La cimice asiatica non colpisce solo frutta e ortaggi, ma anche mais, soia ed erba medica. I danni segnalati sulle colture ad uso zootecnico sono sempre più frequenti e per trovare soluzioni efficaci a fronteggiare l'insetto è stato da poco attivato il Gruppo operativo "Stop-Haly - Innovazioni agroecologiche finalizzate a contenere e a contrastare Halyomorpha halys su colture ad uso zootecnico".
Il Piano di innovazione, finanziato dal Psr della Regione Emilia Romagna, ha come obiettivo di impostare e valutare una strategia di intervento efficace a contenere e contrastare l'insetto.

La cimice asiatica, originaria di Cina, Giappone e Taiwan, è emersa come un insetto invasivo molto dannoso prima in Nord America e poi in Europa dal 2000, diffondendosi rapidamente in tutto il mondo e richiamando l'attenzione sulla crescente minaccia economica globale per le coltivazioni di frutta e ortaggi. Ciò suggerisce la necessità di azioni sempre più coordinate per rallentarne la diffusione e mitigare gli effetti negativi nelle aree invase. Tra le colture di interesse zootecnico la soia sembra essere la più colpita.

Il progetto risponde quindi alla necessità di fornire velocemente soluzioni operative ai produttori di colture foraggere strategiche per le filiere agroalimentari di qualità, in particolare quelle Dop, perché l'insetto invasivo, pur colpendo con maggiore gravità le coltivazioni ortofrutticole, danneggia fortemente anche mais e soia. Ciò diventa ancora più necessario ora che in Italia si sta andando verso una rivalutazione delle filiere corte di cereali e granelle di produzione locale.

L'impatto della cimice asiatica su mais e soia non è ancora stato studiato adeguatamente e il progetto ha proprio lo scopo di fare acquisire consapevolezza e trasferire conoscenze agli agricoltori sui danni provocati dall'insetto alle colture feed, oltre a definire ed attuare azioni di contrasto e contenimento su base agroecologica, cioè sostenibile. I risultati confluiranno in linee guida per gli agricoltori per il riconoscimento e il controllo dei danni da cimice.

Il Piano di innovazione Stop-Haly coinvolge prevalentemente le aziende di produzione primaria e quindi la fase di produzione di foraggi e/o granelle. Tra le imprese partecipanti esistono tuttavia anche realtà a vocazione zootecnica, che lavorano i prodotti direttamente in mulini o con schiacciatrici aziendali e/o li stoccano per il successivo impiego in stalla per l'allevamento. Per questo la redazione di best practice prevista in Stop-Haly fornirà utili indicazioni pure ai mangimifici e alle ditte sementiere (commercio).

Il progetto prevede le seguenti attività:
  • descrizione dello stato dell'arte sul contenimento e il contrasto della cimice asiatica sulle colture ad uso zootecnico;
  • indagine su scala territoriale con approccio di territorio per valutare il rischio di infestazione e i danni provocati dalla cimice asiatica in relazione ai sistemi colturali (precessioni, consociazioni, colture confinanti);
  • indagine su scala agroecologica con approccio di tipo agroecologico per determinare l'influenza dell'ecosistema agrario sulle infestazioni dell'insetto in colture di interesse zootecnico;
  • indagine su scala di coltura con approccio di campo/parcellare per accertare i sintomi e i danni quali-quantitativi sulle colture, valutare le aree di maggior infestazione all'interno del campo (bordi e/o colonizzazione del campo), verificare gli effetti di fasce tampone come repellenti;
  • divulgazione e attività di coaching per agricoltori.

Relativamente all'ultimo punto, le quattro aziende coinvolte, dislocate nelle province di Reggio Emilia, Parma e Ferrara, oltre ad ospitare le prove in campo avranno un ruolo determinante per il trasferimento delle conoscenze all'intero settore zootecnico e più in generale a tutte le produzioni agricole a rischio.

Maggiori informazioni in questo sito.
Contatto per informazioni: Aldo Dal Prà - a.dalpra@crpa.it
 
Tabella: Stop-Haly
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