La microirrigazione applicata alle coltivazioni di frumento è una pratica poco diffusa, ma di grande importanza, soprattutto in Italia, dove il grano spesso non riceve la giusta irrigazione a causa delle piogge insufficienti nel Centro-Nord e alla limitata disponibilità d'acqua nel Centro-Sud.
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Il grano, come qualsiasi altra coltura, richiede un apporto idrico adeguato per massimizzare la produttività e può variare da 450 a 650 millimetri, in funzione delle condizioni che regolano l'evapotraspirazione e secondo la lunghezza del ciclo della pianta.
Siccità, un nemico silenzioso per i cerealicoltori
La carenza d'acqua, specialmente durante le fasi critiche della coltivazione, può causare significativi danni alla quantità e alla qualità del raccolto. Durante il ciclo della pianta questi periodi critici sono:
- emergenza;
- inizio levata;
- fine spigatura-fioritura;
- fase di riempimento della cariosside.
In più, nel periodo della nascita e prima crescita delle piantine può determinare una ridotta densità di piante per metro quadro, mentre in autunni particolarmente siccitosi anche la germinazione potrebbe essere a rischio. Infine, nel periodo compreso tra fioritura e maturazione (fase di riempimento della granella) l’assorbimento dell’azoto è spesso limitato dalla scarsa disponibilità idrica nel terreno.
La variabilità meteo climatica dell'area mediterranea minaccia le produzioni di frumento
(Fonte foto: Irritec)
Lo scenario attuale: sfide, incertezze e opportunità
Attualmente, l'ambiente economico presenta diverse sfide per i cerealicoltori italiani. L'instabilità causata dalla guerra in Ucraina in primis e da un mercato globale precario, ha portato a un aumento dei prezzi del grano.
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Inoltre, l'imprevedibilità del clima è diventata sempre più evidente, con eventi meteorologici estremi che influiscono negativamente sulla produzione agricola. Parallelamente, l'incremento dei costi di produzione rappresenta un ulteriore ostacolo per il settore agricolo italiano, che deve affrontare spese crescenti per input come fertilizzanti, carburante e manodopera.
Tuttavia, c'è anche una "buona notizia": una maggiore domanda da parte dell'industria agroalimentare (pastificatori) di grani italiani di alta qualità con un elevato contenuto proteico, superiore al 14-15%. Questo, se da un lato permette di ottenere remunerazioni migliori, dall'altro richiede però produzioni di qualità.
Una soluzione: la microirrigazione
La soluzione per incrementare produzioni e qualità è l’irrigazione e la fertirrigazione. Per evitare stress idrici e i problemi sopracitati alla coltura è necessario intervenire con l’irrigazione quando il 50-60% dell’acqua disponibile nel terreno è stato consumato.
In particolare, l'adozione della microirrigazione offre diversi vantaggi, tra cui un aumento significativo della resa (50-100%), del peso delle cariossidi e del contenuto proteico dei raccolti.
Inoltre, contribuisce a ridurre gli attacchi fungini, produce paglia di migliore qualità, previene la perdita di resa dovuta al caldo, garantisce l'uniformità e riduce la frantumazione dei chicchi. Un impianto microirriguo non richiede il livellamento preventivo del terreno e può servire diverse colture in rotazione, ammortizzandone i costi iniziali.
Un impianto di microirrigazione se correttamente progettato può soddisfare le esigenze irrigue di diverse colture
(Fonte foto: Irritec)
La fertirrigazione è altrettanto vantaggiosa in termini di produzione e rendimento economico. L'uso di impianti a goccia e una programmazione della fertilizzazione in base alle fasi fenologiche, nonostante i costi più elevati, assicura una qualità superiore rispetto alla coltivazione in asciutta.
Irrigazione a goccia: i requisiti del frumento
Considerando il suo apparato radicale, il frumento assorbe il 50% dell’acqua nello strato compreso tra 0 e 30 centimetri, percentuale che sale al 70-75% entro una profondità di 60 centimetri. Inoltre sempre per la realizzazione dell'impianto occorre analizzare la rotazione colturale e le profondità di lavoro abituali.
In questo caso, la microirrigazione prevede l'uso di ali gocciolanti a distanze di 80-100-120 centimetri e, se interrate, a profondità di 35-40 centimetri. I gocciolatori (portata variabile da 1,1 a 1,5 litri ora) sono disposti a intervalli di 40-50 centimetri. In terreni sciolti le distanze devono essere minori per garantire il corretto adacquamento.
La subirrigazione applicata alla coltivazione del grano può rappresentare una soluzione per mitigare gli effetti della siccità
(Fonte foto: Irritec)
Il volume erogato stagionalmente è di circa 2.500 metri cubi per ettaro, per un totale di 4-6 interventi stagionali. La durata del singolo intervento irriguo è di circa 10 ore, e la pluviometria dell'impianto di 4,6 millimetri ora.
Zero stress idrici con Irritec
Per l'irrigazione a goccia del grano Irritec propone lo stesso sistema utilizzato per il mais con il ricorso alle ali gocciolanti leggere come il P1, il P0 o l’IrritecTape. Nel caso di sistema interrato si consiglia di usare ali gocciolanti leggere con uno spessore minimo di 12-15 millimetri oppure dove si vuole fare un investimento pluriennale è preferibile il ricorso ad ali con tecnologia Rootguard dotate di sistema integrato per evitare l’intrusione radicale nei gocciolatori.
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Infine, se gli appezzamenti hanno lunghezze elevate e pendenze superiori al 3-4% è meglio prediligere ali gocciolanti di tipo autocompensante come la Multibar F per l’irrigazione superficiale e la Multibar F AS (Anti Sifone) nel caso di subirrigazione.
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Fonte: Irritec