Lo Scalogno di Romagna è un ortaggio da bulbo della specie Allium ascalonicum che viene coltivato specificatamente nell'areale romagnolo e che dal 1997 è un marchio Igp tutelato dall'Unione Europea. Si differenzia dalle altre tipologie di scalogno per le sue proprietà organolettiche uniche: colore, aroma e sapore. Una vera eccellenza del made in Italy che rappresenta per gli agricoltori una bella integrazione al proprio reddito.
"Lo scalogno vanta una storia millenaria - spiega Glenda Vignoli, presidente del Consorzio dello Scalogno di Romagna Igp -, infatti la sua coltivazione è nota da almeno 3.000 anni. Qui in Romagna siamo stati capaci di creare una coltivazione unica nel suo genere che ci ha permesso di ottenere un riconoscimento Igp, Indicazione Geografica Protetta, solo esemplare in Europa. La differenza con altri tipi di scalogno risiede nell'aroma, che è meno forte dell'aglio ma più saporito della cipolla. Qualità organolettiche che lo rendono perfetto come ingrediente per la preparazione di soffritti per sughi, ragù, farciture e per insaporire carni bollite, stracotti, brasati e arrosti. Questa sua unicità ci ha permesso di creare un grande valore e una forte riconoscibilità apprezzata dalla distribuzione e dal consumatore. Lo scalogno sta piacendo sempre di più alle persone e la richiesta è in crescita, a vantaggio di chi lo produce".
Il valore del lavoro e della passione attraverso un prodotto semplice
(Guarda il video sul canale YouTube di TellyFood®)
"Per comunicare questi aspetti abbiamo iniziato negli ultimi anni diverse attività fisiche e digitali che hanno l'obiettivo di arrivare alla pancia del consumatore, anche attraverso l'uso dei social (Facebook e Instagram in primis)". Un'altra particolarità dello scalogno è che non dispone di alcun seme e, dunque, non ha né infiorescenza e impollinazione: per riprodurlo è quindi necessario piantare dei "bulbilli" (bulbi di dimensioni ridotte) scelti dalle abili mani degli esperti agricoltori romagnoli durante la cernita (la fase dopo la raccolta). Il trapianto dei bulbilli si effettua ogni anno nella stagione autunnale. La raccolta avviene nel mese di luglio e grazie alla tecnica di frigoconservazione possiamo rendere disponibile il prodotto fino alla tarda primavera dell'anno successivo.
"La coltivazione dello scalogno rappresenta per un agricoltore un'interessante proposta agronomica capace di poter realizzare un buon reddito: produce circa 80 quintali/ettaro e il prezzo è di circa 5 euro al chilogrammo per il prodotto sfuso, 7 euro al chilogrammo per quello a treccia e 9-10 euro per quello biologico. I costi di produzione vengono coperti abbondantemente. Dal punto di vista produttivo la parte più complessa è il trapianto che va fatto a mano mentre il resto, con una giusta sistemazione del terreno, può essere meccanizzato".
Per facilitare la visualizzazione del video ai produttori, agli agricoltori e agli operatori del settore inseriamo una legenda con i principali elementi dell'intervista fatta da Ivano Valmori, direttore responsabile di AgroNotizie® e ceo di Image Line®, e dove questi ultimi sono presenti all'interno dei circa 20 minuti di registrazione.
Ecco i principali temi trattati nell'intervista:
- 00:00 Il Consorzio dello Scalogno di Romagna Igp
- 06:17 Le qualità dello Scalogno Igp
- 08:10 La fase commerciale
- 10:13 L'aspetto produttivo
- 11:10 La comunicazione e il digitale
- 18:40 Conclusioni
Il video è stato caricato sul canale YouTube di TellyFood® dove potrete trovare tanti altri video sul tema della comunicazione, della promozione e della valorizzazione della frutta e della verdura. Le interviste di TellyFood® avranno cadenza mensile: vi aspettiamo alla prossima puntata. Rimanete collegati!
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