No, non è vero che contengono elevate quantità di ferro, né che ingerendone un barattolo intero si acquisisca una forza superiore alla media. Al di là del simpatico Braccio di Ferro, alias Popeye, la leggenda del ferro negli spinaci nasce da un banale errore di trascrizione di un valore analitico del prodotto fresco: invece di scrivere 3 mg/kg, l'analista di laboratorio scrisse 30. Dieci volte tanto.
Nonostante ciò, gli spinaci rivestono un ruolo importante nella nutrizione umana, rappresentando una delle verdure più comuni sulle tavole degli Italiani e prestandosi agevolmente a una molteplicità di ricette.
Una coltura di poche esigenze
Rustico e adattabile, lo spinacio viene posto a dimora soprattutto in autunno per poi essere raccolto a fine inverno e inizio primavera, sebbene la coltura possa essere seminata e raccolta praticamente tutto l'anno. Ottima la sua tenuta al freddo, ma scarsa la sua tolleranza verso le carenze idriche. In caso queste si verifichino, infatti, le piante possono andare a fiore, un'eventualità da scongiurare.
Circa il terreno, lo spinacio predilige terreni a medio impasto o comunque tendenzialmente sciolti, a pH fra 6,5 e 7 e con buone dotazioni di sostanza organica. Circa quest'ultima, è però bene somministrarla al termine del ciclo produttivo della coltura che precede lo spinacio. Ciò consentirà alla materia organica di mineralizzare e di rendersi disponibile per la coltura in modo più omogeneo nel profilo esplorato dalle radici.
Piani di concimazione dello spinacio
Sebbene gli spinaci beneficino di mirati apporti azotati, vanno assolutamente scongiurati gli eccessi, poiché questa coltura tende facilmente ad accumulare nitrati nelle foglie. Quindi va posta massima attenzione al giusto equilibrio fra obiettivi produttivi e somministrazioni azotate.
Quanto a fabbisogni, stimando produzioni di circa 15-20 tonnellate per ettaro, lo spinacio asporterà fra le 100 e le 150 unità di azoto circa, unitamente a 30-35 di fosforo (espresso come P2O5) e a 80-100 di potassio (espresso come K2O). Circa calcio (CaO) e magnesio (MgO), la coltura asporterà dal terreno circa 15-20 e 7-10 unità rispettivamente. Ogni apporto dei concimi andrà però modulato in funzione del livello di fertilità intrinseca del terreno.
Durante la fase di sviluppo delle piante, fino a ridosso della raccolta, potranno essere impiegati concimi fogliari e biostimolanti, come per esempio estratti algali, oppure soluzioni più specifiche contenenti silicio e glicinbetaina, capaci di migliorare la biosintesi della lignina influendo positivamente anche sulla shelf life del raccolto.
Utili possono inoltre risultare le applicazioni fogliari con fertilizzanti a base di calcio, magnesio e microelementi chelati. In tal senso, esistono sul mercato formulati di ottima solubilità in acqua che apportano con un solo passaggio azoto, fosforo, potassio, zolfo e magnesio, veicolando al contempo anche i succitati microelementi chelati.
Disclaimer
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