L'Ecoschema 5 rientra nel quadro della nuova Pac 2023-2027 e ha l'obiettivo di favorire la biodiversità nelle nostre campagne attraverso il supporto agli impollinatori, obiettivo che viene raggiunto attraverso l'incentivo a destinare una parte dei campi alla semina di colture di interesse apistico.

 

Nel 2024 questo Ecoschema ha subìto alcune modifiche rilevanti, tra cui l'introduzione del Livello 1, che assorbe l'obbligo di lasciare un 4% delle superfici improduttive. Obbligo dapprima previsto nella condizionalità rafforzata e poi, dopo le proteste degli agricoltori, eliminato e divenuto opzionale (il Livello 1, appunto).

 

Se nel 2023 e nel 2024 gli agricoltori hanno iniziato a prendere dimestichezza con l'Ecoschema 5, nel 2025 scattano nuovi obblighi, in particolare quello di utilizzo del seme certificato. Vediamo quindi nel dettaglio come si articola l'Ecoschema 5 e quali sono le implicazioni per gli agricoltori.

Leggi anche Ecoschema 5, ecco tutte le ultime novità

Come è strutturato l'Ecoschema 5: Livello 1 e 2

L'Ecoschema 5 prevede due livelli di impegno. Il Livello 1, introdotto nel 2024, obbliga gli agricoltori a destinare almeno il 4% dei seminativi a superfici improduttive, come terreni lasciati a riposo, siepi, boschetti e fasce alberate. Il Livello 2, già esistente, prevede il mantenimento di colture di interesse apistico (nettarifere e pollinifere) su superfici seminative o arboree.

 

Nello specifico, il secondo livello dell'Ecoschema 5 richiede che gli agricoltori mantengano una copertura vegetale dedicata agli insetti impollinatori. Le piante possono essere spontanee o seminate, ma devono essere specifiche per garantire risorse alimentari agli impollinatori. Nel 2024 è entrato in vigore l'obbligo di utilizzare sementi certificate per le specie seminate.

 

Il Livello 2 si suddivide poi in due impegni, a seconda che l'agricoltore abbia seminativi o arboree:

  • Seminativi: inerbimento con miscuglio di piante di interesse apistico con una larghezza minima di 20 metri e una distanza da 3 a 5 metri da colture limitrofe (fascia di rispetto) non soggette a limitazione nell'uso di prodotti fitosanitari. Dal primo marzo al 30 settembre sono vietate le operazioni di asportazione, sfalcio, trinciatura o sfibratura delle piante di interesse apistico. Inoltre, fino al completamento della fioritura non si possono usare i diserbanti e gli altri prodotti fitosanitari. Il controllo delle infestanti deve essere esclusivamente meccanico o manuale.
  • Arboree: nelle colture arboree ad essere inerbito è l'interfilare oppure l'esterno della proiezione verticale della chioma. Non si possono utilizzare i diserbanti e gli altri prodotti fitosanitari durante la fioritura, sia della coltura arborea sia di quelle di interesse apistico. Inoltre, dal primo marzo al 30 settembre non si possono eseguire operazioni di sfalcio, trinciatura o sfibratura delle piante di interesse apistico. Nel periodo che non coincide con la fioritura della coltura arborea o della coltura di interesse apistico i prodotti fitosanitari possono essere utilizzati sulle colture arboree applicando le tecniche della difesa integrata.

 

Obblighi sull'impiego del seme certificato

Dal 2025, per aderire al Livello 2 le specie di interesse apistico seminate dovranno provenire esclusivamente da sementi certificate. Questo obbligo garantisce la qualità delle sementi impiegate, assicurando una maggiore uniformità e una migliore resa, oltre a contribuire alla sostenibilità ambientale e alla conservazione della biodiversità.

 

La Rete Rurale Nazionale ha pubblicato delle linee guida per la scelta delle essenze di interesse apistico

La Rete Rurale Nazionale ha pubblicato delle linee guida per la scelta delle essenze di interesse apistico

(Fonte foto: Tratta dal sito della Rete Rurale Nazionale)

 

Il Decreto Ministeriale n. 66087 del 23 dicembre 2022 non ha stabilito una dose minima di semina, ma gli agricoltori dovranno assicurare una densità sufficiente a garantire una copertura uniforme della superficie impegnata. La densità di impianto sarà verificata tramite i marker dell'Ams, che consentono di monitorare la presenza effettiva delle piante e la loro distribuzione sul terreno.

 

Gli agricoltori che nel 2024 hanno già seminato specie, anche pluriennali, senza sementi certificate, dovranno adeguarsi per il 2025, poiché le colture precedentemente seminate non saranno ammissibili (in quanto non ottenute da sementi certificate).

 

Pagamenti 2023 Vs 2024: cosa cambia

Nel 2023, la bassa adesione all'Ecoschema 5 ha comportato pagamenti più alti rispetto all'importo unitario medio da Piano Strategico Pac (Psp). Con l'aumento delle richieste, nel 2024 l'importo dei pagamenti si è notevolmente ridotto, come è possibile vedere dalla foto sottostante. 

 

Confronto pagamenti Pac 2023 Vs 2024

Confronto pagamenti Pac 2023 Vs 2024

(Fonte foto: Università degli Studi di Perugia)

 

Se poi guardiamo al 2025, dobbiamo considerare anche che l'introduzione del Livello 1 non ha comportato un aumento del budget, che quindi ora si trova a dover essere diviso sui due impegni. I fondi disponibili sono così suddivisi: 10 milioni per il Livello 1, 23 milioni per il Livello 2 seminativi e 10 milioni per le arboree. I pagamenti medi per il 2025 dipenderanno quindi dal numero di adesioni, fermo restante che la "torta" da dividere è più piccola.