Il nuovo regolamento comunitario in tema di etichettatura delle produzioni agroalimentari azzera le norme italiane sulla dichiarazione dell'origine per numerosi prodotti, fra i quali il latte, il riso, il grano.

Prendono il via le nuove norme comunitarie per le produzioni biologiche. Meno vincoli e più deroghe alle importazioni sono i punti dolenti.

In discussione i nuovi accordi commerciali fra Ue e Messico. Penalizzato il settore agroalimentare.

I sostegni alla promozione del vino sui mercati stranieri potrebbero sparire. Colpa di un ricorso presentato dalla Spagna.

Prime anticipazioni sulla Pac che prenderà il via dal 2021. Tagli del budget e tetto agli aiuti.

Sui mercati è boom per le esportazioni ortofrutticole e per la produzione di Parmigiano Reggiano.

Ancora polemiche in Puglia sui metodi di lotta alla Xylella. C'è chi vorrebbe escludere qualsiasi impiego di agrofarmaci.

Questi che abbiamo elencato sono solo alcuni dei temi dei quali si sono occupati i giornali in edicola negli ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Etichette, tutto da rifare

Il legislatore europeo è molto attivo in questo periodo, a dispetto delle incertezze vissute dalla politica italiana, tutta presa dalle difficoltà di avvio della nuova legislatura.
Ed è un fiorire di nuove norme, da quelle sull'agricoltura biologica agli accordi commerciali internazionali, passando dalle etichette dei prodotti alimentari.

Ma andiamo con ordine, iniziando dal regolamento comunitario che stabilisce i criteri per la dichiarazione in etichetta dell'origine della materia prima. Per effetto del nuovo regolamento comunitario, denuncia “La Verità” del 20 aprile, perdono efficacia le norme italiane che imponevano per latte, grano e riso la presenza di etichette "trasparenti".
La colpa, a quanto si legge, non è di Bruxelles, ma di una "svista" del legislatore italiano. Quando si dice il danno e la beffa.

Sull'argomento torna il 22 aprile “Libero”, in toni se possibile anche più critici.
Nello stesso giorno “La Stampa” dà la parola all'Alleanza delle cooperative agroalimentari, che lancia un accorato appello affinché siano riviste in tempi brevi le norme italiane sull'etichettatura.
 

Bio, non piacciono le nuove regole

Da Bruxelles prendono poi il via le nuove norme sulle produzioni biologiche, approvate a dispetto del voto contrario dell'Italia. L'argomento è preso in esame il 20 aprile dal “Giornale di Vicenza”, dal quale si apprende che i nostri europarlamentari chiedevano regole più severe rispetto a quelle approvate.

Il 22 aprile torna sull'argomento il “Giornale di Brescia”, ricordando le inascoltate richieste italiane, indirizzate ad inasprire le soglie da contaminazioni accidentali e a ridurre le deroghe ai prodotti di importazione.

La Stampa” del 22 aprile si premura di ricordare che tutti gli europarlamentari italiani hanno votato contro le nuove norme europee.
Forti le critiche espresse il 23 aprile da “QN”, in particolare per le deroghe concesse ai paesi extra europei, cosa che danneggerà i paesi più virtuosi e in particolare l'Italia che nel bio è ai primi posti nella Ue.
 

Ue e Messico

Altro argomento al centro delle discussioni è l'accordo commerciale che l'Unione europea si appresta a concludere con il Messico.
Se ne parla il 23 aprile sulle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno”, che esprime preoccupazioni per le conseguenze che ne potrebbero derivare all'agroalimentare italiano.

Assai critico il commento di “Libero”, secondo il quale questo accordo consentirebbe di produrre in Messico qualunque prodotto italiano tutelato da una denominazione di origine.
Il 24 aprile l'argomento rimbalza sulle pagine de “Il Sole 24 Ore”, che ricorda i vantaggi che ne possono conseguire per l'Italia, vantaggi che riguardano molti settori, ma non l'agroalimentare.
 

Tagli alla prossima Pac

Arrivano poi alcune anticipazioni sulle linee guida del bilancio comunitario per gli anni dal 2021 al 2027, e non c'è da stare allegri.
La "Gazzetta del Mezzogiorno" del 26 aprile punta l'attenzione sulla possibile introduzione del limite di 60mila euro annui. In pratica un taglio che colpirebbe le aziende di maggiori dimensioni.

Lo stesso argomento è affrontato da "Il Sole 24 Ore", che entra nel dettaglio delle proposte che la Commissione europea presenterà la prossima settimana. Fra gli elementi di spicco il taglio del 6% delle risorse destinate all'agricoltura e un aumento consistente dei fondi indirizzati a ricerca e sviluppo.


Vino, promozione a rischio

C'è anche il vino fra i prodotti che accendono le discussioni sull'agroalimentare che si svolgono a Bruxelles.
A rischio, scrive “Libero” del 24 aprile, ci sono i sostegni dedicati alla promozione del vino nei paesi stranieri, sostegni che potrebbero essere azzerati a causa di un ricorso presentato dalla Spagna.

L'argomento è ripreso il giorno seguente da “QN”, che dà la parola al presidente del Consorzio Chianti, Giovanni Busi, che critica un'eventuale interruzione delle campagne promozionali in corso, cosa che potrebbe mettere in forse i progetti di sviluppo sui mercati stranieri.
 

Mercati in crescita

A proposito di vini e di mercati stranieri, “Repubblica” del 23 aprile prende in esame l'andamento delle quotazioni, per confermare che sul listino del Liv-Ex, una sorta di Nasdaq dei vini, le nostre etichette d'eccellenza sono ai primi posti.

Risultati eccellenti sui mercati stranieri anche per il comparto ortofrutticolo. La conferma viene il 25 aprile da “Italia Oggi”, dove si ricorda che il valore dell'export ha raggiunto 4,9 miliardi di euro, poco meno della metà dei quali realizzati sul mercato tedesco.

Produzione record si registra poi per il Parmigiano Reggiano. Se ne parla il 24 aprile su “Il Sole 24 Ore”, commentando i dati riferiti dall'assemblea del Consorzio di tutela, che si riassumono in 3,65 milioni di forme prodotte in un anno, per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro.

Si allarga all'intero comparto agroalimentare la fotografia scattata il 21 aprile da “MF”, che nell'analizzare la struttura del comparto ne segnala la scarsa presenza di aziende di grandi dimensioni.


Xylella, no agli agrofarmaci

I riflettori dei media si accendono di nuovo sulla Xylella. Questa volta per commentare l'opposizione di Aiab, una delle associazioni del biologico, all'uso di agrofarmaci per contrastare la malattia.
I dettagli sono riportati il 21 aprile sulle pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno”.

Ad opporsi c'è anche il comune di Cisternino, piccolo paese della provincia di Brindisi, che dalle pagine del “Quotidiano di Puglia” si dice preoccupato per le conseguenze che ne potrebbero derivare a livello ambientale.

Il 26 aprile il "Quotidiano di Puglia" torna a parlare di Xylella per ricordare che a fine aprile scadono i tempi per completare le lavorazioni agricole utili a contrastare la diffusione dell'insetto vettore. Chi non rispetterà questo obbligo sarà multato.
 

Fra bovini e Ogm

Infine alcune curiosità incontrate sulle pagine dei quotidiani in edicola in questi giorni. Fra queste l'articolo del “Corriere della Sera” del 20 aprile, che racconta l'esperienza di un giovane allevatore che in Alto Adige ha introdotto la razza Wagyu, un particolare e costoso bovino da carne apprezzato in Giappone e sulle tavole dei ristoranti più ricercati (e cari...).

Dal “Messaggero Veneto” del 23 aprile arriva poi la conferma che Giorgio Fidenato, irriducibile sostenitore della coltivazione del mais Ogm, tornerà ad utilizzare nei suoi campi questo tipo di semente.

Si parla di mais Ogm anche sulle pagine di "Avvenire" del 20 aprile. In questo caso per i rimborsi miliardari chiesti da alcuni agricoltori nei confronti dei produttori di semi Ogm.
Motivo del contendere, l'impossibilità di esportare verso paesi che rifiutano le produzioni Ogm.

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