Come raccontare correttamente al consumatore interessandolo - ma senza annoiarlo - cos'è la sostenibilità delle produzioni? L'argomento è oggi al centro di molte questioni, soprattutto in vista di quanto accadrà nel 2015 quando le direttive europee che sanciscono l'obbligatorietà della lotta integrata diverranno realtà.

E Magis ha un ruolo in questo?

Ce lo siamo chiesti ma, soprattutto, lo abbiamo chiesto Roberta Urso, responsabile Pubbliche relazioni e comunicazione di Cantine Settesoli, una grande azienda vitivinicola siciliana che riunisce più di seimila ettari e duemilatrecento viticoltori.

 

Come colmare il gap informativo che separa il consumatore e il produttore così da non vanificare gli sforzi di quest'ultimo in termini di sostenibilità delle produzioni?

“Settesoli ha scelto di accantonare le spiegazioni cattedratiche per intraprendere una strada interattiva e giocosa nello stesso tempo.
Stiamo attivando nuove politiche generali di comunicazione aziendale che possono tranquillamente essere applicate anche alla veicolazione del concetto di sostenibilità. Si tratta di azioni di marketing virale sul web. Ovvero, con il supporto del nostro sito utilizziamo social network come Twitter o Facebook per parlare di sostenibilità in modo chiaro ma anche giocoso.
Si tratta di una tematica in fase di sviluppo su cui stiamo lavorando e che sarà attiva spero, prima dell'estate ma un esempio di marketing virale già on line è la campagna
'Tagga un amico a cena' il cui obiettivo è quello di far conoscere il vino al consumatore.
Abbiamo scelto un target cui rivolgerci piuttosto giovane proprio perché riteniamo che sarà il principale beneficiario di tutte le azioni di tutela ambientale che stiamo mettendo in atto tra cui rientra anche Magis”.

 

Come funzionerà quest'azione comunicativa?

“L'idea è quella di un gioco che appoggiandosi alla nostra pagina Facebook stimoli il consumatore ad interrogarsi sul significato della parola 'sostenibilità' per fornire una propria definizione oltre ad indagare quali siano le sue aspettative nei confronti di un prodotto eco-sostenibile. Egli dovrà inoltre taggare altri amici relazionandosi con loro; ne nascerà un concetto condiviso scaturito da un dialogo tra consumatori che diventerà poi una mission nata dal consumatore e non calata dall'alto da un'azienda che si mette sul pulpito e si racconta.
Ci stiamo lavorando, è un work in progress ma sarà interessante osservare ciò che nascerà dal pensiero del consumatore”.

 

Si tratta anche di un buon modo per tastare il polso della situazione.

“Certo, non avendo uno storico su una questione di questo tipo, sarà un importante strumento per capire a che punto è il consumatore ed identificare bene la direzione verso cui indirizzare gli sforzi comunicativi; insomma è un modo di condividere per creare insieme”.

 

Magis come rientra in questo percorso?

"Magis è parte di questo percorso. Ne siamo partner dal primo momento, ci abbiamo creduto da subito.
Siamo una grande azienda agricola e come tale non possiamo produrre biologico, è una vision diversa ma possiamo intraprendere tutte quelle azioni che ci permettono di avere qualità riducendo al minimo i trattamenti.
Per questo, quando
Bayer CropScience ci ha proposto Magis abbiamo avuto fiducia nel connubio Bayer e conoscenza scientifica destinando quindici ettari di syrah a Magis con la speranza di poterlo allargare. Grazie al professor Scienza che è stato per noi un vero pater familias, abbiamo fatto partire il progetto di zonazione viticola e selezione clonale". 

 

Per quanto riguarda l'export?

"Siamo presenti in quaranta paesi nel mondo e sinceramente non noto grandi differenze nel consumatore.
Rimango dell'opinione che non si debba essere cattedratici e che rispetto ad altri canali di comunicazione l'azione interattiva e divertente sia una strategia internazionale. Abbiamo un partner inglese per il marketing e la distribuzione per l'estero con cui, quando il progetto sulla sostenibilità partirà, studieremo come estenderlo a livello internazionale".

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