interesse senza obbligarle a partecipare alla faticosa conduzione delle api. Cercavo di coinvolgere la famiglia coniugando così professione e passione. E le mie figlie hanno dato una spinta notevole all'azienda. Una lavora con me e si è laureata in Economia aziendale e ha ideato due tesi di laurea sull'azienda di famiglia: la prima sul costo di produzione del miele, mentre la seconda sull'internazionalizzazione dell'azienda. L'altra è un'insegnate e si è laureata in Scienze della formazione primaria ideando una tesi sulla fattoria didattica, portandoci ottimi risultati, infatti accogliamo più di 2mila bambini all'anno. Sono fiero di loro e sono felice di avergli trasmesso questa passione per l'apicoltura.
Un grande grazie va a mia moglie Anna, 'braccio destro' dell'azienda: collabora con me e contribuisce giorno dopo giorno al successo dell'azienda"
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