È la "sorella minore" della classica ticchiolatura del melo, così chiamano informalmente al Centro di Sperimentazione Laimburg Venturia asperata, fungo agente causale della nuova ticchiolatura atipica. O meglio, così la chiama Sabine Öttl, responsabile del Gruppo di Lavoro Fitopatologia dell'istituto altoatesino. D'altra parte proprio lei, nel 2020, ha individuato Venturia asperata in Alto Adige.
La certezza che il fungo fosse anche in Italia l'avevamo già dal 2012, quando fu identificato in provincia di Forlì Cesena. Oggi Venturia asperata sta attirando l'attenzione perché in Alto Adige, dove 18mila ettari sono coltivati a melo da 6mila frutticoltori, ha iniziato a manifestarsi. "Assolutamente è visibile - ci ha confermato proprio Sabine Öttl che abbiamo intervistato all'ultima edizione di Interpoma - è in pieno campo e, dal momento che spesso facciamo incontri con i frutticoltori e sanno che ce ne stiamo occupando, ci chiedono frequentemente un parere. Non è infatti sempre così facile da distinguere da Venturia inaequalis, la ticchiolatura classica del melo e ben conosciuta dai produttori".
L'identikit di Venturia asperata
In effetti, i sintomi di Venturia asperata sono confondibili con quelli della classica ticchiolatura e non è da escludere, a parare degli esperti, che fosse già sul territorio da tempo e agisse indisturbata all'ombra della sorella maggiore, confusa inizialmente con lei. "La sintomatologia è più debole - ci ha spiegato la ricercatrice - vediamo segni simili a quelli della ticchiolatura classica sul frutto, però con le tacche più chiare, ma sono lesioni ruvide come quelle che conosciamo. Invece, non abbiamo osservato finora delle tacche sulle foglie. Le mele sono comunque non commerciabili, una volta che la malattia si manifesta".
La spiegazione che i ricercatori si sono dati, anche se non c'è certezza, rispetto al motivo che ha portato alla manifestazione della nuova malattia è che la diffusione di varietà di mela resistenti a Venturia inaequalis potrebbe aver creato una nicchia. La resistenza resta, ma avere piantato più meleti resistenti ha portato, come era l'obiettivo con le varietà resistenti alla ticchiolatura, a trattare meno, lasciando così spazio alla nuova ticchiolatura atipica.
"Ad oggi le varietà più colpite sono quelle resistenti, quelle quindi con gene Vf/Rvi6. L'abbiamo osservata anche in varietà non resistenti ma che sono state poco trattate con i fungicidi per vari motivi. Stiamo ancora studiando la biologia di Venturia asperata, che potrebbe comunque essere simile a quella di Venturia inaequalis. Sulla sua biologia stanno lavorando anche i colleghi alla Fondazione Edmund Mach, in Trentino. Noi - ha continuato Sabine Öttl - ci stiamo concentrando invece sulla diagnostica, e stiamo facendo esperimenti in campo per mettere a punto la strategia di controllo sia in regime di biologico sia in regime integrato. Il fatto che non ci siano tacche sulle foglie non aiuta, è difficile prevedere come sarà l'andamento della malattia. I primi sintomi li stiamo osservando sulle mele stesse a fine luglio. Crediamo quindi, ma non ne abbiamo ancora la certezza, visto che non abbiamo ancora il ciclo della malattia, che il periodo dell'infezione sia un po' posticipato rispetto alla ticchiolatura classica e questo significherebbe che dobbiamo garantire un periodo di copertura con i trattamenti più lungo. Le nostre osservazioni, così come l'esperienza dei colleghi del Centro di Consulenza per la Fruttiviticoltura dell'Alto Adige, dimostrano tuttavia che una copertura delle precipitazioni, come nel caso di V. inaequalis, può mantenere basso l'inoculo e prevenire le infezioni".
Naturalmente agire in prevenzione è sempre consigliabile, dal momento che la presenza di Venturia asperata è accertata. "Come per la ticchiolatura classica, anche per Venturia asperata è opportuno un management del frutteto improntato all'igiene, quindi, come già sanno i nostri melicoltori, dopo il periodo di potatura provvedere a sminuzzare le foglie per favorire una rapida degradazione delle stesse nel terreno potrebbe abbassare l'inoculo primaverile".
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