Superato da poco il giro di boa della stagione irrigua il Consorzio di bonifica dell'Emilia centrale ha organizzato per la prima volta un incontro costruttivo, all'insegna della condivisione e della trasparenza, con tutti i rappresentanti del mondo agricolo reggiano e parte del modenese per elencare ai coltivatori l'incessante, corposa e mirata opera di irrigazione nell'esteso comprensorio territoriale gestito.

In un contesto in cui l'anno aveva presentato, già nei primi mesi del 2016, un avvio particolarmente siccitoso caratterizzato da falde scariche e temperature sopra le medie, (quasi a ricalcare in modo speculare quello precedente che si era confermato come il più critico degli ultimi 150 anni) le precipitazioni primaverili hanno successivamente mitigato le possibili criticità consentendo all'ente di poter iniziare l'attività con minori pressioni ambientali.
Ciò non toglie che le temperature alte di luglio, di media di 3-4° al di sopra della media e il prolungarsi di periodi senza o con scarsissime piogge (per lo più nelle zone montane), abbiamo causato comunque una situazione di stress idrico da gestire con grande oculatezza per non incorrere nell'incombente pericolo della mancanza di risorsa per le nostre colture tipiche e per il comparto agroalimentare.

I numeri delle attività svolte e tutt’ora in corso che il Consorzio ha elencato alle associazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia presenti al completo con funzionari e presidenti (Fausto Castagnetti, Vito Amendolara, Marcello Bonvicini, Roberto Iotti, Antenore Cervi, Antonio Senza, Mario Bottura, Giulio Merighi e Davide Setti) sono di quelli importanti.

Il dato che maggiormente ha colpito i presenti è stato quello relativo ai 102.852.363 milioni di metri cubi di acqua prelevata dalle diverse derivazioni presenti e immessa nella fitta rete di 2500 chilometri di canali di bonifica a scopo irriguo a completo sostegno del settore agroalimentare. Il cibo è infatti oggi più che mai irriguo e la correlazione è diretta e il valore reale dell'acqua e il rapporto tra il fornitore di risorsa e il produttore che ne fa un uso corretto.
Un rapporto di vicendevole scambio sempre più costruttivo se il cammino è caratterizzato anche da un aperto confronto mirato ad individuare eventuali criticità, soluzioni, azioni adeguate.

"Lo scopo dell'incontro - ha sottolineato il commissario regionale dell'Emilia centrale Franco Zambelli - è quello di poter contare su un Consorzio partecipato che mette a disposizione del mondo agricolo non solo la risorsa necessaria, ma anche l'ottimo bagaglio di esperienza tecnico scientifica che possiede il Consorzio. Proprio per questo le segnalazioni degli agricoltori diventano fondamentali per adeguare progressivamente le azioni irrigue da compiere e da tenere in considerazione per le prossime annate".

Fino ad ora le richieste irrigue al Consorzio da parte delle imprese agricole sono state oltre 10.100 e le superfici lambite e irrigate che hanno necessità costante di acqua da parte dell'Emilia centrale hanno raggiunto quota 21.846 (Ha) ettari.
Particolarmente rilevanti anche i maggiori risparmi energetici determinati dalla gestione minuziosa della risorsa attraverso il sofisticato sistema tecnologico di telecontrollo e grazie all'annata climatica più clemente: il più evidente ad oggi è il 42,40% registrato nell'impianto idrovoro di Boretto.

Da segnalare tra le problematiche anche il verificarsi di numerosi "fontanazzi" che causano un grande dispendio di ulteriore forza-lavoro da parte delle maestranze consortili e che hanno aggiunto fino ad ora circa 2mila ore di lavoro supplementare proprio per arginare questo fenomeno. Soddisfatti per l'andamento dell'annata irrigua, ma sempre con la guardia alta su possibili variazioni, anche il direttore del Consorzio Domenico Turazza e l'ingegner Paola Zanetti costantemente informati, in tempo reale, sui molteplici monitoraggi trasmessi da tutte le derivazioni dell'area di competenza.

"Tra le peculiarità di questa stagione - ha affermato Paola Zanetti - c'è anche la novità dell'importante utilizzo a fini irrigui delle acque provenienti dall'impianto di depurazione Iren di Mancasale che serve 260 appezzamenti di colture irrigue per un'estensione di 820 ettari da cui sono arrivate 200 richieste di servizio che abbiamo immediatamente soddisfatto".
Questo servizio, che ora è a circa al 50% del suo potenziale di fornitura, in pochi anni consentirà al territorio di poter contare su un approvvigionamento idrico in milioni di metri cubi, circa sei, che è lo stesso che garantirebbe una diga di medie e grandi dimensioni. 

Gli agricoltori reggiani e modenesi soddisfatti dell'incontro hanno puntualizzato le loro richieste specifiche in vari punti mirati e tutti hanno rinnovato l'appuntamento per un bilancio di fine stagione alla conclusione delle attività irrigue.