Chissà Hansen.
Parliamo del commissario all'Agricoltura Christophe Hansen, che nelle scorse settimane ha pubblicato un documento di visione su espressa richiesta di Ursula von der Leyen.
Un documento che dovrebbe segnare un deciso cambio di passo dell'Unione Europea. Gli obiettivi sono gli stessi ma gli agricoltori dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere più rispettati.
Nel documento si parla di transizione ecologica, ma senza le imposizioni draconiane precedenti: finalmente si considera che la sostenibilità deve essere anche economica e sociale. Sembra ovvio, ma non lo era.
Dal documento di visione emergono grandi temi quali la competitività economica delle imprese e la semplificazione burocratica, la concorrenza sleale causata dalle importazioni selvagge e dalla mancanza di reciprocità con altri Paesi.
Si parla ovviamente anche di Ocm, di allargamento dei compiti dei consorzi e si postula che la nuova Pac sia più orientata al sostegno degli agricoltori impegnati attivamente.
Nelle parole di Hansen l'agricoltura deve diventare nuovamente attrattiva per i giovani, con migliori e più eque condizioni di vita e di lavoro.
Chissà Hansen: forse ha letto i risultati dell'Eurobarometro in cui la stragrande parte dei cittadini dell'Unione Europea pretende un approvvigionamento alimentare stabile nell'Unione. O i tanti risultati di indagini demoscopiche compiute nel mondo agricolo europeo negli ultimi due anni.
A noi ne è rimasta impressa una, compiuta dall'iniziativa internazionale "More In Common". Risulta infatti che solo il 4% degli agricoltori italiani è negazionista al riguardo del cambiamento climatico, il 74% ritiene che il cambiamento climatico sia causato dall'uomo (il dato sale all'83% per le donne), l'87% esprime ansia per il futuro, il 62% ritiene che la transizione ecologica sia una necessità, il 25% un'opportunità.
Per quasi tutti, però, la mitigazione può avvenire solo con aiuti economici e incentivi, oltre che con meno burocrazia.
Chissà Hansen: forse ha capito (forse).