Negli ultimi anni l'attenzione di tecnici e viticoltori nei confronti degli agrofarmaci di origine biologica è andata crescendo. I motivi sono vari: da un lato i limiti imposti dal legislatore sulle sostanze attive ammesse e quelli relativi ai quantitativi massimi utilizzabili (vedi il rame). Dall'altro le richieste della Gdo e dei consumatori, con questi ultimi che vorrebbero produzioni a "residuo zero", mentre i primi impongono tetti al numero di sostanze attive residuali, solitamente non più di 5 (oltre a rame e zolfo).

E così, nella ricerca di alternative efficaci e a basso impatto ambientale, i produttori di mezzi tecnici hanno investito nello sviluppo di soluzioni di origine biologica. Prodotti che si basano sostanzialmente sull'impiego di microrganismi e molecole di origine naturale. Ma questi composti sono efficaci? Per sondare il potenziale del biocontrollo Agricola 2000 ha dedicato uno dei suoi Campo demo, per gli anni 2020 e 2021, proprio alla difesa dell'uva da tavola.

Venerdì 6 agosto scorso tecnici e agricoltori hanno potuto dunque visionare le parcelle gestite con strategie convenzionali, di biocontrollo e miste, toccando con mano l'efficacia dei prodotti proposti dalle ditte partecipanti. A mettere a disposizione per il secondo anno consecutivo le proprie viti è stato Domenico De Novellis, titolare dall'omonima azienda agricola in agro di Castellaneta (Taranto, Puglia) e di una rivendita di mezzi tecnici.



Difesa e biocontrollo, un delicato equilibrio

"L'andamento climatico di questo 2021 è stato sostanzialmente sfavorevole all'insorgenza delle malattie fungine. L'oidio, che in questi areali è la principale avversità, ha causato danni limitati sul testimone non trattato, con imbrunimenti del rachide e alcuni acini colpiti. Mentre la peronospora, a causa del clima caldo e ventilato, ha causato solo danni limitati alla vegetazione, con macchie d'olio che nella maggior parte dei casi non sono arrivate alla sporulazione", spiega Lorenzo Palanga, tecnico di Agricola 2000.

Alla data del 6 agosto scorso tutte le tesi trattate hanno dimostrato una efficacia totale nella difesa della vegetazione e del grappolo. E anche le aziende che hanno proposto le strategie più ambiziose, basandosi solo su agrofarmaci di origine biologica, hanno portato a casa il risultato.


Danni da oidio su rachide, uva Vittoria
Danni da oidio su rachide, uva Vittoria


Ma come avviene la difesa delle viti attraverso il biocontrollo? I meccanismi possono essere diversi: nel caso di microrganismi si viene a formare una barriera fisica sui tessuti vegetali che impedisce ai funghi patogeni di insediarsi. I prodotti possono anche indurre la risposta sistemica dei vegetali, con la produzione ad esempio di fitoalessine. Ci possono poi anche essere sostanze che agiscono direttamente sui miceti, devitalizzandoli o impedendogli di svilupparsi o sporulare.

"Anche se fino ad oggi il clima è stato favorevole non bisogna però abbassare la guardia. Perché se è vero che a fine agosto c'è stata la vendemmia dell'uva, varietà Vittoria, è anche vero che con settembre le temperature si abbasseranno e aumenteranno le precipitazioni. Se dunque non si continuerà a difendere efficacemente le piante, anche sul finire di stagione, l'anno prossimo è possibile che l'inoculo in campo sia elevato, con ripercussioni potenzialmente negative sulla produttività della stagione 2022", sottolinea Palanga.

Ma se l'annata fosse stata meno favorevole, gli agrofarmaci di origine biologica avrebbero offerto una difesa altrettanto efficace delle piante? Per dare una risposta occorre dare uno sguardo all'annata 2020, in cui è stato effettuato il primo Campo demo difesa vite da tavola. Anche in quel caso le soluzioni biologiche hanno dimostrato di essere efficaci, nonostante le condizioni ambientali avverse. Ma in quel contesto sono state determinanti la tempestività e l'accuratezza dei trattamenti.


Danni da peronospora su foglia, uva Vittoria
Danni da peronospora su foglia, uva Vittoria


In altre parole se con le sostanze attive di sintesi, soprattutto se affini alle cere o ad effetto sistemico, anche l'agricoltore meno scrupoloso può dormire sonni tranquilli, quando si parla di biocontrollo occorre essere sempre vigili.

Questo significa, ad esempio, utilizzare Dss, Decision support system - Sistemi di supporto alle decisioni, per valutare il rischio fitosanitario in campo e l'efficacia della difesa, ed effettuare interventi tempestivi, con bagnature accurate, visto che si tratta sostanzialmente di prodotti di contatto.


Biocontrollo e agrofarmaci di sintesi, preziosi alleati

"Dai dati che abbiamo raccolto il biocontrollo può essere una risorsa anche nelle annate meno favorevoli dal punto di vista climatico. Ma credo che il miglior trade off tra efficacia di protezione e impatto ambientale e residuale lo si ottiene utilizzando prodotti convenzionali e di biocontrollo in sinergia, sfruttando i pregi di ogni molecola", sottolinea Palanga.

Ad esempio nei momenti più critici il viticoltore può ricorrere a molecole di sintesi ad azione sistemica, in grado di proteggere efficacemente la pianta per lungo tempo, anche nelle sue parti in accrescimento. Mentre sotto raccolta si può sfruttare l'assenza di residui normati lasciati dal biocontrollo.


Tutte le strategie di difesa hanno avuto una efficacia totale nella difesa di grappoli e foglie
Tutte le strategie di difesa hanno avuto una efficacia totale nella difesa di grappoli e foglie


Emblematico è il caso dello zolfo, il caposaldo della difesa antioidica, che tuttavia presenta una serie di punti deboli: l'inefficacia alle basse temperature, la fitotossicità alle alte, le irritazioni che causa agli operatori, nonché la corrosività per teloni plastici e fili zincati ed infine i residui che in cantina (nel caso dell'uva da vino) sono davvero poco apprezzati.

Ben vengano dunque quei prodotti di natura biologica che siano in grado di sopperire ai punti di debolezza dello zolfo. Ma lo stesso ragionamento si potrebbe fare con il rame e il suo limite di 4 chilogrammi/ettaro.


La sicurezza della difesa convenzionale

Le aziende agricole che operano in regime di difesa integrata possono fare ricorso ad un ventaglio ancora ampio (anche se in contrazione) di prodotti per la difesa. Nelle parcelle presso l'azienda agricola De Novellis sono stati utilizzati ciazofamid, cimoxanil, isofetamid, mancozeb, oxathiapiprolin, proquinazid, pyriofenone tetraconazolo, valifenalate e zoxamide.

Le aziende che hanno partecipato al Campo demo difesa uva da tavola sono state (in ordine alfabetico): Belchim Crop Protection, CBC BIOGARD, Certis Europe, Corteva Agriscience, De Sangosse, Diachem (Chimiberg e Diagro).

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