Il vino in Toscana oltre ad essere il motore dell'economia agricola regionale è e rimane uno dei simboli del territorio, indissolubilmente legato alla sua identità, alla sua cultura e anche alla sua immagine nel mondo.

E ora la Toscana ha normato con una nuova legge regionale sull'enoturismo, cioè tutto il movimento turistico che è in qualche modo connesso e collegato al vino.

La nuova legge regionale 76/2019 di fatto va a modificare la legge più generale sull'agriturismo (la l.r. 30/2003) aggiungendo norme e dettagli specifici per il settore del vino.
 

Cosa è

Intanto le definizioni. La legge definisce l'enoturismo come tutte "le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell'ambito delle cantine e dei vigneti".
 

Chi può farlo

La nuova legge indica chi può fare enoturismo. A differenza dell'agriturismo, che è competenza esclusiva degli agricoltori e delle aziende agricole, le attività enoturistiche possono essere fatte anche da associazioni come le strade del vino, i consorzi di tutela e le cantine sociali.

Tuttavia è necessario che ci sia una persona che sia o imprenditore agricolo principale, o enologo, o abbia un titolo di studio in agraria, o abbia una esperienza di almeno cinque anni nel settore vitivinicolo o che abbia frequentato un apposito corso di formazione.
 

Come fare

La legge prevede anche dei requisiti per garantire degli standard qualitativi adeguati e prevede, oltre ai requisiti minimi previsti per le attività agrituristiche, che siano presenti servizi di prenotazione meglio se online, che vi siano siti e materiali informativi almeno in italiano e inglese, che ci siano informazioni sul territorio di produzione, che ci siano strutture adeguate per accogliere i turisti, dai parcheggi ai locali.

Ovviamente per le attività che prevedano l'abbinamento con i cibi la predilezione deve andare per materie prime a denominazione controllata e tradizionali regionali.

E non ultimo, l'obbligo esplicito di usare bicchieri a calice in vetro per le degustazioni.

Vai al testo completo della legge regionale sull'enoturismo