Nonostante la diffusione dell'uso dei fondi europei, che favoriscono lo sviluppo in maniera positiva, molte altre politiche che potrebbero incoraggiare i giovani a rimanere nelle aree rurali sono ancora in ritardo.
In Croazia sono considerati giovani agricoltori i titolari di aziende agricole familiari sotto i quaranta anni. Anno dopo anno, i giovani agricoltori aumentano di numero, sebbene la crescita sia ancora lenta. Secondo i dati del registro degli agricoltori, nel 2018 c'erano 22.351 giovani agricoltori, pari al 13% del numero totale di agricoltori iscritti.
I dati del registro degli agricoltori del paese mostrano un aumento del 4,3% rispetto al 2017, che ha visto anche un +3,8% rispetto al 2016.
Il divario generazionale è evidente, poiché oltre il 50% dei titolari di aziende agricole ha più di 60 anni. Tuttavia, la percentuale di giovani agricoltori pone la Croazia in alto a livello dell'Ue, che invece ha una media del 6%.
Secondo il rapporto della Banca mondiale sullo stato dell'agricoltura croata, l'accesso al mercato del lavoro europeo e l'attuale trasformazione strutturale del settore agroalimentare hanno portato a una significativa migrazione dalle aree rurali, in particolare tra i giovani, che ha ridotto a sua volta la disponibilità di manodopera.
Le misure a favore dei giovani
Il ministero dell'Agricoltura della Croazia ha introdotto una serie di misure per incoraggiare i giovani a rimanere nelle zone rurali e impegnarsi nell'agricoltura.La dotazione totale per il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 ammonta a 2,3 miliardi di euro, di cui 2 miliardi provenienti dal Fondo europeo per lo sviluppo rurale (Feasr).
Sebbene negli ultimi anni siano stati lanciati numerosi bandi per fare domanda per le sedici misure previste dal programma, i fondi sono ancora sottoutilizzati.
Finora il 97% dei fondi (2,5 miliardi di euro) è stato reso disponibile mediante gare, il 71% (1,73 miliardi di euro) è stato assegnato e il 41% (1 miliardo di euro) è stato erogato.
Varie misure hanno attratto i giovani, le più interessanti sono la 4 e la 6. Ad esempio i giovani agricoltori sotto i quaranta anni hanno accesso alla sottomisura 6.1.1 che cofinanzia il 50% delle loro attività.
Tramite la sottomisura 4.1 i giovani ricevono un ulteriore sostegno del 20%, in questo modo il cofinanziando del progetto arriva ben al 70%. Finora, nell'ambito della misura 6 sono stati finanziati 1.489 progetti di giovani agricoltori per un valore di 512 milioni di kune (circa 68 milioni di euro).
Complessità del problema
A prima vista i fondi possono essere un buon incentivo per i giovani a dedicarsi all'agricoltura e a rimanere in campagna, ma il problema del rinnovamento generazionale è molto più complesso.Il processo di ricambio generazionale è lento ed è, per la maggior parte, il risultato della chiusura delle aziende più piccole e non competitive, gestite principalmente da agricoltori anziani, ha dichiarato a Euractiv.hr Ornella Mikuš della Facoltà di agraria dell'Università di Zagabria.
Secondo la professoressa, il principale ostacolo che impedisce ai più giovani di entrare nel settore è il fatto che i "fondi non possono risolvere il problema. È compito invece delle politiche agricole nazionali e di altro tipo (demografiche, educative, sociali)".
L'incertezza del mercato e la non competitività dei prodotti sono fonte di preoccupazione per la maggior parte degli agricoltori.
Interpellato da Euractiv.hr, Josip Vrbanek, membro della Camera dell'agricoltura croata e consulente, ha evidenziato il problema della cattiva organizzazione e dello scarso networking dei giovani produttori, nonché del contenuto numero di associazioni, cooperative e Organizzazioni di produttori.
"Dati i grandi cambiamenti nell'economia di mercato in Croazia negli ultimi decenni, come la disintegrazione della Jugoslavia e l'ingresso nel mercato Ue, i nostri produttori devono reagire rapidamente e uno dei modelli di successo è sicuramente l'associazione. Uno dei principali ostacoli è la debole produttività in questo settore, nonché la mancanza di fiducia reciproca ", ha aggiunto.
Paura dei tagli al bilancio
Attualmente la Croazia si sta avvicinando alla fine del periodo di sette anni del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, quindi i fondi di queste misure sono stati ampiamente utilizzati. E le domande sui tagli del futuro bilancio sollevano molte preoccupazioni e dissenso.Domenica 3 novembre scorsa i rappresentanti di diverse associazioni agricole hanno avvertito che la riduzione del bilancio agricolo, come previsto nel progetto di bilancio della Repubblica di Croazia per il 2020, contribuirà all'ulteriore declino del settore.
Il presidente dell'Associazione croata degli agricoltori indipendenti, Mato Mlinaric, ha avvertito che agli agricoltori croati viene chiesto di essere competitivi, mentre ricevono il 20% di sostegno in meno rispetto agli agricoltori europei.
Inoltre, la Camera dell'Agricoltura croata ha espresso preoccupazione per il bilancio lunedì 4 novembre scorso.
La ministra dell'Agricoltura Marija Vuckovic ha risposto alle lamentele, affermando che le informazioni sulla riduzione dei pagamenti diretti agli agricoltori non sono corrette, aggiungendo che i sussidi agli agricoltori non sono mai stati più alti e ha portato come esempio i risultati positivi della misura 6.
I fondi europei per lo sviluppo rurale sono attualmente i principali contribuenti del settore agricolo croato. Le carenze nell'attuazione della politica strutturale di rinnovamento generazionale nelle zone rurali, che assicurerebbe la futura produzione agricola in Croazia, influenzeranno sicuramente le disparità di sviluppo all'interno dell'Unione europea.
In particolare, nel caso di tagli di bilancio nel periodo di programmazione 2021-2027, il sostegno a tutta l'agricoltura croata sarebbe ridotto e limitato, rendendo la Croazia ancora meno competitiva e redditizia sul mercato, poiché il paese è stato l'ultimo ad aderire all'Ue e ha dunque sfruttato in quantità minima i fondi.
Questo progetto è stato finanziato con il sostegno della Commissione europea. La presente pubblicazione [comunicazione] rispecchia unicamente le opinioni dell'autore. La Commissione non può essere ritenuta responsabile dell'uso che verrà fatto delle informazioni in essa contenute.
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Fonte: Euractiv.com