Nella pianura padana le razioni formulate per vacche da latte prevedono, anche in estate, la consueta base foraggera, prevalentemente costituita da insilati (fatto salvo per le zone in cui si produce Parmigiano Reggiano), insilati di mais o anche di frumento.

In questo periodo poi, dovendo aumentare l'appetibilità dall'alimento, è fondamentale affidarsi ad un mangime, o a un nucleo o a un integratore, se si lavora con le materie prime, che possa da un lato fare fronte alle esigenze sia energetiche, che proteiche e vitaminiche dell'animale, dall'altro migliorare l'appetibilità della razione al fine di favorire la massimizzazione dell'ingestione di sostanza secca.

Un tema, dunque, delicato quello dell'alimentazione estiva della vacca da latte, del quale parla Stefano Zaupa, responsabile zootecnico del Consorzio agrario Terrepadane: "Per il razionamento della vacca da latte - spiega l'esperto - la scelta giusta di un mangime, oppure una farina composta (alla quale si deciderà o meno se aggiungere un integratore), ma anche integrare adeguatamente le materie prime aziendali, diventa fattore strategico per il successo dell'allevamento. E questo particolarmente nei mesi estivi, quando bisognerà contrastare il calo di ingestione di sostanza secca nel quale la bovina rischia di incorrere a causa delle conseguenze dello stress da caldo. In questa situazione la razione potrà prevedere anche 6 kg di mangime o di nucleo, al quale si potrà aggiungere ad esempio zucchero per migliorare l'appetibilità".

"La razione in estate potrà raggiungere un tenore proteico anche del 17-17,5%, senza però arrivare mai a penalizzare troppo l'apporto in fibra, perché soprattutto in questa fase è fondamentale mantenere una buona funzionalità del rumine. Su fronte dell'integrazione, oltre al discorso del glicerolo, è importante tenere presente alcune vitamine come la biotina e la niacina; ma anche il carbonato di potassio, che si rivela utile per il suo effetto reidratante. Molto utile in questo periodo anche il ricorso ai lieviti vivi in razione. Infine, ma non certo per importanza, quando la temperatura si alza è bene intervenire sulla miscelata con un acidificante per evitare che la miscelata si scaldi e partano fermentazioni che potrebbero portare problemi all'animale".

"L'estate per le stalle da latte in tempi passati rischiava di diventare, soprattutto nelle annate molto calde, un periodo veramente drammatico, con perdite di produzione anche superiori al 50% e ricadute negative anche sulla fertilità. Oggi abbiamo conoscenze scientifiche e tecnologie che ci permettono di fronteggiare il terribile stress da caldo: come è noto il discorso è molto ampio e riguarda molti aspetti che vanno dalla struttura della stalla, all'impiantistica, fino all'alimentazione. Dunque investire, perché si tratta di un investimento e non semplicemente di un costo, sul razionamento estivo, contribuendo al benessere delle bovine, significa evitare problemi in seguito che porterebbero a perdite gravi e in poche parole, salvaguardare i propri bilanci".

"Indubbiamente la flessibilità oggi è una caratteristica che bisogna saper offrire all'allevatore. Per questo come Terrepadane ci siamo attrezzati per poter fornire soluzioni personalizzate, che tengano conto innanzitutto della variabilità delle caratteristiche nutritive dei foraggi. Inoltre in questo modo è anche possibile fornire l'adeguata integrazione di vitamina E (antinfiammatorio e utile per la fertilità), vitamina A, ma anche di vitamine del complesso B, come detossificanti".

"Sintetizzando al massimo, si può dire che in estate sarebbe opportuno (ovviamente se le condizioni della mano d'opera lo permettono) preparare due carri in modo che l'alimento non rimanga in mangiatoia nelle ore più calde. Non a caso alcuni allevatori in estate scaricano la sera in mangiatoia il 60% del carro, in modo che gli animali abbiano a disposizione la razione di notte, mentre il restante 40% viene offerto alle bovine la mattina.

Un altro tema fondamentale è quello della gestione della mangiatoia: in merito va detto che soprattutto in estate, l'alimento andrebbe avvicinato in modo da renderlo disponibile alla bovina, almeno sei o sette volte al giorno. In questo modo l'animale viene invogliato a magiare e si limita la perdita di ingestione che altrimenti può diventare importante, perché si rischia che nei rari momenti in cui l'animale ha fame non ci sia alimento a disposizione. Purtroppo però gli allevatori, che nei mesi estivi sono anche molto impegnati con i campi, difficilmente compiono questa operazione, o al massimo riescono a farla un paio di volte. Per fortuna anche in questo caso la tecnologia viene in aiuto: grazie ai moderni robottini che operano lungo la corsia per diverse ore al giorno, le bovine possono avere a disposizione l'alimento continuamente con notevoli vantaggi in termini di ingestione e quindi di produzione".