L'effetto dei cambiamenti climatici si sta facendo sentire su tutta l'Italia, da Nord a Sud, e la gran parte delle colture, a seconda delle annate, è in difficoltà. Questo è vero soprattutto per la viticoltura, un settore che sconta il legame con vitigni selezionati nel corso dei secoli passati e che non hanno subìto alcun processo di miglioramento genetico. La vite è così oggetto sia di stress abiotici, come il caldo eccessivo o la carenza di acqua, sia di stress biotici, come l'aumento della pressione da parte di insetti e funghi, che trovano nelle mutate condizioni ambientali un fattore di crescita.

 

Occorre dunque ripensare la viticoltura dalle fondamenta. Un momento di confronto interessante è stata l'ottava edizione di Sangue della Terra, un evento organizzato lo scorso 19 marzo da Terre dell'Etruria, che quest'anno ha scelto come location la Tenuta di Vaira, Castagneto Carducci, Livorno.

 

Paolo Granchi, responsabile tecnico della cooperativa, ha ricordato come molti vigneti della zona siano ormai da rinnovare perché vecchi di venticinque, trenta anni. Questo momento cruciale rappresenta una opportunità per adottare strategie produttive innovative, che guardino al futuro. Per fornire ai molti viticoltori e tecnici presenti in sala informazioni dettagliate e utili, sul palco sono saliti diversi docenti universitari e aziende, che hanno illustrato le ultime scoperte sul fronte della ricerca e dei prodotti per la difesa del vigneto.

 

All'evento hanno partecipato tecnici e viticoltori

All'evento hanno partecipato tecnici e viticoltori

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

La viticoltura alla sfida del cambiamento climatico

Il professore Attilio Scienza ha aperto il convegno con un'analisi approfondita sugli effetti del cambiamento climatico sulla viticoltura. L'aumento delle temperature medie e la maggiore frequenza di eventi estremi stanno modificando profondamente il ciclo vegetativo della vite, alterando il periodo di maturazione delle uve e la loro composizione chimica. Scienza ha sottolineato l'importanza di strategie di adattamento, tra cui l'adozione di nuovi portinnesti, l'uso di tecniche agronomiche innovative e anche la scelta di vitigni adatti.

 

Il professore, che trent'anni fa ha caratterizzato i suoli dell'area di Bolgheri, ha descritto quali potrebbero essere i nuovi approcci alla viticoltura. Ad esempio adottare tecniche di aridocoltura ed evitare di effettuare scassi nei nuovi impianti, per non invertire gli strati di suolo. Ma anche adottare densità minori e inserire i vigneti all'interno di aree naturali, come i boschi. È necessario poi alzare la fascia a grappolo, per distanziarla dal calore proveniente dal suolo, adottare portainnesti forti, che donino vigore alle viti e ripensare anche l'approccio monocolturale.

 

"In Italia ci ostiniamo a coltivare vitigni non più adatti alla nostra viticoltura", ha dichiarato Scienza dal palco, spiegando come sia necessario gestire le viti assecondando la loro natura di piante linacee ad accrescimento indeterminato, che si sono coevolute con le specie arboree su cui facevano affidamento per avere sostegno e anche protezione.

 

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Fotosintesi e stress termico: come risponde la vite

Il professor Claudio D'Onofrio dell'Università di Pisa ha focalizzato il suo intervento sugli effetti delle alte temperature e dello stress idrico sulla fotosintesi della vite. Il docente ha spiegato come temperature superiori ai 35°C possano ridurre drasticamente l'attività fotosintetica, portando a un calo della produzione e a un'alterazione del profilo aromatico e fenolico delle uve.

 

Tra le strategie suggerite per mitigare questi effetti, vi sono:

  • L'adozione di sistemi di allevamento che favoriscano l'ombreggiamento dei grappoli.
  • L'uso di prodotti riflettenti come il caolino.
  • L'impiego di reti ombreggianti.

 

Arrigoni ha presentato le proprie reti ombreggianti

Arrigoni ha presentato le proprie reti ombreggianti

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Un punto centrale della sua relazione è stato quello sulla gestione della parete fogliare. Una chioma ben equilibrata permette di ottimizzare la fotosintesi, proteggendo al contempo la pianta dagli eccessi termici. D'Onofrio ha sottolineato l'importanza di tecniche colturali mirate, come la cimatura selettiva e la gestione del suolo, per mantenere un microclima favorevole all'interno del vigneto, riducendo al minimo gli effetti negativi delle ondate di calore.

 

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Reti ombreggianti e difesa del vigneto

Paolo Storchi del Crea ha illustrato i risultati di alcune sperimentazioni condotte sull'uso delle reti ombreggianti per proteggere i vigneti dagli eccessi di radiazione solare. Questi dispositivi, applicati in modo mirato sulla parte centrale e basale della parete vegetativa, si sono dimostrati efficaci nel ridurre la temperatura degli acini e nel rallentare l'accumulo di zuccheri, contribuendo a mantenere un buon livello di acidità nelle uve.

 

Storchi ha mostrato come le reti ombreggianti possano anche migliorare l'efficienza fotosintetica delle foglie, prolungando la loro attività fino alla vendemmia. Inoltre, ha evidenziato ulteriori vantaggi, come la riduzione delle scottature sugli acini e una minore suscettibilità agli stress idrici.

 

Nonostante l'efficacia dimostrata, l'adozione di queste soluzioni deve tenere conto dei costi legati all'acquisto delle reti, nonché della gestione operativa, aspetti che le aziende vitivinicole devono valutare attentamente.

 

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Difesa dai fitofagi: il caso della tignoletta e della tignola rigata

Andrea Lucchi dell'Università di Pisa ha affrontato il tema della crescente pressione esercitata da insetti dannosi per la vite, come la tignoletta e la tignola rigata. Dai rilievi di campo sembra che il cambiamento climatico abbia favorito la proliferazione di questi fitofagi, rendendo necessaria una strategia di difesa più articolata. Lucchi ha illustrato l'importanza del monitoraggio tramite trappole a feromoni per valutare la presenza degli insetti e definire i momenti ottimali per l'intervento.

 

Il Gruppo SDF ha portato alcune delle soluzioni per la viticoltura a marchio Same e Grégoire

Il Gruppo SDF ha portato alcune delle soluzioni per la viticoltura a marchio Same e Grégoire

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Un punto chiave della sua relazione è stato quello sull'analisi dell'efficacia della confusione sessuale, una tecnica che negli ultimi anni ha mostrato risultati contrastanti. Secondo Lucchi, sebbene la confusione sessuale rimanga uno strumento utile, è fondamentale integrarla con altri metodi di difesa, come i trattamenti mirati con insetticidi selettivi e il mantenimento di un equilibrio ecologico all'interno del vigneto.

 

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Induttori di resistenza: un'alternativa sostenibile?

Vittorio Rossi, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha concluso il ciclo di interventi parlando degli induttori di resistenza, sostanze che stimolano le difese naturali della vite contro patogeni come la peronospora e l'oidio. Rossi ha spiegato come questi prodotti non agiscano direttamente sui funghi, ma preparino la pianta a rispondere in modo più efficace alle infezioni. Tuttavia, ha sottolineato l'importanza di utilizzarli in modo strategico, evitando trattamenti a calendario che potrebbero comportare un inutile dispendio energetico per la pianta.

 

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca è la variabilità nell'efficacia di questi prodotti in base al momento dell'applicazione. Alcuni induttori, infatti, mostrano il massimo effetto se applicati poco prima di un'infezione, mentre altri garantiscono una protezione più prolungata nel tempo. L'integrazione con Sistemi di Supporto alle Decisioni (Dss) potrebbe quindi rappresentare la chiave per ottimizzare il loro impiego in viticoltura.

 

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Le aziende presenti all'evento

Oltre ai docenti universitari, all'evento hanno partecipato diverse aziende del settore della difesa e della meccanica, che hanno illustrato le proprie soluzioni. Davide Mosconi, di Serbios, ha ad esempio spiegato i pregi dell'impiego del caolino per la protezione del vigneto. Mentre Andrea Piccino, di VitiBot, ha illustrato l'impiego dei robot in campo. E Andrea Bencini, in rappresentanza della cantina Marchesi Antinori, ha raccontato la propria esperienza con queste macchine.

 

In campo anche Bakus, il robot per la viticoltura di VitiBot (SDF)

In campo anche Bakus, il robot per la viticoltura di VitiBot (SDF)

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Mauro Piergiacomi, di BIOGARD®, divisione di CBC (Europe) Srl, ha illustrato le soluzioni dell'azienda per la confusione sessuale, mentre Lea Fiorentini, di Upl, ha elencato le soluzioni per la difesa, compresi i prodotti a base di induttori di resistenza. Nello spazio espositivo esterno erano presenti anche altre aziende, tra cui: SDF, Chouette, Arrigoni, Arrizza, Renaioli e Bocelli.