La felice posizione geografica, la bontà del terreno argilloso e la contemporanea presenza di mare e monti, fanno della costa ionica calabrese a sud del Golfo di Taranto, nei pressi di Cirò Marina, proprio dove da quattro generazioni ha sede l'azienda vitivinicola Librandi, un territorio naturalmente vocato per la vite.
Gestita dai due fratelli Librandi che affidano la conduzione tecnica a Donato Lanati, professore di Enologia all'Università di Torino e Firenze, l'azienda in seguito all'ampliamento dettato dall'esigenza di rilanciare la viticoltura regionale e dalla necessità di accrescere la produzione, può contare oggi su 161 ettari di vigneto cui si aggiungono i 91 di ulivi.
I vigneti insistono nelle aree storiche del comprensorio della Doc Cirò, ma anche in quelli della Doc Melissa e del comprensorio Igt Val di Neto.
Entrata in Magis nel 2010 con due ettari coltivati a Gaglioppo, vitigno autoctono della Doc Cirò, l'azienda per quest’anno ha ampliato la superficie Magis a 4 ettari "grazie", spiega Davide De Santis responsabile agronomico, “agli stimolanti risultati ottenuti”.
“Aumentare la sostenibilità ambientale e capire oggettivamente la gestione agronomica secondo un protocollo che nell’ambito della filiera possa dimostrare i punti critici su cui lavorare in futuro” spiega De Santis “sono le principali motivazioni che ci hanno spinto ad aderire al progetto.
Il suo principale punto di forza, secondo la nostra filosofia aziendale, è la sostenibilità ambientale concretizzabile soprattutto, nel minor impiego di fitofarmaci, nel loro utilizzo mirato e nell’abbattimento dei fenomeni di deriva nel corso dei trattamenti antiparassitari. In tal modo si va anche a valorizzare ulteriormente i disciplinari di lotta integrata ai quali l’azienda si attiene.
Inoltre, l’informazione continua genera un costante adeguamento ai cambiamenti legislativi e soprattutto alle tendenze di mercato. La possibilità di seguire il monitoraggio continuo di parassiti come la Lobesia botrana” o Tignoletta della vite, “nonché la lotta mirata e la taratura degli atomizzatori, hanno prodotto” prosegue l'esperto, “un risparmio delle risorse utilizzate.
Altro punto di forza è rappresentato dal supporto informatico offerto all’azienda per raccogliere e gestire, nell’analisi finale, tutti i processi che avvengono nel vigneto.
E' per ora in cantiere” continua De Santis, “la redazione delle mappe di vigore resa possibile dal progetto al fine di programmare con maggiore dettaglio i lavori futuri nell'ottica di una viticoltura di precisione.
Importanti le indicazioni sulla qualità finale del vino grazie alle analisi fornite sui livelli dei residui, tutti nella norma; Inoltre, sempre nell'ambito del progetto, abbiamo avuto modo di conoscere i valori di ocratossina che, abbiamo riscontrato, rientrano nei limiti previsti dal Regolamento CE 1881/2006.
La migliorata gestione della chioma, ha portato ad identificare un punto debole ricadente nella sistemazione della tensione dei fili così da avere un buon palizzamento della canopy e di conseguenza una riduzione dei buchi nella vegetazione, una migliore efficienza fotosintetica nonché una migliore difesa fitoiatrica. Dal punto di vista delle analisi chimico-fisiche delle uve e dei vini ottenuti” prosegue, “non abbiamo riscontrano differenze significative ma, abbiamo riscontrato nel vino Magis un guadagno significante dal punto di vista aromatico.
Infine, per quanto riguarda i vantaggi commerciali” conclude, “ riteniamo che la comunicazione del progetto e l'educazione dei consumatori finali verso prodotti ottenuti secondo elevati standard qualitativi di sostenibilità e rintracciabilità possano indubbiamente costituire un elemento di vantaggio commerciale e rafforzamento del marchio aziendale”.
L'azienda vitivinicola Librandi ha aderito al progetto Magis