Lo scorso 31 agosto si è concluso con un seminario nell'Azienda Sperimentale Vallevecchia di Veneto Agricoltura il progetto Interreg Italia-Slovenia Bee-Diversity.  Presentiamo ai nostri lettori un riassunto degli argomenti trattati.

 

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Le caratteristiche del progetto

Lo scopo del progetto è promuovere modelli di agricoltura sostenibile, applicabili in particolare nelle aree Rete Natura 2000, dove gli obiettivi di conservazione degli habitat e della biodiversità devono potersi contemperare con le necessità produttive. Questi modelli di agricoltura sostenibile si basano su un approccio olistico, cioè integrato e complessivo, e si traducono in interventi umani (trattamenti fitosanitari, concimazioni, lavorazioni del terreno) limitati all'effettivo raggiungimento degli obiettivi produttivi nella contemporanea conservazione delle risorse naturali, specialmente acqua e suolo.

 

Gli obiettivi che tali modelli perseguono sono:

  • ridurre l'impatto delle attività agricole sulla biodiversità, garantendo la possibilità di svolgere una apicoltura redditizia e immune da rischi di interferenze di trattamenti con fitofarmaci potenzialmente nocivi;
  • ridurre il rischio di contatto dell'uomo con prodotti chimici di sintesi e in generale con sostanze che possano determinare un rischio, considerando che in siti Rete Natura 2000 i visitatori sono in numero e frequenza maggiore.

 

Per raggiungere tali obiettivi le pratiche agricole devono rispondere alla legislazione vigente e anche applicare soluzioni avanzate per ridurre gli interventi di maggior impatto ed evitare o ridurre il rilascio di sostanze in zone naturali. ln questo contesto, lo sviluppo dell'apicoltura è indicatore di una ottimale gestione delle risorse naturali e della riduzione dell'impatto che le attività economiche, in particolare agricole, possono avere sugli habitat.

 

Presentazione a carico di Lorenzo Furlan, direttore di R&S di Veneto Agricoltura, e Silvano Cossalter, coordinatore del progetto

 

Il monitoraggio delle condizioni di salute e delle condizioni ambientali dell'apiario e sulle singole colonie di api può essere realizzato oggi con l'ausilio delle arnie elettroniche. Un'arnia elettronica non è altro che una normale arnia a cui sono applicati dei sensori in grado di raccogliere e trasmettere a distanza una serie di dati di monitoraggio.

 

I vantaggi dell'arnia elettronica sono:

  • limitare lo stress per le api associato all'apertura delle arnie (operazione indispensabile per il controllo visivo);
  • rilevare dati utili all'apicoltore per intervenire con maggiore tempestività in caso di possibili anomalie. I dati che possono essere rilevati riguardano la temperatura, l'umidità relativa, la piovosità, la radiazione solare, il vento, lo spettro acustico, la concentrazione di gas. La temperatura interna dell'arnia è un parametro di fondamentale importanza: un aumento di temperatura contestuale ad un calo di peso può indicare un evento di sciamatura. È possibile inoltre associare delle videoriprese che permettono di sorvegliare gli apiari anche in caso di azioni vandaliche, predazioni, o di danni causati da eventi meteorologici estremi. A livello della singola arnia la rilevazione delle fluttuazioni del peso rappresenta un indice importante dello stato di benessere della colonia. Una diminuzione di peso può essere determinata da una sciamatura, mentre un aumento può presagire una corretta crescita della famiglia e un buon accumulo di riserve. Il monitoraggio può essere effettuato anche a livello di singolo individuo. Il contavoli è un dispositivo che impone all'ape dei passaggi obbligati in ingresso e in uscita dall'arnia. Variazioni registrate negli ingressi e nelle uscite possono indicare all'apicoltore, con un anticipo fino a due giorni, l'inizio della produzione, oppure un'imminente sciamatura.

 

Visita alle arnie elettroniche installate a Vallevecchia

 

Nell'ambito del progetto Bee-Diversity i dati rilevati hanno riguardato il peso dell'arnia, la temperatura esterna e interna, l'umidità relativa dell'aria esterna e interna ed il conteggio dei voli. Le rilevazioni automatiche sono state integrate con i dati raccolti in campo dai dottori agronomi e dagli apicoltori che hanno collaborato al progetto, relativi all'alimentazione di soccorso fornita, alla qualità della covata (metodo dei sesti), alla pressione atmosferica, all'inizio della deposizione primaverile, alla quantità di scorte, all'orfanità, alle fioriture delle essenze principali, alla presenza di varroa, alle interferenze stazionali quali i trattamenti fitosanitari agricoli e altre problematiche sanitarie (covata calcificata, peste europea e americana). Importante l'indagine sul polline raccolto delle api, in quanto l'impollinazione di molte piante, anche di interesse agrario, è fortemente dipendente dagli insetti pronubi, comprese le api domestiche.

 

Tra i vantaggi che oggi un'apicoltura di precisione può fornire bisogna aggiungere la possibilità di relazionare le informazioni sul comportamento e l'attività delle api alle variazioni ambientali, con un maggiore grado di attendibilità rispetto alle informazioni desunte dalla sola osservazione dell'operatore apistico. Tale correlazione si dimostra particolarmente utile in un'ottica non soltanto di disseminazione di informazioni a scopo divulgativo, ma anche in un'ottica di monitoraggio della biodiversità in specifiche località e di programmazione e coordinamento delle strategie attuate dai decisori pubblici per il sostegno dell'intero settore apistico e agricolo e della conservazione ambientale.

 

L'app Bee-Diversity: cos'è e come funziona

L'app Bee-Diversity è uno strumento di interfaccia tra le arnie elettroniche e i portatori di interesse coinvolti, gli utilizzatori diretti (apicoltori) ed il pubblico. La app permette il monitoraggio e la gestione dei dati provenienti dai sensori installati nelle arnie elettroniche e l'integrazione di tale base di dati con altri dati inseriti manualmente dall'apicoltore. Si tratta di uno strumento che permette di ottimizzare la gestione degli apiari e la produttività delle famiglie, limitando l'apertura delle arnie in funzione di reali necessità, anche grazie al sistema di allerta impostato.

 

I dati provenienti dalla sensoristica presente nelle arnie elettroniche e gestiti automaticamente tramite la app sono i seguenti:

  • peso dell'arnia,
  • numero di voli,
  • rilevazione della temperatura interna/esterna,
  • rilevazione dell'umidità interna/esterna.

 

I dati raccolti automaticamente vengono integrati con quelli inseriti manualmente in funzione delle specificità del sito:

  • pressione atmosferica,
  • inizio deposizione primaverile: 1) sì 2) no. Se sì, allora inserire data,
  • qualità della covata: 1) scarsa, 2) buona, 3) ottima,
  • scorte: 1) scarsa, 2) buona, 3) ottima,
  • alimentazione: 1) solida (candito), 2) liquida (sciroppo),
  • saccheggi: 1) sì 2) no. Se sì, inserire data,
  • sciamature: 1) sì 2) no. Se sì, inserire data della sciamatura,
  • orfanità: 1) sì 2) no. Se sì, inserire data inizio orfanità,
  • fioriture essenze principali: indicare data e numero specie fiorita: 1) tarassaco, 2) acacia, 3) tiglio, 4) castagno, 5) melata, 6) altre, 7) non identificato,
  • presenza varroa: registrare ogni quindici giorni il numero di varroe cadute naturalmente: 0) nessuna, 1) poche, 2) rilevanti, 3) abbondanti,
  • trattamenti controllo varroa: registrare data effettuazione trattamento e metodo usato: 1) blocco di covata, 2) acido ossalico, 3) altri trattamenti,
  • conteggio caduta varroa dopo trattamento: registrare numero varroe cadute nel periodo immediatamente successivo in base al metodo usato: 0) nessuna, 1) poche, 2) rilevanti, 3) abbondanti,
  • peculiarità interferenze stazionali: registrare con numero di riferimento: 1) trattamenti fitosanitari agricoli, 2) lavorazioni agricole (esempio sfalcio), 3) altri eventi,
  • altre problematiche sanitarie: indicare data della problematica riscontrata: 1) covata calcificata, 2) peste europea, 3) peste americana, 4) nosema, 5) altre.

 

L'app lancia delle allerte agli utilizzatori in caso di raggiungimento di soglie di pericolo (per esempio su variazione di peso, temperatura interna, numero voli) che possono essere correlate a situazioni di pericolo/necessità di intervento sulla famiglia (sciamatura, saccheggio, ...).

 

Applicabilità dei risultati

Le esperienze maturate e le buone pratiche individuate con il progetto Bee-Diversity possono essere implementale anche in altri contesti europei e i partner del progetto sono impegnati a divulgarle alle amministrazioni locali e a tutti i portatori d'interesse in modo che le strategie e le disposizioni per proteggere la biodiversità possano trasformarsi in concrete pratiche di gestione dei territori.

 

Le azioni che si propongono sono:

  • l'applicazione rigorosa e avanzata dei principi di difesa integrata, applicazione già peraltro obbligatoria dal 2014 in tutta Europa in attuazione delle norme comunitarie;
  • l'adozione dell'agricoltura conservativa flessibile (rotazione delle colture, copertura continua del suolo con colture di copertura e residui, riduzione delle lavorazioni, evitando in ogni caso l'inversione degli strati), supportata dalle tecnologie dell'agricoltura di precisione;
  • il mantenimento delle colture foraggere, di tutte le aree inerbite presenti all'interno delle altre colture, e dei prati stabili di pianura. Molti studi mettono in evidenza come la presenza di insetti che favoriscono l'impollinazione delle piante beneficia di aree non arate. A differenza delle api domestiche molti altri insetti che trasportano polline si riproducono a terra e gli spazi non dissodati assumono particolare valore per la loro conservazione. Le colture foraggere permanenti, cioè non dissodate o interessate da avvicendamenti colturali con seminativi, rappresentano quindi degli ambienti di particolare importanza per questi insetti. Tra queste colture, i prati stabili di pianura rappresentano l'ambiente di maggior pregio. Non a caso la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha istituito la Legge Regionale 9/2005 - Norme regionali per la tutela dei prati stabili naturali. La norma preserva i prati stabili iscritti in una banca dati georeferenziata e attualmente i prati censiti ammontano a circa 9mila ettari. Le misure di conservazione prevedono, oltre al divieto di dissodamento, diverse modalità di gestione.

 

Il progetto Bee-Diversity ha permesso di elaborare una metodologia innovativa per la valutazione della biodiversità vegetale dei prati stabili. ln particolare è stato proposto l'Indice di Coerenza Vegetazionale, che permette di valutare la coerenza (in numero di specie o copertura vegetale) tra la vegetazione rilevata in campo con quella che caratterizza le comunità vegetali di riferimento di questi ambienti. Un secondo indice proposto, denominato Indice di Emerobia, esprime il grado di inquinamento floristico dei prati stabili e valuta la percentuale di malerbe presenti, ovvero di specie tipiche degli ambienti disturbati dall'uomo.

 

L'applicazione di questi due indici nei rilievi eseguiti nei prati stabili permette quindi di valutare la loro "purezza" in termini vegetazionali e se il disturbo sia legato alla presenza di specie provenienti dai coltivi. ln queste analisi è possibile caratterizzare le specie rilevate per il loro interesse apistico, cioè la preferenza verso queste piante da parte degli insetti pronubi, cioè gli insetti che trasportano il polline. È pertanto possibile calcolare l'interesse apistico di un prato attraverso il rilievo della flora presente. Le api privilegiano visitare le piante che in quel momento offrono un'ampia disponibilità di polline, indipendentemente che esse siano specie prative, arboree o ornamentali. Ad esempio, il polline raccolto nel mese di luglio 2021 apparteneva per la maggior parte a specie prative e ciò, in prima analisi, può dimostrare come i prati stabili, di particolare importanza per i pronubi selvatici, abbiano anche un importante ruolo nell'alimentare le api domestiche nel periodo estivo, quando le principali specie di importanza apistica (amorfa, ailanto, tiglio, castagno) hanno terminato la fioritura. Analizzando i risultati a livello floristico si scopre come tra le specie predilette vi siano entità non esclusive dei prati stabili, ma diffuse anche nelle aree marginali delle colture (capezzagne, interfilari, margini) come il trifoglio bianco o la piantaggine.

 

Le esperienze slovene

Da diversi anni l'Associazione degli Apicoltori Sloveni (Czs) ha intrapreso varie azioni per un ambiente più favorevole all'apicoltura e in generale una coscienza sociale attenta al tema della biodiversità.

 

Il progetto Bee-Diversity ha permesso di sviluppare una serie di interessanti e originali iniziative:

  • il comune amico alle api: ogni anno viene premiato il comune che più di altri si è impegnato per la tutela delle api e della biodiversità, collaborando con le associazioni apistiche, promuovendo la conoscenza e lo sviluppo dell'apicoltura, l'apiturismo, eccetera;
  • giornata delle piante mellifere: il 26 marzo è la "Giornata delle Piante Mellifere", durante la quale, in collaborazione con il Servizio Forestale, vengono distribuite piante autoctone mellifere (tiglio, acero, castagno, melo, pero, ciliegio, ...). Nel 2022 sono state piantale oltre 19mila piante;
  • pianta un albero autoctono: un progetto che invita i comuni a donare un albero mellifero ai genitori dei neonati. L'albero più usato è il tiglio, albero autoctono sloveno e simbolo del Paese;
  • frutteti inerbiti: si tratta di una misura di pagamenti agroclimaticoambientali sostenuta dalla Politica Agricola Comunitaria con la quale i frutticoltori che si impegnano a mantenere inerbito il loro frutteto ricevono un importo di oltre 200 euro/ettaro all'anno;
  • il premio Golden Bee: è il più alto riconoscimento nazionale per i risultati nel campo della protezione delle api e di altri impollinatori e per l'agricoltura sostenibile, assegnato in occasione della Giornata Mondiale delle Api;
  • la Fiera Api Slovenia: il più importante evento fieristico per l'apicoltura slovena si svolge a marzo a Cerje;
  • il Centro di formazione sull'apicoltura di Gorenjska: il Centro, costruito nel 2012, è di proprietà del comune di Radovljica ed è gestito dalla locale Università popolare. È impegnato nella conservazione dell'ape mellifera autoctona detta Carniola, ma allo stesso tempo segue anche gli standard tecnologici contemporanei dell'apicoltura. Il Centro organizza vari laboratori e dispone di un'aula didattica attrezzata;
  • apiturismo: il turismo dell'apicoltura rappresenta un nuovo approccio al turismo sostenibile. Invita a scoprire il magico mondo delle api lungo i sentieri del ricco patrimonio culturale e naturale. È una nuova forma di turismo, un approccio innovativo alla sostenibilità e un'attività economica molto promettente. La Slovenia è il primo e attualmente l'unico Paese al mondo a introdurre la certificazione dei fornitori di turismo dell'apicoltura. Con il marchio ApiRoutes vengono sviluppati prodotti che ispirano, educano e arricchiscono la stessa vita umana. Il turismo dell'apicoltura è un'esperienza che comprende visite, presentazioni e degustazioni di prodotti delle api, visite a musei dell'apicoltura, corsi per apicoltori, conferenze su come rafforzare e mantenere la salute con i prodotti delle api, realizzare oggetti ornamentali in cera d'api, pittura di pannelli di alveare, produzione e cottura di prodotti a base di pasta al miele. ln un tipico apiario sloveno i visitatori possono anche inalare i meravigliosi aromi dei prodotti delle api mentre ascoltano il loro ronzìo, praticare il biomassaggio, la termoterapia e il bagno al miele.

 

L'Università di Lubiana, nell'ambito del progetto Bee-Diversity, ha elaborato un corso di formazione per agricoltori, apicoltori e chiunque voglia essere promotore della biodiversità e consapevole che le attività possono avere un impatto positivo o negativo sulla natura e sulla stessa funzionalità degli agroecosistemi.

 

Il corso è articolato in dieci moduli che includono argomenti come: biodiversità e servizio ecosistemico di impollinazione; specie di impollinatori e piante mellifere, selvatiche e coltivate; piante invasive e loro impatti negativi sulla biodiversità, in particolare sugli impollinatori; attività agricole e di gestione del paesaggio che hanno un impatto positivo sulla biodiversità; valutazione della biodiversità vegetale in un'area, utilizzando banche dati pubbliche su paesaggio e vegetazione; strumenti, comprese le risorse finanziarie, per la gestione della biodiversità su scala locale, regionale e globale; attività pratiche come conoscere come produrre e raccogliere i semi delle piante mellifere e come coltivare le piantine delle diverse specie, conoscere e saper realizzare strutture sia naturali che artificiali per favorire la nidificazione e la sopravvivenza delle diverse specie di impollinatori, cambiamenti climatici e gestione degli habitat.

 

Per maggiori approfondimenti

Le diapositive delle presentazioni dei vari relatori si possono scaricare dal sito di Veneto Agricoltura.

Il manuale Buone pratiche per la compatibilità tra agricoltura e apicoltura.