Il Pecorino romano, il Pecorino sardo e il Fiore sardo risultano esclusi dal paniere di prodotti del primo bando nazionale indigenti dedicato ai formaggi Dop - pubblicato ieri da Agea - appostato su una frazione della risorsa da 50 milioni di euro relativa all'emergenza post Covid-19 dal decreto Cura Italia. E la stessa esclusione opera su un altro bando indigenti - sempre dedicato ai formaggi Dop - appostato sulla risorsa Fondo europeo di aiuto agli indigenti. E il presidente del Consorzio tutela del Pecorino romano, Salvatore Palitta scrive alla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova per chiedere di ripensarci.

Ma la nota del Mipaaf che accompagna i bandi Agea non entra nel merito della richiesta lanciata poche ore prime da Macomer. Forse anche perché il Pecorino romano è già destinatario di un'altra forma di aiuto: il bando indigenti da 14 milioni del 2019, legato alla vertenza latte, frutto del Decreto emergenze e della legge 44/2019, e che solo in parte è diventato operativo meno di 20 giorni fa.

Ma secondo il Consorzio tutela del Pecorino romano lo scenario è ulteriormente mutato con la pandemia di Covid-19 e servono ulteriori aiuti a sostegno del prezzo del formaggio e della filiera ovina sarda.

Ieri dal ministero delle Politiche agricole è arrivata anche una buona notizia: è stato lanciato il bando da 10 milioni di euro di contributi a fondo perduto e 20 milioni di prestiti agevolati per il finanziamento dei contratti di filiera e di distretto del latte ovino, altro prodotto del decreto Emergenze in agricoltura poi convertito con la legge 44/2019.
 

I bandi da 21 milioni di euro di acquisti di formaggi Dop da destinare agli indigenti

Agea ha pubblicato ieri due determine a contrarre, una del valore di 14,5 milioni di euro a valere sul Fondo nazionale indigenti, rifinanziato dal decreto Cura Italia, e una da 6,5 milioni di euro a valere sui fondi Fead. Con queste risorse il Mipaaf acquisterà un paniere diversificato di prodotti, sia dal punto di vista della provenienza regionale sia dal punto di vista organolettico. I formaggi Dop del paniere sono: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Caciocavallo silano, Pecorino toscano, Montasio, Fontina, Pecorino siciliano, Formaggio ragusano. Le gare saranno espletate a metà luglio e la consegna sarà completata entro il mese di dicembre. "Nelle prossime ore presenteremo anche il paniere di prodotti che riguardano il fondo da 250 milioni di euro del decreto Rilancio" ha affermato la Bellanova, a margine dell'annuncio dei bandi e ore dopo la nota del Consorzio tutela Pecorino romano.
 

Anche le Dop sarde colpite dalla pandemia

Non appena pubblicati i bandi arriva l'allarme del Consorzio tutela Pecorino romano, con una nota diffusa alla stampa: "Ci risulta che nella predisposizione del paniere dei prodotti da inserire nel bando indigenti post Covid da 50 milioni di euro, a cui non abbiamo avuto modo di dare il nostro contributo, siano state dimenticate o escluse il Pecorino romano e le altre Dop a latte di pecora che nascono in Sardegna", dice Palitta. "Per questo siamo profondamente dispiaciuti, perché i problemi legati alla pandemia hanno colpito indistintamente tutte le indicazioni geografiche e le Dop italiane. Considerato questo quadro non vedo perché dagli interventi debbano essere esclusi il Pecorino romano, il Pecorino sardo e il Fiore sardo. Questo è inaccettabile".
 

Appello a Regione e parlamentari

Il presidente del Consorzio fa poi appello alla Regione Sardegna e ai parlamentari sardi affinché sostengano la causa. "Chiediamo alla Regione e ai rappresentanti sardi in Parlamento un intervento tempestivo", sottolinea Palitta. "Non è accettabile che lo Stato italiano intervenga in una fase congiunturale estremamente difficile come questa ignorando che esistano le Dop sarde che, fra l'altro, sono anche molto richieste nelle piattaforme di vendita e dagli enti caritatevoli".
 

Scenario economico poco rassicurante per il futuro

Secondo il presidente del Consorzio proprio oggi, in questa congiuntura economica difficile, sono necessari interventi di sostegno ai comparti economici. E in particolare proprio al Pecorino romano. "Durante la crisi, ci siamo fatti carico, in modo del tutto volontaristico e in ottica solidale, di tutto il latte destinato ai freschi, la cui produzione era completamente ferma, il che ha comportato maggiori produzioni di Pecorino romano pari circa al 20%. A questo si aggiunge l'ipotesi di un crollo del 50% nel mercato Usa, per noi il mercato principale, e la contrazione dei consumi interni del 7% a causa del ridotto potere d'acquisto. E' facile capire che, sommando tutti questi fattori, la situazione che si prospetta non è affatto rosea e non fa ben sperare per il futuro. Per questo gli aiuti del Governo sono indispensabili".

Inoltre, per Palitta, "viviamo un momento in cui in tutti i paesi del mondo emerge un fenomeno protezionistico sempre più diffuso, tutte le regioni italiane lavorano per proteggere e aiutare i prodotti dei loro territori e anche noi dobbiamo fare altrettanto. Noi rappresentiamo il 95% della produzione nazionale ovina e nonostante le difficoltà vissute in questo periodo abbiamo garantito la lavorazione di tutto il latte, cosa che non è avvenuta in altre parti d'Italia, e sostenuto anche i caseifici in difficoltà sui prodotti da tavola. E' perciò assolutamente impensabile che le nostre Dop isolane subiscano un'ingiustizia simile" conclude Palitta auspicando un immediato intervento della ministra, che al momento non è dato registrare in maniera diretta e sul punto in questione.
 

Pubblicato avviso per finanziamento dei contratti di filiera e di distretto

Nel mentre, giunge notizia che è stato lanciato il bando per il finanziamento dei contratti di filiera e di distretto del latte ovino. È stato pubblicato ieri sul sito del Mipaaf l'avviso per la presentazione delle domande per il sostegno agli investimenti in questa filiera produttiva, definita "strategica" dalla nota del Mipaaf. Le risorse a disposizione ammontano a 30 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro a disposizione del Mipaaf, a seguito del decreto Emergenze agricole, per erogare agevolazioni a fondo perduto e 20 milioni di euro del Fondo rotativo per le imprese, gestito da Cassa depositi e prestiti in base alla delibera Cipe n 9 del 2020.

Il contributo dello Stato ai contratti di filiera e di distretto è concesso, in coerenza con la normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, per diverse tipologie di investimenti. Le spese ammissibili vanno dagli investimenti per la produzione primaria, la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, fino alla promozione e alla pubblicità di prodotti di qualità certificata o biologici, e alla ricerca e sperimentazione.

"Per dare più equità nelle relazioni di filiera - ha dichiarato la ministra Bellanova - dobbiamo lavorare sugli investimenti comuni. I contratti di filiera e di distretto possono aiutare proprio a stabilizzare i rapporti tra pastori, allevatori e trasformatori. Ora sarà importante che dai territori possano arrivare progettualità concrete, investimenti che aiutino il rilancio di una delle filiere strategiche del made in Italy. Il nostro impegno va avanti e questi 30 milioni di euro ne possono sviluppare 60 di nuovi progetti, nuova occupazione e nuove opportunità".